La lettera

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Cico assunse uno sguardo pensieroso e poi serio.

Cico:«Falla passare sotto la porta.»

La persona dall'altra parte della porta obedì, una lettera scivolò da sotto la porta dentro la stanza.
Strecatto prese la lettera e la posò sulla scrivania di Cico.
Cico prese un aprilettere da uno dei casetti della scrivania, e con un po' d'esitazione aprì la lettera, mentre la leggeva, Strecatto non riusciva a fare nient'altro che osservare Cico con un forte senso d'ansia inspiegata.
Quando Cico finì di leggere, posò la lettera in un cassetto.

Cico:«Organizzerò una festa.»

Era una cosa bella, allora perché aveva uno guardo così cupo e un tono così grave mentre lo diceva?

Stare:«Come mai?»

Nonostante l'ansia che provava, la sua curiosità era più forte,

Cico:«Per poter migliorare i rapporti con un'associazione che conosco bene, e per chiarire alcuni malintesi...»

Nonostante Cico avesse risposto alla sua domanda, Strecatto si sentiva come se non avesse risposto, ma l'aria nella stanza era diventata troppo pesante per i suoi gusti, e non voleva rischiare niente.

Stre:«Perciò che cosa dovrei indossare alla festa?»

Con questa domanda cercò di sdrammatizzare un po', Cico fu chiaramente colto di sorpresa da quella domanda,

Cico:«Certo che hai proprio una fissa per il tuo aspetto eh?»

Stre:«Certamente! Il primo passo per essere felici è prendersi cura di sé e del proprio aspetto!»

Cico si lasciò sfuggire una risatina,

Cico:«Non te ne preoccupare, verrà un sarto che ti darà un outfit adatto, certo che se vuoi, puoi proporgli di realizzare un tuo bozzetto. Ma dovrai sbrigarti, tra tre giorni arriverà.»

A quelle parole venne investito da un mare di felicità.

È sempre stato il mio sogno poter avere tra le mani un vestito disegnato da me,
E ora quel desiderio si può avverare!

Strecatto fece cenno di 'sì' con la testa e si rimise subito a pulire la stanza cercando di non tralasciare niente per la fretta.

               ~Una mezz'ora più tardi~

Strecatto guardó l'ufficio sodisfatto,
Era tutto perfettamente pulito ed in ordine, persino la scrivania di Cico.
Aveva fretta di andare via, ma nonostante ciò non riusciva ancora ad andarsene, si sentiva come se mancasse qualcosa per dire che aveva finito il suo compito.
Ancora con lo straccio in mano, fissò Cico, e lui dopo poco se ne accorse ed alzò il capo guardandosi intorno.

Cico:«Hai fatto un ottimo lavoro.»

Quelle semplici parole accompagnate da un leggero sorriso bastarono ad alterare il battito di Strecatto, che strinse lo straccio tra le mani e ricambiò con un sorriso.
Mise poi apposto lo straccio e chiuse la finestra, e si mise davanti alla porta.

Stre:«Con permesso io mi congedo.»

Cico:«Certo. Sono proprio curioso di vedere cosa sarai capace di creare. Chissà... se mi piace potrebbe essere il primo di molti vestiti.»

Stre:«Ti ringrazio.»

Disse non riuscendo a nascondere la gratitudine e la gioia che provava in quell'istante, il viso di Cico vedendolo così sembrava avere le guance un po' rossicce, ma si coprì il viso abbassandosi la Fedora perciò era difficile capirlo.
Strecatto uscì dallo studio e si diresse in camera sua immediatamente.
Iniziò ad aprire i cassetti del Vanity che era presente in camera sua in preda alla fretta.

Eccolo!

Tra le mani aveva un'agenda color lilla, la aveva da tanti anni, ed era stracolma di bozze di abiti e vestiti per tutti i generi e per tutte le età.
Aveva già qualche idea in mente, ma doveva essere perfetto, e perciò iniziò a pensare a chi potrebbe chiedere delle opinioni.

Momiji e Teresa sicuramente non sarebbero d'aiuto...
Non so quanto Aaron o Lena se ne intendano di vestiti colorati, di solito indossano sempre vestiti neri.
Però non ho nessun altro a cui chiedere...

Dopo averci pensato per un po', Strecatto decise di provare comunque a chiedere aiuto ad Aaron e Lena.
Prese l'agenda e uscì in corridoio, come al solito, chiuse gli occhi e iniziò a camminare, sperando come sempre di non prendere un muro in pieno.
Quando gli sembrò di aver fatto abbastanza passi aprì gli occhi ed entrò nello studio.

Chissà, forse un giorno mi sarà chiaro perché se si fa così si riesce sempre ad arrivare al suo studio.

L'ufficio era sempre il solito, ma c'era un respiro pesante di sottofondo.
Guardando sui lettini si accorse che Aaron stava dormendo su uno di essi.
Non voleva svegliarlo senza motivo, perciò si diresse verso la porta che portava su un'altra camera, fermandosi di fronte ad essa per un istante.

Di chi è questa voce?

Strecatto appoggio l'orecchio sulla porta per provare a riconoscere la voce.

???:«...dunque basta usare un po' di... e questo è capace di stendere un esemplare umano adulto per qualche ora se iniettato...»

Non riusciva a sentire le frasi per intero, ma ciò che è riuscito a sentire gli fece venire la pelle d'oca, rivolse lo sguardo verso Aaron

Non penso sia un intruso, lui lo avrebbe fermato, no?
E se gli avesse iniettato quella roba di cui parlava?
Forse è per quello che dorme...

La testa di Strecatto si riempì di paranoie, ma qualcosa lo interruppe.

Passi..!

Preso dal panico Strecatto si nascose sotto il lettino in cui Aaron dormiva.
Fece giusto in tempo a tirare le coperte in modo che dall'esterno non si potesse vedere cosa ci fosse sotto il letto, che la porta iniziò ad aprirsi.

Quell'incontro proibito (Strecico)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora