17. Non Ti Deluderò

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15 novembre 2019🌹
<< Comunque io non smetterò mai di dirvelo! Megan dovevate dirmelo prima. Perché devo essere l'ultimo a sapere le cose? >> sbuffa buttando la sua ultima opera sul pavimento. Abbiamo deciso di chiudere un'ora prima perché già da qualche tempo le persone non mettono più piede qui dentro, cosa che decisamente ci sta mettendo di mal umore, arrivare a questo punto non sembra neanche reale e invece la tecnologia ha catturato tutti.

<< Donnie, sono stata io a bloccare il signor Derek. Se vuoi saperlo lui ci teneva tanto ma...io non volevo che tu ti demoralizzassi. Amo il tuo sorriso e dirti che avremmo dovuto chiudere te lo avrebbe strappato ancor prima >> abbasso il viso colpevole e si avvicina senza perdere altro tempo

<< D'accordo, io vorrei tanto arrabbiarmi con te. Sappilo. Si, si Megan. Sono molto arrabbiato con te, però, è difficile restare con le sopracciglia accavallate per troppo tempo >>

<< Scemo! >> gli do una pacca amichevole sul braccio e mi fiondo direttamente fra le sue braccia; siamo così belli insieme e so quanto sentirsi protetti fra le braccia altrui ti dà forza << Donnie, noi non chiuderemo, te lo giuro, farò l'impossibile >> a queste parole mi stringe più forte e più mi stringe più so di potercela fare, a volte un abbraccio è davvero tutto ciò che può darti la carica giusta.

<< Lo so! >> ritorniamo a fare quello che possiamo per poter continuare ad abbellire un posto che stanno trascurando entrando per poi uscire subito dopo uno sguardo disgustato, neanche il buon profumo riesce più a tenerli con noi.

<< Donnie... >>

<< Dimmi >> mi piombo dinanzi a lui e lo guardo a lungo prima di poter parlare con una certa titubanza

<< Come va con Emma? >> mi fissa per un attimo, poi, abbassa nuovamente lo sguardo per continuare a disegnare il suo prossimo oggetto da fabbricare << Nel senso, è già partita da qualche settimana per il suo lavoro...non ti manca? >> storcia le labbra e lascia tutto per potersi concentrare su di me

<< Ci sentiamo spesso >>

<< E con la tua ex? >>

<< Niente, sembra che per quel tipo rifatto ci abbia perso la testa... >> alza le sopracciglia abbozzando un sorriso divertito che copio alla perfezione

<< Sei innamorato di Emma? Vero? Tutte quelle sceneggiate con Roberta ma...a te non frega un cazzo di lei! >> esita un po' facendo uno scarabocchio accanto ad una renna uscita piuttosto bene

<< Ho amato tanto Roberta, ma quando capisci che hai ignorato il tuo cuore per troppo tempo ti senti stupido! Mi sento stupido, Meg! Ho lasciato che Emma partisse e non le ho neanche chiesto scusa...non lo avevo mai capito che anche lei, ecco... >> sbuffa esausto lasciando definitivamente la penna da parte.

<< Perché non la raggiungi? Le potresti dire ciò che pensi e smettere di farti pippe mentali. Che ne puoi sapere? Magari lei è lì che ti aspetta! >> sbarra gli occhi indietreggiando col viso

<< Sai dove mi farebbe arrivare? Dopo tutto ciò che è successo non lo accetterebbe mai, è troppo difficile >>

<< State continuando a sentirvi e voi volete la stessa cosa! È inevitabile, Donnie! Le cose sono difficili, e allora? Emma è difficile e allora? Che t'importa di dover ripetere una cosa più volte se è ciò che vuoi? Che t'importa di lottare se servirà a vedervi felici? Niente è semplice ma tu devi far sì che niente possa schiacciarvi, capito? Combatti, caccia le unghie, pensa e buttati Donnie, buttati prima che sia davvero troppo tardi. Devi farlo. >>

<< Devo... >> ripete con un filo di voce, lo guardo come si fa per chi vuole continuare a lottare ma ha bisogno di coraggio ed io si, si cavolo, sono pronta a ripetere di dover lottare fino alla fine, perché io non l'ho fatto e so cosa si prova a dover ripensare alla fine di tutto perché non sono rimasta, perché non ho lottato fino in fondo, so cosa si sente quando chiudi gli occhi e ripeti: "cazzo, avrei dovuto chiamarlo ancora perché non poteva finire così, non poteva."

Busso dolcemente allo studio del "Triciclo", già da un po' solo in possesso del Signor Derek. Spalanco la porta e mi fermo sul posto con lo sguardo fisso sulla sua schiena. È rivolto all'infinito, immobile e concentrato, quasi mi vien da indietreggiare e tornare più tardi ma la sua voce, partita giusto in tempo, mi fa capire che non posso lasciarlo da solo, non adesso: << Quando guardi le luci delle città senza osservarle davvero non ti rendi neanche conto di ciò che la vita ti offre. Case su case, negozi su distese di prati e mai nessuno che si accorge di quanta vita c'è persino in un semplice fruscio lontano. In fondo non siamo poi così diversi ma vogliamo assomigliarci per sembrare giusti, adatti ad una società che per apprezzarti deve vederti come loro: ricco, vestito bene, truccato...finto. Non lo so, mi sono fermato qui e sto guardando come il tempo passa e nessuno se ne accorge. Ti cade e ti chiedi il "perché", poi ci pensi, capisci che qualcosa non è andata bene ma ormai è andata e non puoi fare più niente >>

<< Non sono d'accordo. >> mi permetto facendolo girare con lentezza << Ci sono decisioni nettamente sbagliate ed altre solo sbagliate. Ci sono decisioni che prendi e non sai se sono giuste o sbagliate finché non si mostrano. Se sono giuste sono giuste ma, se sono sbagliate? No! Non sono sbagliate. Non potranno mai essere sbagliate se non ti fermi. Lo sbaglio in sé per sé non è uno sbaglio, lo sbaglio...è lezione. Dagli errori si impara sempre qualcosa, dalla storia di un errore è anche più semplice capire. Quindi, cavolo, sbaglia e vai avanti. Ci sono tanti progetti, la vita è lunga e bloccarti significa fermarmarla. Una storia non può finire perché si ha paura, perché uno sbaglio segna ma non insegna, si va avanti, cambiando, migliorando, ragionando soprattutto. Ed io ho un piano che potrebbe funzionare >> mi avvicino con passo svelto e più che deciso. Non voglio che la mia idea venga presa sotto gamba per cui la sbatto di petto.

<< Si spieghi meglio >>

<< Fra qualche settimana è Natale. I vicini saranno pur pieni di giochi, avranno giocattoli enormi, certo, alcuni addirittura si muovono da soli, camminano, parlano. Ma sa cosa c'è? Che loro sono finti. Vede lì? Un cazzo di babbo natale a dimensioni umane che muove la mano come la regina Elisabetta, quel coso parla e ride, quel coso è un mostro, è inquietante e ruba soldi. >> sospirando amaramente si butta sulla sedia in pelle e prende la sua penna fra le dita mentre mi squadra per bene, come se volesse arrivare a capire il mio concetto << Ci serve la novità e spesso la novità è ciò che è andato perso. >>

<< Del tipo? Lei che si veste da elfo? >> ride contenendosi mentre porta indietro la testa

<< Si! >> rispondo con tono ovvio << Si, se fosse necessario si. Signor Derek, lei non capisce. La magia del Natale può essere ovunque e quella non può essere rimpiazzata dalle macchine, le macchine si rompono, sono ripetitive e non hanno i brillantini. Comprano una play, vanno a casa, si rompe e la buttano. Fine. >> stringe lo sguardo << Ci serve Babbo Natale e ci serve adesso. Quello vero, quello in carne ed ossa >> dico incalzantemente dando un piccolo schiaffo alla scrivania che Derek resta ad osservare a lungo prima di cominciare a dare segni di vita.

<< Sarebbe la nostra ultima possibilità. Mi correggo, la sua ultima possibilità. Per cui, le do il mio consenso. Trovi questo Babbo Natale e me lo porti >> lo guardo con gli occhi lucidi. Presa dal momento mi chino su di lui per poterlo abbracciare anche se resta di pietra, anche se quel gesto me lo fa odiare. Mi allontano subito sistemandomi i vestiti e abbassando il viso rosso mi giro immediatamente per andare via, con una vittoria in tasca << Signorina Stewart? >> mi rigiro ancora una volta << Buona fortuna, in questo posto si ha davvero bisogno di lei >> sforzo un sorriso e vado via con un nuovo obiettivo.

È strano ma il mio Natale non si festeggia da anni, sarebbe più corretto dire che non festeggio il mio Natale da quando Alex è andato via. Ed ora mi manca più che mai, stringo il mio bracciale e spero che un giorno, un giorno qualsiasi, possa ritornare da me, possa bussare ancora alla mia porta e riportarmi con sé.

𝚆𝚎 𝚊𝚛𝚎 𝚜𝚑𝚊𝚍𝚘𝚠𝚜×𝖜𝖊 𝖍𝖆𝖛𝖊 𝖕𝖆𝖘𝖘𝖊𝖉×Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora