24.Il ricordo di noi

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26 marzo 2015🌹

Si dice che bisogna arrivare a perdersi quasi completamente per capire quanto una persona sia importante, eppure io dico di no; sapevo quanto Alex fosse importante per me dal nostro primissimo sguardo e forse sembrerà impossibile o anche stupido, in fondo innamorarsi di uno tipo senza neanche conoscerlo non è molto normale, però è successo: ho amato Alex ancor prima di conoscere le sue abitudini, i suoi dolci preferiti o il lavoro dei suoi sogni. L'ho amato prima, e lo amo ancora, arrivati a questo punto credo che lo amerò per sempre.

In tutti questi mesi passati assieme dopo un addio che sembrava uccidermi ho provato ad abbassare le armi perché mi ha chiesto di farlo. L'ho fatto perché ho bisogno del suo amore e ne ho bisogno anche se di lui non sento più niente. È come se mi fosse lontano un miglio pur restandomi al fianco.
Continua a dirmi che va tutto bene ma io sento che non è così, non va bene, non va per niente bene!

Dopo una rottura è sempre difficile tornare sui nostri passi come se non ci fossero mai state crepe, il problema è che abbiamo sbagliato ancora: si deve andare avanti e cucire le ferite, insieme, restando mano nella mano... e noi, noi siamo tornati indietro.

Alex Smith
Le sono vicino e non riesco a dire niente. Non mi basta sapere che lei è qui, sotto le mie stesse coperte, non mi basta ma non riesco ad aprire bocca per trattenerla ancora un po'. La guardo, l'accarezzo, e mi sento perso: sono immobile, tra un forse dovrei agire e un non so più come si fa. Sono immobile, schiacciato dalle mie paure più grandi. Sono immobile, in un vortice di insicurezze; sono immobile fra i rumori dei miei pensieri e il buio del mio cuore.

Allora prendo una pausa dalla pausa e procedo pensando agli attimi di passato. La  sola cosa che potrebbe aiutarmi adesso è: il ricordo di quello che eravamo.

Belli come una risata dopo un temporale.

Eravamo stesi l'uno al fianco dell'altra per studiare le stelle. Quella notte fu Megan a scegliere per entrambi. Ricordo il suo sorriso alla semplice vista del cielo, un cielo così normale, così uguale a tutte le altre volte eppure così diverso. Mi prese per mano obbligandomi a stendermi sull'erba con lei. Ogni tentativo di deviare quel momento andava invano. Ricordo che cominciò a indicare l'enorme distesa di stelle che avevamo di fronte, proprio a milioni di anni luce dal nostro naso. Mi parló della faccia della Luna, di come Zeus trasformò una dea nell'orsa maggiore o del futuro che si poteva leggere in esse. Parlava tanto e di tutto. Parlava ma io non ci capivo niente. La sola cosa che mi interessava sapere era poter conoscere a memoria ogni tratto del suo viso, ogni sua strana espressione...
<<Hai mai sentito parlare del teorema di Platone?>> le chiesi.

<<Il teorema di Platone?>> i suoi occhi puntarono finalmente ai miei. Era così curiosa! Piccola e curiosa.

<<Già.>> quella volta fui io a fissare il cielo mentre le parlavo piano per farle restare impressa ogni parola. Volevo che ricordasse quel momento e lo mettesse fra i preferiti. <<Platone diceva che ogniuno è da immaginare come se fosse una mela divisa a metà. C'è solo un'altra metà che combacia perfettamente con essa...>>  ruotai di poco la testa per poterla guardare arrivando fin dentro la sua anima. Intrufolandomi in quella porticina che lasciava sempre aperta per me <<e tu sei la mia.>> senza battere ciglio, mi sorrise. Un sorriso innocente e tremendamente vero. Uno di quelli che nascono all'improvviso e che potresti ricordare per tutta la vita. Mi cambiava in meglio. Non ero capace di amare prima di lei. Cercavo l'amore senza trattenerlo per davvero, lo cercavo col solo scopo di passare le mie inutili ore. Nessuna che ne valesse realmente la pena. Poi ho visto Megan: i suoi occhi, il suo sorriso, la sua semplicità... e diavolo se ne valeva.

<<Quindi tu sei la mia?>>

<<Così sembra>>

Ma cosa mi fa? Cosa mi rende?!

Ho provato a darle il meglio di me anche se ora non ho niente. Ho cercato di mostrarle tutti i miei colori ma ormai stanno morendo.
Le ho regalato ogni mio attimo di felicità e so, lo so che di una persona si deve amare il bene e il male... ma fanculo, nella mia merda non ce la voglio.

«Ci vediamo domani?» mi chiede con un filo di voce. È bellissima, illuminata solo dalla flebile luce di questa candela rosa posta sul comodino. È distesa, ancora coperta da lenzuola bianche che ora sanno di noi. I suoi occhi brillano come ogni volta che li posa su di me. Non ha mai cambiato il suo strano modo di guardarmi: come se fossi qualcosa di spettacolare, una specie di eroe, il suo.
Le sorrido, in risposta, mentre continuo ad abbottonare la camicia. «Alex?!» Si siede sul letto e spalanca le braccia, so cosa vuole e ovviamente l'accontento. Con delle grandi falcate mi dirigo verso il suo piccolo corpo e la stringo forte a me. La sua leggera risata mi scalda il cuore, ricordo in un attimo perché me ne sono innamorato. «Allora ciao!» mi sussurra all'orecchio con quel tono caldo che a me piace tanto. Riesce a toccare note del mio cuore che neanch'io sapevo di avere.

«E allora ciao...» le ripeto portando una mano fra i suoi capelli scuri, un po' come se volessi una parte di lei sempre con me.

Uscire da questa stanza è un suicidio.

So di star lasciando per sempre qualcosa che mi appartiene e senza la quale vivere è impossibile: la mia anima.

In genere le avrei raccontato una storia, magari percorrendo il suo corpo, magari sussurrando, magari restando fermo davanti a lei. In genere è così che vado via: lasciando qualche parola, ma non oggi.

Non da quando raggiungere la sala d'attesa sta diventando sempre più frequente e sempre più frequente stanno diventando i miei sintomi. I sintomi di una malattia che ho scoperto di avere solo poco tempo fa. Come ho detto anche prima, non la voglio a soffrire con me, ho già messo in conto di poter perdere Megan. Di solito la vita ha una durata medio-lunga e la maggior parte di essa la si vuol trascorrere con la persona che si ama per potersi sentire completi... io avevo scelto di passare ogni secondo della mia vita con Megan, o almeno...
«Quanto mi resta?»

«Le possibilità di riuscita si sono abbassate drasticamente. Hai bisogno di un donatore compatibile, Alex... al più presto.»

O almeno era quello che volevo.

𝚆𝚎 𝚊𝚛𝚎 𝚜𝚑𝚊𝚍𝚘𝚠𝚜×𝖜𝖊 𝖍𝖆𝖛𝖊 𝖕𝖆𝖘𝖘𝖊𝖉×Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora