3.𝕴𝖑 𝖒𝖎𝖔 𝖙𝖔𝖗𝖒𝖊𝖓𝖙𝖔 𝖋𝖎𝖘𝖘𝖔

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27 febbraio 2013🥀
<<Correre nei corridoi è pericoloso>> dice portando la sua mano verso il mio viso per spostarmi una ciocca di capelli saltata dal nulla.

<<Scusami, non volevo spingerti... è che sono tremendamente in ritardo e questo è il sesto ritardo in una settimana, cavolo!>> alzo gli occhi al cielo sbuffando. Sempre stata la prima della classe! Non posso credere di star cadendo così in basso.
Sentire la sua risata quasi divertita mi spiazza. Lo guardo, lo guardo con più attenzione, è bello, alto, moro, mi perdo nei suoi occhi verdi, nel suo sorriso perfetto, in quelle fossette, in quelle leggere lentiggini sparate a caso sul suo volto. La sua felpa rossa come il sangue e i suoi jeans larghi con qualche strappo qui e lì. La sua carnagione chiara fa risaltare ogni suo tocco delicato, preciso, inebriante, sembra essere stato disegnato dall'artista più minuzioso in assoluto, studiato e creato come se dovesse essere esposto nel museo più visitato al mondo.
Il suo profumo che ancora è presente a contornare le nostre figure che ora sembrano unite, è qualcosa di elegante e forte al tempo stesso, riesce a stordimi come se fosse droga e tenermi in piedi come se fosse il centro dell'equilibrio stesso.

<<Ti va di fare un giro?>> sbarro gli occhi e lentamente mi compare un sorrisino che a poco si trasforma in una risata delicata, leggera, quasi come se non mi volessi far sentire.

<<Un giro io e te?>>

<<Un giro io e te>> ripete deciso, facendosi più vicino. Più mi guarda, più sento qualcosa dentro, qualcosa di particolarmente strano ma estremamente eccitante, è una di quelle emozioni che ti colpisce in pieno e che vorresti non finisse mai, non so spiegarlo, a questo punto immagino che non ci siano neanche parole giuste per poter rendere l'idea.
Faccio un passo indietro, spio la zona, poi ricado su di lui <<Cosa c'è?>> muove la testa <<Trovi strano il fatto che io ti abbia chiesto di venire con me?>>

<<Si>> Ride. In un attimo mi rendo conto che la sua risata è già stata intrappolata dalla mia mente e che non ne avrò mai abbastanza e che non avrà pietà di me, mai, in qualsiasi momento mi tormenterà e ho paura di non poterne più godere. <<Non credo che sia il momento adatto, tutto qui. E poi non ci conosciamo neanche>> Divento subito rossa, provo a scappare ma non mi concede neanche un passo. La sua mano con fermezza stringe la mia facendomi percorrere da brividi, resto a fissare questo gesto, tanto semplice quanto pericoloso.

Mi tira vicino a sé, allunga un braccio puntando l'indice verso qualcosa e bisbiglia: <<La vedi quella porticina, è un'uscita di emergenza, Vittorio è impegnato a stampare e Maddalena a parlare con le altre>> a questo punto porta lo sguardo nei miei occhi ma immediatamente distolgo il mio per guardarmi attorno nella speranza di star prendendo una decisione che non mi faccia pentire <<allora? Che ne dici?>> alza l'angolo della bocca sporgendosi fin troppo su di me. <<Mi fai compagnia?>> domanda come se fosse già al corrente dei miei pensieri, come se fosse così ovvia la mia risposta.

<<D'accordo>> sussurro. Sorrido teneramente lasciando che faccia un sospiro di sollievo, mi lascio trascinare all'esterno, dove assumiamo il posto di due agenti segreti in missione: ci intrufoliamo ovunque, strisciamo contro le pareti e corriamo come due pazzi per le strade fino a raggiungere un bar enorme, elegante e pieno di persone d'ogni età. Resto a fissarlo mentre i nostri respiri affannati si scontrano e le risate si uniscono.

<<Sei un pazzo>> oso dire non appena riesco a recimolare un po' di forza. Non correvo così tanto da anni, oserei dire.

Allunga la sua mano verso di me, esito molto prima di stringerla. Ho il cuore a mille e preferisco pensare che sia dovuto alla corsa.
<<Sono Alex Smith>>

𝚆𝚎 𝚊𝚛𝚎 𝚜𝚑𝚊𝚍𝚘𝚠𝚜×𝖜𝖊 𝖍𝖆𝖛𝖊 𝖕𝖆𝖘𝖘𝖊𝖉×Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora