Terzo piano, Aula 3

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-Ei? Come stai?- chiese una voce accanto a lui.
Qualcuno era entrato nella sua stanza ed ora gli stava vicino.
-Bene.- rispose Harry a Gemma.
Sua sorella era venuta per passare qualche giorno con lui.
Louis doveva averle detto che da giorni non fosse più dell'umore per fare nulla. E così lei era andata a tirarlo un po' su di morale. Soggiornava in camera sua dal giorno prima.
-Non sembra.. la camomilla che ti ho portato non ti piace?
-No, è buona. Solo che se me l'hai portata per farmi tornare ad essere felice.. beh, credo che sia inutile in quel caso.
Gemma non rispose, rimase in silenzio. E a quel punto Harry si girò verso di lei con un sorriso triste.
-Ci vorrebbe un miracolo per quello.- ammise.
-Ci vorrebbe Tag.
Harry ancora sentiva un groppo in gola al solo suono di quel nome.
-Giá...- ammise tirando su con il naso.
Sua sorella lo abbracciò, desiderosa di farlo stare bene.
Harry triste era la visione più innaturale che esistesse.
-Dov'è Imi?- chiese Harry ad un certo punto.
-Con Louis. Sono nel parco che giocano.
Harry annuì.
-Imani ha bisogno di Louis ora. Anche lei da quando Tag è andato via- gli tremò la voce a quel punto- è molto triste. Ha bisogno di un po' di spensieratezza.
Gemma annuì.
-Anche tu però hai bisogno di spensieratezza.- continuò lei.
-Ecco perché tu sei qui, giusto?
Gemma alzò le spalle.
-Io faccio quello che posso.- fece una pausa -Anche a te servirebbe Louis.- ridacchiò.
Harry sorrise, leggermente divertito.
-Giá.
Per la prima volta, Harry riuscì a ridere con sua sorella dopo la storia di Tag. Ma fu solo per un breve istante.
Poi tutto tornò come prima.

Gemma, due giorni dopo, cominciò a fare i bagagli.
-Vai già via.. perché?- chiese Harry seduto sul suo letto.
-Lo sai che devo tornare. Devo lavorare e Jason ha bisogno di me.
-Perchè?
-Perchè non posso trascurarlo, Harry.
-Ma io sono tuo fratello ed ho bisogno che tu rimanga con me per un'altro giorno.
Gemma sospirò e si avvicinò a lui.
-Senti- posò una mano sul suo braccio -sono rimasta con te un giorno in più di quanto programmato. E l'ho fatto perché volevo farlo, quindi è stato un piacere per me. Ma ora devo davvero andare.
Harry sbuffò.
Non voleva che Gemma andasse via.
-Va bene...- mormorò alla fine.
Gemma gli accarezzò il viso, lasciò un bacio sulla sua guancia poi riprese a fare la valigia.
Harry la guardò impotente.
Si alzò e prese le sue cose.
-Dove vai?- chiese lei.
-Non mi va di guardarti mentre fai le valigie. Vado di sotto. Quando hai finito raggiungimi li.
-Sotto dove?
-Nelle aule. Sarò nella terza. Questa mattina si sono allenati e sarà ancora tutto in disordine. Vado a mettere a posto le cose, quando hai finito mi raggiungi così ti accompagno giù.
Gemma annuì e così Harry uscì.
Scese le scale e percorse parte del corridoio fino all'unica stanza ancora aperta che c'era.
Poi si mise seduto sulla panca accanto alla porta e lì aspettò. Dei rumori venivano dalla sala ma lui non fece caso a questi.
La testa ancora pensava ad altro..

Gemma scese dopo dieci minuti.
Harry chiuse gli occhi, si concentrò mentre sentiva i passi di lei sulle scale.

La panca in cui lui era seduto in quel momento era vuota. Nessuno era presente nel corridoio.

Gemma passò davanti a lui senza vederlo, esattamente come Harry aveva deciso.
-Harry, sbrighiamoci o farò tardi. Oh! Ciao.- sentì dire dalla voce di Gemma.
Harry si alzò dalla sua sedia e si avvicinò alla porta. Prese la maniglia tra le dita e la chiuse poi girò la chiave.
-Che succede?
-Non lo so.
-Ma Harry dov'è?
-Non lo so. Qui non c'è.
-Ma è sceso dieci minuti fa.
-Non so cosa dirti.- qualcuno stava provando ad aprire la porta ma Harry non vi badò.
Gemma cominciò a chiedere aiuto a quel punto ma Harry ormai procedeva verso le scale, le scendeva ed arrivava al pian terreno.
Si avvicinò ad un ragazzo posizionato dietro il bancone della reception.
-Ciao Dean.
-Harry! Ciao!
-Senti dovrei chiederti un favore.
-Dimmi pure.
-Al terzo piano due persone sono chiuse nell'aula tre.
-Vado subito a tirarle fuori.- disse con la chiave già in mano il ragazzo.
-No, non hai capito. Devono rimanere chiuse lì finché non lo decido io.
Dean sbarrò gli occhi.
-Ma sei sicuro Harry?
Harry annuì.
-Si. Vorrei chiederti di andare di sopra ed accertarti che nessuno apra quella porta.
-Ma Harry..
-Dean, non ci stiamo capendo! Se vengo a sapere che li hai liberati prima che io te lo dica, finirai i tuoi anni qui in punizione. Sono stato chiaro?
Dean annuì.
-Perfetto. Ah, Dean!- lo fermò prima che potesse sparire su per le scale. -Qualsiasi cosa diranno quelli dentro l'aula, se li tiri fuori ne risponderai a me.
Dean annuì un'altra volta, spaventato, poi Harry lo guardò dirigersi di sopra.

Saturno non ha anelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora