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Era il primo di giugno e quella mattina il sole splendeva alto nel cielo di una Seoul particolarmente movimentata, che non vedeva l'ora di accogliere una giovane coppia che si sarebbe confermata di lì a poco.

La sveglia suonò per la terza volta e con un grande sbuffo il grigio la spense, si girò a pancia in su e aprì gli occhi, che a contatto con la luce pizzicarono. Se li strofinò e si mise seduto sbadigliando, si guardò attorno e si ributtò sdraiato con un grugnito di lamento.

Nemmeno il tempo di pensare qualcosa che la porta della sua camera si aprì di botto, rivelando la figura di sua madre.

"Cosa fai ancora nel letto? Su alzati e vai a farti una doccia. Fino a prova contraria è la sposa che deve farsi attendere non il contrario!" Quasi urlò mentre spalancava la finestra per far arieggiare la camera e tirava indietro le coperte del figlio.

Con uno sbuffo Felix si alzò. Prese l'intimo, il completo e si chiuse in bagno. Appoggiò i vestiti sul mobile e si avvicinò al lavandino, si fermò e rimase a osservare il suo riflesso nello specchio.

Nonostante quella notte si fosse svegliato svariate volte, a causa di alcuni incubi, aveva un aspetto abbastanza decente. Sospirò, si svestì e si buttò in doccia per cercare di svegliarsi.

Una volta indossato il tutto si spostò in camera dove trovò sua madre e sua sorella Olivia, che non appena lo vide gli corse incontro abbracciandolo. "Mi sei mancato fratellone!"

"Anche tu, piccola peste." Ricambiò l'abbraccio e le depositò un bacio tra i capelli.

Poco dopo sciolsero l'abbraccio. "Sei sempre più bello, Yongbokie." Sorrise furba.

"Non dico nulla solo perché sei tu," rise. "Comunque grazie, anche tu sei cresciuta moltissimo dall'ultima volta che ci siamo visti."

"Ci credo, sono praticamente due anni che non vedo il tuo bel faccino!" Sorrise muovendo su e giù le sopracciglia.

"E pensare che oggi si sposa!" Urlacchiò la madre, trascinandolo sulla sedia per potergli acconciare al meglio i capelli.

Sua sorella sorrise e osservò il suo viso spento attraverso lo specchio. Lei era l'unica che non aveva mai smesso di incoraggiarlo a lottare per la sua felicità.
Benché provasse un minimo di affetto verso i suoi genitori retrodatati non poteva fare a meno di detestarli per le scelte fatte, che avevano portato alla sofferenza del suo adorato fratello.

Felix alzò il capo e le regalò un sorriso tirato per poi tornare a guardare il vuoto, perso nei suoi pensieri.

Quando fu pronto e profumato la sorella lo tirò con sé sul terrazzo e prima che potesse dire qualcosa lo travolse in un caloroso abbraccio, lasciandolo sorpreso. Dopo qualche istante sorrise e ricambiò il contatto inspirando il suo buon profumo.

"Non hai idea di quanto mi dispiaccia Lixie. Vorrei poter fare qualcosa per fermare tutto ciò e restituirti la libertà." Singhiozzò stringendosi maggiormente al corpo del fratello.

Felix sentì gli occhi colmi di lacrime ma si trattenne, doveva essere forte per lei. "Tranquilla, piccoletta. Starò bene," si allontanò baciandole la fronte. "Tu, però, promettimi che appena avrai l'opportunità te ne andrai lontano e vivrai tutti i tuoi sogni senza permettere a quei due di tagliarti le ali, okay?"

"Lo farò per te!" Sorrise sinceramente, asciugandosi le lacrime.

"Ragazzi è ora!" Urlò la madre dal giardino.

Il maggiore sbuffò per l'ennesima volta, "andiamo prima che mi trascini per le orecchie fino alla chiesa."

Olivia rise e gli prese la mano. "Sarò con te tutto il tempo, andrà bene." Sorrise e lui annuì, sorridendo di rimando.

escape - hyunlix -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora