19.La ragione del mio sorriso

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17 novembre 2019🌹
Sono due giorni che gironzolo per la città in cerca di un uomo che possa assomigliare al vero babbo natale, a quello che immaginavo da piccola, quell'uomo dolce e paffuto vestito di rosso, quello che profuma di cioccolato con note alla cannella, il solo ed unico, quello inimitabile. Ma in qualsiasi lato io decida di voltarmi, c'è una scintilla che cade morendo!

Da sempre provo a rendere ogni fantasia, favola o sogno, una bella realtà. Ci provo anche quando mi parlano di cose letteralmente impossibili ed io mi rendo il genio della lampada perché non so fare altro. Conosco i miei clienti come le mie tasche, so i loro più grandi segreti e le loro più infantili delle paure — non nego che a volte mi sento un prete in confessionale! Ho la bocca sigillata e la mente piena di parole.

Ora che ci penso, sono giunta alla conclusione che per chi mi parla trovo sempre tempo per dettare soluzioni, poi arrivo io, e tutta quella assurda genialità, si dissolve nell'aria come a volermi fare un dispetto.

Ormai ho tappezzato l'intero quartiere di volantini scritti a penna, ho lasciato il mio numero di cellulare, il mio nome e persino l'indirizzo del negozio nella speranza che qualcuno possa prendere seriamente in considerazione l'idea di venirmi in contro - non mi resta molto altro tempo, ho bisogno del mio Natale, ho bisogno di ridare speranza a chi non ne ha, ho bisogno di restare fra l'odore del legno e le risate di quei pochi bambini che ancora scelgono di venire qui.

Quando rientro in negozio, trovo il signor Derek seduto dietro al bancone, fra le mani ha un pezzo di legno e con un coltellino sta provando miseramente a prendere il posto di Donnie. «State pensando di farmi compagnia?» chiedo mentre mi avvicino e il suo buon profumo mi si insinua fin dentro le ossa.

«In realtà stavo pensando che la signorina Stewart avrebbe voluto un po' d'aiuto!»

«Gentile da parte vostra, ma ora smettetela di torturare questo povero pezzo di legno!» ridacchio prendendolo in custodia

«Pensate che lo abbia fatto male?»

«No!» mi fermo, poi aggiungo al nostro silenzio solo perle di saggezza: «Ci avete provato. Quando una cosa la si fa col cuore, non sarà mai sbagliata.» afferro il coltello per sistemarlo «Vedete? Spesso si agisce per far piacere, per apparire, per rendersi diversi agli occhi degli altri. Ma voi...» prendo un bel respiro restando a studiare i suoi occhi scuri con un non so che di particolare, mi rendo conto di non aver mai perso tempo ad osservare tutti quei suoi piccoli dettagli «voi siete diverso.» mi sorride in modo ammiccante, il suo sguardo, adesso, è pura provocazione «non avete bisogno di fingere!»

«Megan...» posa una mano sulla mia fermandomi dal fare tutto «Cosa nascondi dentro?» e quel suo strano modo di fissarmi, va scemando piano piano «vedo un arcobaleno che ha perso un po' dei suoi colori.» abbasso lo sguardo, ho gli occhi lucidi e il cuore che va più veloce.

«Ci sono situazioni che ti cambiano la vita. Sono quelle più dolorose, quelle che non ti aspetteresti mai.» sono quelle cicatrici che hai sul cuore e le nascondi a tutti perché ormai sono stampate in te e nessuno capirebbe.

La porta si spalanca facendo suonare i campanelli che scendono dal soffitto, guardiamo entrambi nella stessa direzione: un signore dai capelli bianchi e la barba dello stesso colore, ci saluta restando ancora troppo lontano «Ho letto che vi serve aiuto.» dice studiando il volantino che ha in mano, come se volesse essere sicuro della nostra proposta, di essere al posto giusto, insomma.

Fisso l'uomo, poi Derek, poi ancora l'uomo sconosciuto «Si!» lo raggiungo in fretta e lo osservo da vicino. La sua imponente presenza mi fa luccicare gli occhi «Siete perfetto!» ride imbarazzato «Siete come vi ho sempre immaginato» oso commentare sotto voce! «È lui! È quello giusto! È...è il babbo natale dei miei sogni.» questa volta lo grido forte, voglio che la mia emozione arrivi persino nei posti più nascosti. Derek mi osserva con un sorriso enorme lasciandomi tutto lo spazio di cui necessito! «Come vi chiamate?»

«Oh...» sorride lasciando una mano sulla pancia poco gonfia «Mi andrebbe bene anche solo Nicola»

«Nicola...» ripeto per memorizzarlo velocemente «Va bene, Nicola. Allora vuole accogliere i bambini? Prenderli in braccio e ascoltare i loro desideri? Lo volete?»

«Lo voglio» risponde senza esitare. A questo punto mi scappa un gridolino di gioia, gli afferro la mano e lo trascino con me nella parte ovest del negozio per presentargli il costume che dovrà indossare.

Spalanco le ante dell'armadio ed estraggo l'abito rosso.
«È molto importante per me.» accarezzo la cintura nera «Deve funzionare, Nicola. Voglio che i bambini siano trattati con tatto, anzi, con cuore! Voglio che escano da qui con gioia e tanta voglia di ritornare. La prego, fate in modo che vada bene» allungo le braccia per affidargli definitivamente il compito. Prima si inizia, prima vedremo risultati.

«Ci conti, signorina Megan» lo guardo sconcertata, poi ricordo che il mio nome era sui volantini.

«Per la pancia useremo dei cuscini! Ora vi lascio tutto il tempo di cui avrete bisogno per diventare Babbo Natale.» ricambio il suo bel sorriso radioso e raggiungo Derek, mi fissa come se sapesse meglio di me ciò che provo adesso, ma non osa parlare ed io non oso provarci.

Fuori nevica,
la mancanza di Alex è come sentire l'aria che se ne va! In effetti non avrei bisogno di molto, in effetti mi basterebbe sapere che sia in vita, che ogni tanto i suoi pensieri tornino a me. Mi basterebbe sapere che il mio ricordo un po' lo faccia sorridere. Che gli dia pace quando il resto del mondo sembra volevo schiacciare. Mi piacerebbe sapere, che un po' di quella luce che ancora lo spinge a continuare, gliela abbia data io. Che negli occhi di chi ha al fianco, quando è stanco o ubriaco, ci veda i miei. Non per tanto, non per ore, giusto quell'istante che possa curarlo!

Era inverno, fuori c'era la neve, faceva freddo...e quella, pensai fosse la mia fine. L'ultima volta con l'amore della mia vita, colui che doveva essere mio marito, il padre dei miei figli, la ragione del mio sorriso...

𝚆𝚎 𝚊𝚛𝚎 𝚜𝚑𝚊𝚍𝚘𝚠𝚜×𝖜𝖊 𝖍𝖆𝖛𝖊 𝖕𝖆𝖘𝖘𝖊𝖉×Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora