2. Incontri imperfetti

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Matthew si voltò verso l'appartenente alla voce che lo ha richiamato, il rimbombare di tacchi corti giacé all'arrivo.

"Holly?"

Chiese a palpebre più alte il rosso, sperando che abbia intuito correttamente ciò che Holly vuole annunciargli.

"Ho riferito la richiesta, hai in mano ogni tua responsabilità adesso e il permesso di seguire ciò che tu vuoi..!"

Matthew socchiuse il muso stupefatto, il prezzo da pagare è non avere più la protezione di suo padre fino in fondo ma è finalmente libero dalla sua prigionia e può avanzare ad una nuova vita.

Quelle parole sembrarono tutte un sogno, non poté che ignorare i futuri, presunti pericoli e lasciare che il suo animo spericolato prenda il sopravvento.

La felicità incombe nel cuore del ragazzo, si avvicinò di scatto alla servente e non fece altro che avvolgerla tra le sue braccia, mostrandole gratitudine.

"Ti ringrazio Holly, non sai davvero quanto questo mi faccia piacere"

"È il mio compito"

Un leggero rossore tinse le guance chiare della nordica, chiudendo gli occhi tranquillamente e godendosi gli ultimi secondi di abbraccio, guadagnandone altri ancora quando anche le sue braccia presero coraggio per avvolgere delicatamente l'addome di Matt.

"Cosa c'è fuori?"

Mormorò puntando le pupille smeraldo sulla porta non troppo lontana, dietro di essa ci sarebbe stato il suo futuro e per saperlo doveva solo superarla.

Holly fece un passo indietro, incrociando le mani verso il basso della divisa indosso.

"Lo scoprirai, non ti preoccupare"

Gli sorrise in modo gentile come suo solito, supportandolo anche con il fatto che ovviamente non ci sono pericoli lì fuori.

"Darò solo un'occhiata"

Abbassò le sopracciglia in eretto Matthew, è quasi impossibile pensarci, crederci che lo abbia tenuto fuori dal mondo per diciotto anni.

La folle mente di suo padre ci è comunque riuscita, ogni volta che qualcuno usciva di casa teneva Matthew lontano dalla porta. Questo è continuato da quando era bambino, adolescente ed ancora fino ad oggi per non stimorale la sua curiosità.

Le finestre rimanevano sempre chiuse per non far notare la sua presenza in casa, i cittadini erano pensierosi su questo comportamento ma intuirono che un povero uomo rimasto solo con le sue ricchezze e due serventi abbia motivo di non farsi più vedere, forse era depressione o paura di essere derubato facilmente di averi altrui, tanti motivi per giustificare i dubbi.

Più il tempo passava e più lui divenne rassegnato, nascondere il suo primo ed unico genito era davvero una buona idea? Non avrebbe mai conosciuto l'amore, il commercio, non avrebbe mai imparato a comportarsi in un preciso modo con le persone. Era così sbagliato.

Quando Matt compì sedici anni, l'uomo annunciò a se stesso che il diciottesimo anno di età non lo avrebbe più obbligato e questa decisione era dipendente dall'interesse di suo figlio.

Non ha mai veramente interagito con lui e mai lo farà, solo a tavola venivano scambiati dei miseri saluti di buon mattino, pomeriggio e sera.

...

Il rosso si avvicinò alla grande asse di legno tinta in indaco scuro, avvolgendo lentamente la maniglia dorata.

Si sente così strano a riuscire finalmente a prenderla senza che qualcuno lo fermi, quando era piccolo Holly lo tirava sempre via, poi passò a farlo Frederick essendo la servente troppo piccola fisicamente in confronto a lui.

Ma ora può mettere finalmente piede fuori senza paura di ricevere punizioni. Tirò giù la maniglia in modo veloce.

Una brezza leggera accolse la libertà, baciando di saluto il viso di lui e carezzando le ciocche rosse. Matthew assaporò le candide labbra astratte con un sorriso rilassato, guardandosi attorno.

Iniziò a scendere la piccola scalinata mentre la porta di casa venne chiusa lentamente da Holly, guardando il suo amico con un dolce sorriso in viso.

Tutto era una novità, i volatili turchesi che danzavano nel cielo, il continuo fruscio degli alberi in un suono unico e coordinato come un'orchestra classica.

La sua immaginazione immagazzinava sempre più immagini su immagini al ritmo di una fabbrica in continua produzione!

[!!]

"Agh-!!"

Tutto fu bloccato non appena lo sguardo felice di Matthew venne disturbato da un impatto poco piacevole, una serie di fogli arrotolati insieme e chiusi in un cilindro con uno spago beige.

Il rosso prese tra le dita questo oggetto riconoscendone forma, colore e stile di scrittura. Era un giornale, li leggeva sempre di nascosto quando suo padre ordinava a Fred di buttarli dopo la lettura, ma il ragazzo faceva di tutto per farseli dare o trovarli da se.

Inarcò le sopracciglia, alzando lo sguardo verso il colpevole di ciò..un altro ragazzo!

Questo qui non era vestito in modo molto elegante come lui, suo padre o il maggiordomo. Il castano aveva un gilet, si, ma era marrone cenere con i primi bottini sbottonati ed in più spillato con dei strani accessori, non erano spille simili a quella che gli reggeva il fazzoletto ondulato al petto, esse erano tonde disordinatamente, rosse e non molto estetiche.

I capelli scompigliati castani, una camicia crema sbiadita, le guance paffute ed un fisico non veramente perfetto.

Matthew alzò un sopracciglio stranito, avanzando verso il ragazzo intento a carezzare un gatto rintanato nella cesta della bicicletta dov'era in sella, di certo sua.

Matthew alzò un sopracciglio stranito, avanzando verso il ragazzo intento a carezzare un gatto rintanato nella cesta della bicicletta dov'era in sella, di certo sua

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"Perdonami, questo è tuo?"

Gli porse il giornale con viso leggermente corrucciato, era tutto sarcasmo. Matt stava solo pretendendo delle scuse per avergli lanciato questo oggetto addosso.

Il castano si girò verso di lui aprendo di più le palpebre, non aveva mai visto da queste parti questo ragazzo, ed in più, non sembrava comunque uno straniero.

"No..dovrebbe essere lì, almeno credo"

Puntò leggermente titubante la zona dove il giornale sarebbe dovuto giacere, Matt non fece altro che aggrottare le sorpracciglia.

"E invece era sul mio viso, se puoi scusarti gradirei"

Il micio rizzò un po' il pelo, il comportamento di questo rosso nei confronti del suo padroncino non gli piaceva affatto! Ma in compenso, il ragazzo prese il giornale con espressione colpevole.

"Mi perdoni, non volevo lanciarvelo in faccia, ero distratto"

Più la frase era lunga e più abbassava il tono di voce, questo comportamento diminuì il fastidio sul viso di Matt. Il borghese diede un occhiata ad altre due ceste dietro il sedile, tutte piene di giornali.

"È il tuo lavoro, non dovresti esserlo"

Accennò un sorriso sarcastico Matthew, porgendogli una mano per fargli anche capire che non ce l'ha con lui..non più almeno.

"Matthew Dieudonné"

Il ragazzo dei giornali punto non direttamente lo sguardo sul palmo del rosso, rimanendone un po' sorpreso e titubante.

Questo nome lo ha già sentito da qualche parte.

"Edward, Edward Morison Golden"

°•MattEdd - Locked AU•°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora