6.Shadow

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È passato un giorno esatto dalla prima cena di Jimin e Taehyung qui al campus, e decido di andare a cercare quest ultimo: suo fratello mi ha detto che non avendo fame, Tae ha deciso di fare un giro nel giardino.
Non mi va di lasciarlo da solo, so che cosa prova, si sente comunque emarginato in un mondo di udenti.
Deve essere difficile per lui, non posso certo dire che lo capisco, ma so cosa significa essere emarginati.
Preparo dei sandwich veloci, sistemandoli perchè non facciano il disastro in una borsa di cartone, per poi uscire dal campus.
Fuori fa un poco freddo, quindi ho preso una giacca non troppo pesante ed anche una coperta da mettere a terra.
Il giardino adiacente ai nostri dormitori non è molto grande, e i miei piedi mi portano da Taehyung senza che la mia mente sappia l'esatta direzione: sembra quasi che ci sia una calamita che mi guida verso quel ragazzo, un segnale... che voglia dire qualcosa il modo in cui troviamo il modo di incontrarci?
Succede anche nei cambi d'ora, è assurdo.
Il destino, che cazzo fa?

Sotto un arco di viti a cui già alcuni grappoli d'uva sono attaccati, siede Taehyung.
È su una panchina, nascosto da una felpa color giallo limone.
Gli tocco delicatamente la spalla, e quando si volta gli rivolgo un sorriso gentile.
-Va tutto bene?-
Annuisce, riprendendo a giocare con il fidget spinner che aveva in mano poco prima.
Sospiro, non ha voglia di compagnia.
Metto una mano sulla sua spalla per confermargli che sono ancora qui e che se ha bisogno può spiegarmi tutto, ma ciò che fa è semplice: getta lo spinner a terra, e si volta bruscamente verso di me.
-Staccati.- segna, sembra arrabbiato, ma ho visto i suoi occhi lucidi.
-Tae, per favore...-
-Smetti di metterti al mio livello, non hai bisogno di segnare. Sono io che devo imparare a capirvi, anche senza potervi sentire-
-Basta, Tae.- cerco di calmarlo, abbracciandolo forte mentre il suo cuore ed il mio battono all'unisono.
Si divincola dalla mia stretta, e non avendo altro mezzo per ribattere mi lascia uno schiaffo sulla guancia.
Fa male.
-Aish...- sospiro, ma non può sentirmi. Mi massaggio la guancia, ma non sono arrabbiato con lui, mi sento solo ferito. Ho fatto il possibile per lui, per farlo stare meglio, eppure ho sbagliato tutto.
Trema per il freddo, ranicchiato su sè stesso.
Piano, mi avvicinò al suo corpo, e avvolgo la mia giacca attorno a lui per fargli caldo.
Gli lascio i sandwich accanto, e mi volto per andare via. Sto male, ma non posso obbligare qualcuno a stare bene e a desiderare la mia compagnia.
Taehyung non mi vuole.

I miei piedi sono pesanti mentre percorro la strada a ritroso verso i dormitori, non posso trattenere un singhiozzo.
Non so perchè, mi sento sempre più debole.
Una mano calda prende la mia, la stringe.
È il suo tocco, lo riconosco, riconosco anche il suo profumo di cannella così familiare.
-Ti ricordi di me, Seokjin?-
Alexander.
Non posso credere sia qui.
Sto sognando, forse?
Le ombre del passato...
-Cosa fai qui?-

-Hyung? Hyung, svegliati!-
Apro gli occhi, sono sul mio letto.
Jimin è accanto a me, preoccupato.
-Jimin? Cosa faccio qui?- domando, confuso.
-Taehyung ti ha trovato nel giardino, dice che sembravi perso nei pensieri, poi sei svenuto.-
Quindi... lui non era davvero qui.
È morto, Seokjin.
Alexander è morto.
Ricaccio indietro le lacrime e annuisco, spiegando che sicuramente è stato un calo di pressione, mi capita più spesso di quanto una persona possa pensare.

-Puoi chiamare Tae? Sempre se... ha voglia di vedermi.-
Annuisce, per poi sparire e far entrare il moro nella mia stanza.
-Sono qui.- segna. -sicuro di star bene?-
La sua mano delicata si posa sulla mia fronte, non era quella di Alexander che sentivo... era la sua.
-Pensavo di aver sentito Alexander chiamarmi.- Mormoro, a mezza voce, so che legge il labiale.
-Chi è?-
Scuoto la testa. -Una persona che vorrei dimenticare. Piuttosto, come stai tu?-
-Ero venuto a cercarti per scusarmi.-
-Non fa nulla, capisco. È stata colpa mia, non avrei dovuto insistere.-
Lui sorride e mi stampa un bacio sulla guancia che prima ha colpito.
-Il sandwich era buono, grazie hyung. E non hai nessuna colpa, perdonami per per quello che ho combinato.-
Arrossisco a quel gesto così intimo e dolce, e mi trovo bene nonostante sia un po' imbarazzante sono tranquillo.
Lui si siede accanto a me, circondandomi il bacino con il braccio.
Stiamo così per un po', solo il silenzio a fare da compagno, i nostri corpi vicini che si toccano seppur coperti dagli abiti.
È una sensazione nuova.
Non ho mai provato qualcosa del genere prima... o meglio, qualcosa di simile con Alexander, ma con ogni persona il legame è diverso.
-Tae, ti annoia se dormo?- domando, e lui scrive con il cellulare utilizzando la mano libera che, posso dormire, ma prima vuole che io mangi.
Afferro un sandwich e lo finisco velocemente, per poi accoccolarmi sul letto, tra le braccia rassicuranti di quel ragazzo, che ha insistito per riposare accanto a me solo qualche oretta.

Quando mi sveglio, una mano gentile mi sta accarezzando i capelli, e sorrido automaticamente al pensiero di Tae che mi coccola, trovandomi ad arrossire subito dopo.
Mi volto, ma perdo l'equilibrio e finisco con il viso contro il suo petto.
Lui sembra divertito, mentre mi aiuta a sollevarmi.
-Scemo.- commenta, con il labiale.
-Stronzo.- ribatto, poi mi alzo.
-Ti senti bene?- Chiede, insicuro.
Annuisco, rassicurandolo. 
-Spero di non averti ferito prima, nè di averti disturbato mentre dormivi. Mi dispiace hyung, sto commettendo solo errori. Da quando sono arrivato qui, non ho fatto altro che creare problemi con il mio essere me, ti prego perdonami...-
Lo abbraccio forte segnando che va tutto bene, non voglio stia male. Non ha fatto niente di sbagliato.
Stiamo un po' così, poi arriva l'ora di dormire e ci separiamo, mentre Yoongi rientra in camera.
Saluto Taehyung sulla soglia della stanza, e poi mi tuffo sul letto: non ho esattamente sonno, la mia mente è fissa sul pensiero di Tae.
Ma soprattutto, perchè ho pensato ad Alexander?

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐧𝐨𝐭𝐞𝐬-𝐓𝐚𝐞𝐣𝐢𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora