12. L'obbligarla

113 10 21
                                    

La mattina dopo non si affrettò ad accendersi, Matt dormì profondamente tra i canti della notte e l'amore atteso fu i suoi sogni.

Il suo cuore batteva forte dopo aver aperto occhio, un rossore era visibile tra le sue guance. Si prese un momento il naso e strusciò la stretta verso il basso, facendosi scappare un sospiro.

Strizzò le palpebre ed abbassò le sopracciglia prima di riaprire di nuovo gli occhi, guardare la nuova giornata che spettava.

Ma non aveva davvero una voglia di alzarsi dal letto, questa mattina sarebbe rimasto a dormire ancora un po' o almeno ciò era la sua idea se non fosse stato per un improvviso ticchettio di nocche contro la porta.

Matthew alzò le iridi e collassò con il viso nel cuscino riempito da piume d'oca, ignorando il bussare. Questo si ripetè più insistentemente, il rosso si lamentò con la voce attutita dal tessuto.

"Matthew, dovete alzarvi"

Si aprì l'entrata comunque, una chioma bionda avanzò nell'aria della camera del principe, questa mattina è giunto il maggiordomo Frederick a sbloccare la veglia di Matthew.

Il borghese, sentendo la voce del ragazzo più grande, si convinse di un altro motivo per stringere la presa del cuscino ed alzare una mano di negazione alle sue parole. Sinceramente avrebbe preferito Holly, almeno lei era gentile.

"Vostro padre vuole parlarvi"

Si accigliò leggermente Fred, aspettando la reazione stranita del rosso che arrivò abbastanza in fretta, infatti, Matthew alzò subito il capo e guardò non direttamente il maggiordomo.

"Mio padre?"

"Vostro padre vuole farvi una domanda"

Ripetè il biondo aprendo di più la porta, il borghese si tirò su con le braccia.

"Appena finite di prepararvi e di consumare la colazione giungete al suo studio, possibilmente non distraetevi"

E detto il verdetto, Frederick chiuse la porta e si avviò a continuare le proprie mansioni, lasciando il povero Matt completamente senza parole tra le lenzuola del proprio letto.

"Ma che sfacciato"

Sbuffò il rosso mentre scendeva dal materasso, raggiungendo l'armadio e in poi seguendo tutto ciò che gli è stato detto di fare prima di raggiungere l'ufficio di suo padre.

La stanza era piena di vari testi, alcuni disordinati con pagine staccate, letterre nei cassetti e carte vuote. La chioma rossa più anziana tentennava il biro, aspettando l'arrivo di suo figlio Matthew.

"Padre?"

"Matthew"

La risposta fu immediata, gli occhi smeraldei di Pierre puntarono freddamente l'attenzione su suo genito, Matt abbassò le sopracciglia in eretto mentre prendeva posto davanti alla scrivania.

"Perché mi avete convocato?"

Incrociò le mani il giovane borghese, posandole sulla superficie in legno e beccandosi un alzata di sopracciglio di suo padre.

"In futuro avrai bisogno di un erede per la fortuna della nostra famiglia"

Erede..questa parola già prometteva molto male per il povero Matt, non aveva intenzione di avere figli, o meglio, adesso non la ha più perché non può.

"Non credo io abbia bisogno di un erede, padre"

Accese un sorrisetto il rosso, inarcando le sopracciglia dal basso con espressione quasi sfacciata. Pierre non avrebbe tollerato una negazione, non lo avrebbe mai fatto.

"La nostra famiglia ne ha bisogno, non tu"

"Perché mi obbligate ancora a fare ciò che io non voglio? Che non desidero?"

Si alzò dalla sedia Matthew, aggrottando le sopracciglia in uno sguardo ormai infastidito. Non sopportava più la superiorità di suo padre nei propri confronti, non era più il piccolo infante timorito dal suo forte vociare.

Ma questo Pierre lo sapeva e lo sa ancora.

"Ti ordino di trovare una donna da sposare, il bene della nostra famiglia non verrà perduto nelle tue mani..e se non lo farai tu, lo farò io."

Il rosso adulto alzò il capo con sicurezza, guardando suo figlio dal basso a sopracciglia inarcate come se le sue parole non stessero ferendo Matt.

"O può anche non farti più vedere.."

La villa Dieudonné è ancora sotto il potere di Pierre e Matthew non poteva aspettare la perdita di suo padre, le opzioni erano poche ma pesanti. Non voleva una donna, non ne aveva bisogno ma se c'è una persona che non lo avrebbe capito sull'amore è assolutamente suo padre.

"Attenderò la tua decisione"

E con questo Pierre tornò a scrivere sulla carta macchiata di un'ampia chiazza di inchiostro, non si era accorto di aver lasciato la punta della stilografica troppo premuta.

Matt strinse le palpebre in preda alla rabbia, stringendo i pugni e tenendo le spalle alte. Perché ancora oggi, dopo 18 anni di abbandono, suo padre non aveva un briciolo di compassione per lui?

Un braccio si alzò con furia e scompigliò tutte le carte della scrivania, i biro cadettero con violenza e l'inchiostro si espanse sul pavimento. Dopo questo gesto irascibile, Matt si avviò fuori dallo studio di suo padre, aprendo la porta con forza.

Ma i suoi occhi si aprirono di colpo dopo non aver sentito il tonfo della porta contro il muro.

°•MattEdd - Locked AU•°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora