~chapter 12

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22 Settembre 2015

POV Michael

Michael suonò il campanello di casa Hemmings; erano le 16.00 ed era sicuro che Luke sarebbe stato solo in casa.

Risuonò un'altra volta impaziente, dondolandosi sui piedi fino a quando il ragazzo, con il respiro affannato, non spalancò la porta. Il biondo arrossì e sorrise, spostandosi di lato per farlo entrare.

Michael aspettò che il portone fosse chiuso, per afferrargli le guance e baciarlo. Il sapore era sempre il solito della prima sera: menta e cioccolato.

Lo attirò più vicino e infilò le mani fra i suoi capelli, tirandogli alcune ciocche; le mani di Luke premevano sulla sua schiena, accentuando la vicinanza fra i loro petti.

Interruppe il bacio per prendere fiato e gli morse un labbro -Ciao- sussurrò, mentre Luke strusciava il naso contro il suo.

Michael rifletté a come, in pochi giorni, le cose erano cambiate; fino a qualche settimana prima Luke era il suo amico di sempre, quello con cui cazzeggiare, mentre ora non riusciva a togliergli le mani di dosso.

Non aveva mai pensato di essere gay ed era ancora convinto di non esserlo; non erano gli uomini ad attrarlo, era Luke, solo Luke. Era Lukesessuale.

Il biondo si allontanò, senza staccarsi completamente -Come mai sei qui?- chiese giocherellando con il piercing. Quel piercing gli piaceva davvero troppo.

-Stavo pensando che dovremmo dirlo a Calum e Ashton- rispose -tipo ora-.

Il più piccolo lo guardò confuso -Co... cosa?-

-Che stiamo insieme, no?- chiese, alzando la testa per mordergli la mascella.

-Stiamo insieme?-

-Non è ovvio?- alzò le spalle, senza smettere di guardarlo negli occhi.

Michael e Luke entrarono in quella che oramai era la “tana” dei 5sos; si trattava di un appartamento in centro, che avevano comprato per poter passare del tempo soli fra di loro. Gli altri due erano già lì ad aspettarli, seduti sul divano a guardare la TV.

-Ciao- esclamarono in coro.

Michael si lanciò accanto a Calum e Luke lo seguì, mentre si torturava le mani; sentiva il suo calore di fianco a lui e poteva immaginare le ginocchia strette fra loro. Poteva immaginare il suo nervosismo, perché era lo stesso che sentiva anche lui ad ingarbugliargli lo stomaco.

-Stasera facciamo qualcosa?- chiese il moro giocherellando con il telecomando -Non ho voglia di stasera in casa, sono stato in casa per quattro giorni per colpa di quella fottutissima febbre...-

-Dovremmo dirvi una cosa...- esordì Michael, schiarendosi la voce.

-Cioè non ci posso pensare, sono stato davvero di merda- continuò senza prestargli attenzione -non sono potuto nemmeno andare in palestra...-

-Calum...-

-Sono tanti quattro giorni eh, che poi non posso ancora andare perché rischio una ricaduta...-

-Calum...-

-Ma secondo voi gli manco?-

-Ma a chi?- bisbigliò Luke, Michael lo fulminò e fece per parlare.

-Michela, come a chi!-

-STIAMO INSIEME!- urlò Michael, stanco delle interruzioni di Calum.

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