Tag è scappato.

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Tag si era lasciato convincere.

Finalmente aveva avuto una seria e lunga conversazione con Lucy. La ragazza non si dichiarava ancora al cento per cento soddisfatta ma almeno Tag l'aveva ascoltata, le aveva confidato alcune cose ed era propenso ad andare a scuola per imparare a domare l'essere dentro di sé che lo faceva vivere in conflitto con sé stesso e con gli altri.

Harry non sarebbe più dovuto andare con Lucy a trovarlo, e questo lo faceva dispiacere molto, ma meglio così. Avrebbe avuto un po' di tempo per rilassarsi e poi ci sarebbero state altre occasioni.

-Louis?- chiamò Harry, bussando alla porta dell'altro.
Gli aprì.
-Forza Styles! Dobbiamo sbrigarci.- Louis andava di fretta quel giorno anche se, come al solito, era impeccabile nella sua camicia bianca e nei suoi jeans aderenti -Tra pochissimo dobbiamo partire.
-Per dove?- chiese Harry, sedendosi su una delle due sedie della scrivania dell'altro.
-Per il Messico. Potrei aver individuato una bambina. Sta facendo una strage vera e propria, è un fenomeno che poche altre volte ho visto verificarsi.
-Messico? Wow! Non ci sono mai stato. Adoro tutti questi spostamenti.- disse giocando con un cubo di Rubik che aveva trovato poggiato sulla scrivania.
-Si..- Louis quel giorno era super deconcentrato.
Continuava a spostarsi per la stanza in cerca di cose da dover portare con sé. Harry però era abituato. Faceva sempre così prima di partire per una nuova meta.
Prendeva di tutto, anche cose che non gli sarebbero mai e poi mai servite, come il pugnale con il rubino che si portava sempre dietro.
-Devo ancora capire perché ti porti sempre dietro quel coso.- disse Harry.
-Perchè è utile, Styles. Più di quanto immagini.

Il pugnale non serviva tanto ad attaccare. Quanto a difendersi. Aveva si una lama, e quindi poteva ferire in caso servisse, ma la sua particolarità tanto utile era quella di riuscire a bloccare e respingere qualsiasi tipo di incanto.

-Ma tu riesci già a respingere i poteri altrui. A che ti serve portarlo dietro?
-Serve a te. Nel caso in cui ci attaccassero, tu rimarresti scoperto senza questo. Almeno così posso stare tranquillo.

Louis diceva spesso cose del genere ed Harry non sapeva mai come reagire.
Cosa voleva dire che lui poteva stare tranquillo? Poteva essere sereno perché così non doveva occuparsi anche di lui o perché teneva a lui e non voleva che gli facessero del male? Questo Harry non riusciva a capirlo, continuava a tormentarsi.

Harry era arrossito.
-E che tipo di stragi sta facendo questa bambina?- cambiò discorso.
-Strage di cuori.
Harry non capì se stesse scherzando, visto che gli dava le spalle, poi Louis si avvicinò e lui capì che fosse serio.
-Strage di cuori?- chiese stupito.
Louis annuì.
-Giá! In Messico hanno perso tutti la testa per lei. Credo che sia davvero piccola. Devo capire che tipo di potere sia. Potrebbe essere un nuovo tipo, una nuova categoria diciamo. Sarebbe fantastico, se fosse così, poterla avere qui con noi. È una dote rara se non unica.
Harry annuì.
-Bene. Credo di aver preso tutto. Andiamo!- e detto ciò, uscì dalla stanza senza nemmeno aspettare Harry, che dovette corrergli dietro.
-Tu non aspettarmi mai, eh?!- gli disse Harry, ormai al suo fianco.
Louis sorrise poi lo guardò.
Harry sentiva ancora il rossore sulle sue guance presente e quello sguardo che Louis gli aveva dedicato, fece aumentare il rossore ancora di più.
Non seppe se per questo o per qualche altro motivo ma il sorriso di Louis si fece ancora più largo ed ancora più bello poi tornò a guardare davanti a sé.

Usciti di li, sotto lo sguardo di tutti gli studenti presenti nei corridoi, Louis gli prese la mano, pronto a teletrasportarsi ma qualcuno li chiamò prima che questo potesse accadere.
Ad Harry non dispiacque avere ancora la mano di Louis sulla sua. Il contatto tra loro lo emozionava sempre, lo faceva sentire vivo e dannatamente felice. I brividi non smettevano quasi più di percorrere il suo corpo ed Harry sentì il suo cuore aumentare la velocità dei battiti.
-Aspettate!- era Éclair.
-Che succede?- chiese Louis, preoccupato.
-Tag!
Anche Harry ora era preoccupato. La faccia di Éclair non faceva presagire nulla di buono.
-Lucy è andata a parlare con i suoi genitori.
-E?- chiese Harry.
-L'hanno cacciata via da casa loro. Non vogliono più vederci ne sentir parlare di noi.
Harry aprì la bocca sconcertato.
Questa proprio non ci voleva.
-E ora?
-Ora non lo so. Liam è tornato qui per avvisarmi. Dobbiamo andare Harry, hanno bisogno di te. Tu magari puoi farli ragionare.
-Ma io devo andare ora. Ho questa..
-Harry solo tu puoi riuscirci. Incantali. Fai qualcosa. Quel ragazzo ha bisogno di aiuto, assolutamente.- continuò Éclair, ancora con il fiatone.
-Vai.- sentì dire improvvisamente da Louis.
-Ma tu...
-Io andrò da solo.- Louis non sorrideva più come prima.
-Sei sicuro?
-Styles, sono capace a fare le cose da solo. Le facevo anche prima che arrivassi tu. Vai! Hanno bisogno di te.
Harry notò come la sua voce fosse improvvisamente cambiata. Era più distante, più freddo ed Harry poche volte lo aveva visto così.
Annuì, anche perché era rimasto male per le parole di Louis ed il modo in cui le aveva dette.
-Andiamo Harry! Non c'è un minuto da perdere. Liam ci sta aspettando ed anche Lucy.- continuò Éclair.
E così Harry lasciò la mano di Louis. Un senso di mancanza gli si attaccò addosso. Poi seguì Éclair. Si voltò solo una volta per guardare Louis, che però era già sparito.

Saturno non ha anelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora