La storia che verrà... forse?

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Non sono più in Canada.

Lo capisco quando sento il calore dei raggi del sole sulla pelle, colpiscono i miei occhi, ma soprattutto per il fatto che non sono circondata da alberi.

Il fatto di essere ancora viva mi fa tirare un sospiro di sollievo, mi metto seduta, però la consapevolezza di ciò che è successo mi piomba addosso.

Ho l'immagine di Jared trafitto che non vuole lasciare la mia testa, continuo a vederlo, ed in qualche modo so che è colpa mia.

Vorrei potermi fermare, lasciare sfogare tutto il dolore che sento ma non posso, è un lusso che non posso permettermi, non in questo momento.

Quando mi rimetto in piedi, osservo il punto in cui sono andata a schiantarmi, la prima cosa che noto è il fatto che ho lasciato il segno delle ali, è una cosa tipica degli angeli.

Quando muoiono e lasciano questo mondo, si lasciano alle spalle il loro tramite e il segno delle ali sul terreno.

Ho sempre detto a Jared che il mio sangue è quasi del tutto umano, che i miei poteri da Banshee sono qualcosa che non mi spiego del tutto.

La verità è che nemmeno io so quale siano mie origini, la mia storia la conosco soltanto in parte, non so nemmeno chi sia mia madre.

Ho 300 anni, un padre che vedo soltanto in sogno, una presenza che aleggia sulla mia intera vita ma non riesco ad inquadrare, ed una madre che per quanto ne so non esiste.

Questi poteri sono un'altra in cognita da svelare della mia vita, anche se non pensavo che avrei dovuto pensarci ora.

Ho tante domande che mi frullano per la testa, zero risposte da dare a me stessa.

Mi trovo nei pressi di un lago, il perimetro è delimitato da una recinzione che ha visto giorni migliori, un cartello su cui si leggono a stento, le parole "pericolo" e "divieto d'ingresso".

La mia attenzione viene attirata da altro, quando sento dei passi, li sento alle mie spalle sto per voltarmi, ma avverto una presenza che non dovrei sentire.

Mi superano senza fermarsi, vedo un uomo con un trench, sento anche una presenza mortale che incombe su di lui, qualcosa di potente e antico che aleggia su di lui, come un rapace pronto a piombare sulla sua preda.

I suoi passi si bloccano, come se solo in quel momento si fosse reso conto della mia presenza, volta il capo verso di me e mi scruta.

-Castiel?- sussurro.

Castiel non dice nulla, si limita ad osservarmi, non faccio nemmeno in tempo a dire altro che lo vedo piegarsi su se stesso.

Succede tutto così rapidamente che nemmeno io, so come sia potuto succedere, Castiel sorride verso di me, per un solo momento assomiglia al Castiel che conosco io, ma dura poco.

Castiel punta verso il centro del lago, mi aggrappo al trenchcoat di Castiel, prima che si diriga verso il centro.

Sento il suo sussurro alle orecchie "devi stare lontana da loro" mi allontana con un gesto deciso, quel sussurro mi ha lasciato confusa.

Loro chi?

Stringo ancora tra le dita il suo trench, quando lo vedo sparire all'interno dell'acqua, vorrei urlare ma non ci riesco.

Una mano si posa sulla mia spalla, mi costringe a voltarmi, non faccio in tempo a vedere chi sia o fare nulla, che mi ritrovo un pugno che va a colpirmi dritto sul naso.

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1.

Non so se mi sono svegliata da sola o per il dolore che sento al naso oppure per il fatto che qualcuno mi sta lanciando dell'acqua addosso.

Storia di una BansheeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora