Capitolo uno

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È un nuovo giorno, e ciò significa una nuova alba. Sono sempre tutte diverse, ogni mattina. Oggi i colori sembrano più radiosi, o forse sono semplicemente io che amo ogni particolare di essa.
Dal margine del blu cobalto del mare sorge un sole accecante, che si sfuma con il rosso e rende il cielo di un arancio pastello. Amo i colori.
Ancora non intravedo nessun azzurro, ma sembra tutto perfetto.
Le onde dell'oceano sono calme e rilassanti, di un blu vivido.
Non c'è quasi nessuno in giro, siamo solo io e il paesaggio attorno.
Ogni giorno vengo qui, prima di andare a scuola ad ammirare l'alba e il pomeriggio tardi per il tramonto.
E scatto delle foto, solo per ricordarmi come mi sentivo quel giorno da queste banali descrizioni che metto.

Spegne il cellulare dopo aver cliccato sul tasto con la spunta blu per pubblicare un nuovo post, ignorando completamente i messaggi dalla sera precedente e ancora perso nei suoi pensieri.
La luce del sole che sorge lo illumina con colori caldi, spiccando il colore degli occhi. Ha un leggero sorriso sul volto e i capelli scompigliati dal vento.
Ed è così calmo e rilassato.

Sfila un libro dallo zaino e un evidenziatore, e inizia a studiare nel completo silenzio che lo circonda, se non per le onde che scontrano la sabbia e i versi degli uccelli nel cielo.
Ci rimane fino alle otto, come sempre, quando è l'ora di raggiungere scuola.

Sospira, mettendosi lo zaino alle spalle e non infilandosi gli auricolari nelle orecchie perché vuole godere ancora del silenzio di prima mattina.
Gli infila solo quando raggiunge scuola, perché lì è pieno di ragazzi che fanno chiasso e non ha voglia di sentire alcuna voce.
Ha una playlist di suoni naturali che lo aiutano a mantenere la calma, e cammina ripensando ancora ai perfetti colori mischiati di prima e non badando per nessun motivo alle persone vicino a lui.

Sta tranquillamente raggiungendo il suo armadietto, ma si blocca quando qualcuno gli leva le cuffiette.
E lì, la sua calma svanisce. Perché quando si è con lui, si dimentica anche cosa significhi la parola calma.

-Tu.-

-Io.-

Concorda senza trovare alcun senso all'affermazione. Ignora il suo sguardo aggrottato e apre l'armadietto, lasciando la sua giacca dentro di esso e prendendo alcuni libri.
Ha ancora lo sguardo dell'amico addosso, ma ormai ci ha fatto l'abitudine.

-Non capisco perché non ti fai prendere la mattina. Dovresti stare con noi, te lo ripeto sempre.- sbuffa.

-Perché dovrei quando posso farmi una passeggiata senza te che urli?- lo guarda confuso.

-Ma ogni giorno? Venti minuti a piedi di prima mattina? Ma che problemi hai?-

-Trenta, vado prima in spiaggia e poi vengo qui.- specifica, facendogli roteare gli occhi. -E poi sei tu quello pigro, io mi muovo. Dovresti imparare a camminare un po' di più anche tu.-

Sembra pensarci seriamente mentre raggiungono l'aula.
Poi però scuote la testa. -Nah. Preferisco la mia vita, ma poi è divertente venire a scuola insieme.-

Per sua vita si intende cazzeggio, cibo e chitarra (è un bene che non se la porti anche a scuola, perché ne sarebbe capace) ogni giorno.

-Certo...- ignora le altre sue stupide e solite lamentele.
Non capisce quale sia il problema. Lui vuole stare solo e camminare la mattina, ma Niall continua a implorarlo di andare con loro per divertirsi un po'.
Ma assolutamente no.
Passa ogni giorno con loro, almeno la mattina la vuole libera per se stesso e nessun altro. Non avrebbe mai voluto la compagnia di qualcuno quando si trovava lì alle luci dell'alba.
Questo ormai loro lo sapevano già da tanto (anche se non capivano il motivo, lasciavano stare perché sapevano che era meglio non sopprimerlo di domande o avrebbe potuto ammazzare tutti e tre all'istante).

Dusk till Dawn; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora