I cinque

610 40 6
                                    

Harry era sceso di sotto assieme agli altri.
Erano usciti presto quella mattina perché, secondo Louis, il lavoro che ci sarebbe stato da fare era enorme e quindi bisognava partire molto presto.

I genitori di quest'ultimo erano arrivati da una ventina di minuti e si trovavano già in ufficio mentre Harry e gli altri stavano di sotto.

Harry guardava i ragazzi procedere verso la scuola dai dormitori, pronti per andare a Mensa per la colazione e poi a lezione.

C'erano un sacco di ragazzi, un continuo via vai. Harry, quando era ancora uno studente, alle volte si perdeva in tutto quel marasma e si ritrovava in posti dove non sarebbe mai voluto andare. Alle volte, diretto alla Mensa, si ritrovava trascinato fino alla lavanderia ed altre ancora, uscendo dalla Biblioteca, era poi finito alle aule di Allenamento senza aver capito nulla di come avesse fatto.

La calca ti trascina letteralmente.

Quando i ragazzi cominciarono a disperdersi e a scarseggiare, due attirarono l'attenzione di Harry.
Procedevano verso di loro, uno visibilmente eccitato e con una gran parlantina mentre l'altro con la palese voglia di soffocare quella persona nel sonno.

-Buongiorno!- salutò Harry ridendo già a quella vista.
I due si fermarono accanto al gruppo, ed uno di loro sorrideva divertito.
Louis, accanto a lui, salutò.
-Tutto bene Tag?- chiese.
Tag gli lanciò un occhiata fulminante.
-Potrebbe andare meglio.
Gli altri risero.
-Iv non lo stressare troppo!- fece Harry alla ragazza.

Harry era felice di vederla di nuovo sé stessa. La gioia, l'entusiasmo e la felicità che la distinguevano erano finalmente tornate.

-Non lo sto stressando. Sto solo cercando di farlo sentire accolto e benvoluto qui con noi.- rispose lei pimpante.
-No, mi stai proprio stressando.- rispose lui serio.
Iv alzò gli occhi al cielo.
-Ma sei tornato da poco. Sicuramente gli amici che avevi qui un tempo se ne sono andati via tutti e non puoi stare da solo.
-E perché no?
-Perchè è noioso e brutto stare da soli.
-A me piace. E anche tanto!
Iv scosse il capo e gli fece segno di stare buono li. Poi si rivolse ad Harry.
-A che ora tornate oggi?- chiese.
-Non lo so. Potremmo tornare anche domani, se le cose dovessero essere troppo lunghe.
Iv annuì.
-Penso io a Imani allora.
-Perchè non ci pensate insieme?- chiese Louis. Rideva perché sapeva già che Tag non sarebbe stato per niente d'accordo.
Infatti, quest'ultimo, lo fulminò di nuovo con lo sguardo.
-Posso occuparmi di Imi quando volete. Ma da solo!
-Ma tu fai tutto da solo?- chiese Iv curiosa.

La cosa che faceva ridere molto era proprio il fatto che più Tag le rispondesse male, più lei si avvicinava a lui. Più lei si avvicinava e più lui sembrava assumere un aria di sufficienza.

Tag così salutò gli altri e, senza risponderle, tirò dritto verso la mensa.

Subito dopo aver fatto pace, Harry aveva restituito la vecchia camera del dormitorio a Tag, così che potesse di nuovo far parte della loro squadra.
Anche se non frequentava le lezioni, sarebbe rimasto comunque con loro.

Iv li salutò con la mano, sorridente.
I suoi occhi si puntarono su Liam. Un sorriso debole le sfiorò per un attimo il viso ma, per quanto fu veloce e debole come sorriso, avrebbe anche potuto essere solo frutto dell'immaginazione di Harry.

Quest'ultimo, mentre Iv seguiva Tag verso la scuola, guardò Liam. Lo trovò con un viso sereno, l'espressione contenta.
-Va bene così.- disse ad Harry.
L'altro annuì, felice anche lui.

-Bene. Non perdiamo altro tempo.- disse Louis.
-Non avevi detto che ci avrebbe dovuto raggiungere qualcuno?- chiese Lucy.
-Si ma ci aspetta li.
E così, unendo le loro mani, si diressero in Cina.

Saturno non ha anelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora