Oltre la cascata

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"Alle loro spalle, nascosto dietro la porta, una persona aspettava che entrambi si addormentassero."



Quando Louis si fu addormentato, solo allora, egli entrò nella stanza.
Senza fare rumore si avvicinò ai due e li guardò dall'alto.
Poi si accovacciò sulle gambe e si trovò all'altezza del viso di Harry.

Si prese del tempo per guardarlo, mentre dormiva ignaro.
Poi sorrise.

Era da tanto che non vedeva più il viso di Harry.
Era da tanto che non vedeva più Louis.
Quei due negli anni non erano cambiati per niente e finalmente, pensò Tag, erano finiti insieme.
Non sarebbe potuto andare diversamente.
Avrebbero dovuto farlo molto prima, quando lui ancora viveva li.

Era stato strano ripercorrere quei corridoi, vedere quelle aule, perdersi tra i pensieri su quelle scale.
Gli sembrava appartenere tutto ad un'altra vita eppure ricordava con nostalgia tutto ciò.

Ma più di tutto, era ad Harry a cui pensava sempre con nostalgia.

Almeno sembrava stare bene, pensò guardandolo mentre era addormentato.
Quel pomeriggio aveva pensato al peggio ed invece eccolo lì, stanco morto ma almeno ancora vivo.

Era rimasto di stucco quando davanti a Saturno si era presentato Louis.
Si erano guardati negli occhi entrambi ed aveva sentito il suo cuore come fermarsi.

Ma il peggio era arrivato quando aveva capito che Jill non fosse chi diceva di essere.
Quando aveva visto Saturno cambiare idea così rapidamente sulla sua sorte, aveva intuito che ci fosse una sola spiegazione possibile.
Aveva visto tante volte Harry incantare le persone, lo poteva riconoscere ad occhi chiusi.

Per un attimo aveva pensato che potesse accadergli qualcosa di brutto e si era assicurato che sulla via del ritorno nessuno li trovasse.
Harry doveva tornare a casa sano e salvo!
E così era stato.

Ora era sicuro che stesse bene e poteva anche andare via.

Così lo guardò un ultima volta mentre dormiva beato poi si alzò e, con un ultimo sguardo a Louis, uscì dalla stanza.

Scese di sotto e fece lo stesso con tutte le scale fino al parco. Stava per andare via ma c'era un ultima cosa che doveva fare.
Si diresse verso il dormitorio delle ragazze e, prima che alla reception potessero vederlo entrare, divenne ombra scura.
La signora dietro la scrivania nemmeno fece caso al suo passaggio. In quella forma poteva venire scambiato benissimo per fumo nero. E poi lei era deconcentrata dalla sua rivista di gossip.

Annusò l'aria e cercò l'odore che conosceva bene. Quell'odore di bimbo piccolo e di sapone.
Si insinuò sotto la porta ed entrò nella stanza da cui proveniva l'odore.
Una volta sicuro che li tutti dormissero, riprese la sua forma e si avvicinò ad un lettino piccolo, messo accanto a quello di una ragazza più o meno della sua età con i capelli rossi.
Si accovacciò anche lì e, ad altezza viso, guardò Imani dormire.
Le accarezzò la guancia con delicatezza così da non svegliarla ma lei aprì gli occhi nonostante le sue accortezze.

Non si spaventò però.
Gli sorrise solo.

Quanto gli era mancato quel sorriso. Era il più dolce e puro che esistesse sulla terra.

-Lo sapevo che saresti tornato...
Tag le sorrise a sua volta e continuò ad accarezzarle il viso.
-Davvero?
Lei annuì ancora sorridendogli dolcemente. Quegli occhioni verdi non erano affatto cambiati con il tempo.
-Sono passato a salutarti..- bisbigliò -Volevo vedere come stessi, quanto fossi cresciuta..
-Non rimani?- chiese dispiaciuta lei.
Tag scosse il capo.
-Perchè? Ti ho fatto arrabbiare?
-Non mi potresti mai far arrabbiare tu..
-Allora Lou? O Harry?
Tag scosse ancora il capo.
-Ci sono delle cose che devo fare e non posso rimanere qui..
Vide una lacrima fare capolino dai suoi occhi.
-Non devi piangere..- l'asciugò con il pollice -Io e te rimarremo sempre insieme..
-Come? Tu non ci sei più.
-Ma sono sempre con te.. ti penso tutti i giorni..
-Davvero?- la piccola tirò su con il naso.
-Davvero..- si protese e le lasciò un bacio sulla guancia. -Adesso dormi, piccola peste... Domani devi andare a scuola..
-Lo sai che sono la più brava?
Tag sorrise genuinamente.
-Lo sapevo. Non poteva essere diversamente..
Imani gli sorrise poi si alzò sulle sue piccole braccia e si mise seduta sul letto.
Si sporse e lo abbracciò.
-Mi verrai a trovare di nuovo?- chiese ancora abbracciata a lui, mentre Tag la stringeva forte sentendo il suo odore.
-Promesso.
Con un ultimo bacio sul suo viso, Tag la fece stendere.
-Rimango con te finché non ti addormenti..

E così fece.
Imani chiuse gli occhi e dopo un bel po' capì che avesse preso sonno.
Il suo respiro si fece più profondo ed allora, ancora perso a guardarla, Tag le accarezzò un'ultima volta i capelli. Poi si dissolse in fumo nero, strisciò sotto la porta della camera ed arrivò fino al parco.
Solo allora percorse tutto il tragitto fino alla cascata, lentamente e con le mani nelle tasche della felpa.
Si voltò solo una volta indietro, per guardare quella che per tanti anni era stata casa sua.

Poi si voltò di nuovo e proseguí oltre la cascata.

Saturno non ha anelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora