Un momento d'infantilitá

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Quando Strecatto sì svegliò come prima cosa notò delle mura nuove intorno a lui,
Guardandosi attorno notò di essere in una specie di clinica,
Ma non era quella a cui era abituato,
Spostò la tendina che circondava il lettino in cui si trovava,

???:«Buongiorno signore, come si sente?»

Strecatto voltò lo sguardo e vide una ragazza con una divisa da infermiera.
Aveva dei capelli mossi, lunghi e castani,
I suoi occhi avevano una particolare accentuazione violacea ,con cui il riflesso sulle lenti degli occhiali che indossava giocava.
In oltre,
sembrava essere della sua età.

Stre:«Mi sento bene. Ma perché sono qui?»

Infermiera:«Stamattina lei ed il signor Tobi siete stati trovati dormienti sul prato umido dal giardinere. Avevate entrambi la febbre perciò siete stati portati qui e fino alla vostra completa guarigione, sarete congedati da ogni vostro dovere per rimanere sotto le mie cure.»

Probabilmente a causa della febbre,
Che gli faceva sentire il capo molto leggero,
Strecatto ci mise qualche secondo per comprendere a pieno le parole dell'infermiera,
Ma poi annuì in cenno di approvazione.

Stre:«Anche lei vive alla Villa?»

L'infermiera all'inizio un po' sorpresa si lasciò sfuggire una risata,
Per poi tornare seria,

Infermiera:«Certo che no, sono presente solo su richiesta alla Villa, io lavoro presso l'ospedale della città a qualche ora da qui.»

Strecatto fece una smorfia mostrando un misto di confusione e quasi disprezzo,

Stre:«Perchè una donna di città vorrebbe anche solo avvicinarsi ad un paesino sperduto e privo di attrazioni come questo?»

Quando si rese conto delle sue parole distolse lo sguardo dall'infermiera e lo fissò sul pavimento per la vergogna,

Infermiera:«...Beh, diciamo che è più un senso di dovere infatti. Non verso questo luogo in sé, ma più verso alcuni degli abitanti di questa villa. Ora devo assentarmi un secondo, non svegli il signor Tobi, merita come minimo un riposo tranquillo.»

Disse iniziando a dirigersi verso una delle due porte presenti in quella stanza,

Stre:«Aspetti un secondo.»

L'infermiera si fermò voltando di poco il capo verso Strecatto,

Strecatto:«Come dovrei riferirmi a lei quando le parlo?»

Lei riprese a camminare,
E dopo aver aperto la porta si fermò nuovamente,

L'infermiera:«Chiamami Anna.»

Disse,
Per poi chiudersi la porta alle spalle.
Strecatto non sapeva che fare e la noia stava prendendo la meglio,
Non era abituato a rimanere solo a lungo,
E ora  on aveva nessuno con cui interagire,
Non se lasciava Cico dormire,
Ma si tolse immediatamente dalla mente l'idea di guastargli il sonno,
Aveva intuito dalle torri di fogli e documenti che lo circondano nel suo studio che probabilmente era molto stressato,
Ma soprattutto aveva paura di venir sgridato e punito o ancora peggio,
Che venisse cacciato.
Alla fine decise che la cosa più saggia che poteva fare era dormire.

                  ~Dopo due ore~

Strecatto iniziava a perdere la pazienza,
Non sapeva di preciso quando tempo fosse passato,
e l'assenza di finestre non lo aiutava a capirlo,
Ma sapeva che era anche troppo per i suoi gusti,
Oltre al non riuscire ad addormentarsi,
E dovendo stare sotto le coperte,
Stava morendo sia di caldo che di noia.
Strecatto appoggiò il viso sul materasso del letto e inizio a riempire di pugni il cuscino,
Ma dopo poco si stancò e smise.
Allora iniziò a girarsi e rigirarsi nella coperta.

???:«Cosa stai facendo-?»

Strecatto si pietrificò ed il suo corpo venne attraversato da un'ondata di freddo,
Era troppo concentrato nel fare cose a caso che non era riuscito a riconoscere la voce,
La paura di aver svegliato Cico lo travolse,
Impedendogli di girarsi per vedere chi era.

La persona si posizionò davanti ai piedi del letto a braccia conserte,

Anna:«Perciò? Sì può sapere che ti è preso?»

Strecatto tirò un sospiro di sollievo e si mise seduto,

Stre:«Oh niente di che, menomale che è lei, per un secondo credevo di aver svegliato Cico.»

Lei lo guardò confusa,

Anna:«Ma il signor Tobi si è svegliato ed è uscito dall'infermeria all'incirca una mezz'ora fa. E poiché era guarito non l'ho fatto tornare.»

Stre:«Ah sì, capisco.»

Ma poi capì veramente,

Stre:«LUI COSA-!?»

Anna:«Credo che tu invece dovrai rimanere ancora un po' qui, sembra che sei ancora ammalato.»

Mi avrá visto?
No,
Non credo sia passata mezz'ora da quando ho iniziato a comportarmi in quel modo,
Ma se mi avesse visto?
Penserà che mi comporto da immaturo,
Mi licenzierà di sicuro,
Qui sono tutti così responsabili,
Dopo questo non mi vorrà più vedere né parlare!
No aspetta-
L'ultima cosa non ha senso,
Perché mi dovrebbe importare?

Anna:«Visto? Non si accorge neanche che gli stiamo parlando, deve rimanere ancora qui, non è guarito.»

Cico:«Ma così salterà altri giorni di lavoro.»

Strecatto si gettò in avanti,
Quasi perdendo l'equilibrio e cadendo fuori dal letto,
Ma si salvò aggrappandosi alla manica della giacca di Cico,

Stre:«Aspetta! Non è vero, mie ero solo un po' deconcentrato. Io sto benissimo, posso lavorare!»

Cico era un po' scosso e lo si intuiva dalla sua espressione sorpresa,

Cico:«Capisco, allora questo pomeriggio non voglio vederti poltrire. Ora vai alla sala è ora di pranzo.»

Stre non capiva il perché,
Ma il suo intuito gli diceva che nonostante l'espressione seria e comporta che Cico aveva nuovamente preso,
Lui era un po' felice che Strecatto fosse così disposto a lavorare,
E questa piccola cosa rendeva felice anche lui.

Quell'incontro proibito (Strecico)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora