Capitolo sette

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-Sei così frustrante!- il ricciolino sbuffa, scendendo dalla moto.

Sono passati forse più di cinque minuti e Louis ha continuato a lamentarsi.

-Perché non accetti un mio favore per una cazzo di volta?- domanda allora, mettendo il secondo casco sulla testa del liscio. Vuole levarlo, ma tiene ancora le mani sopra ed è vicino a lui in un modo troppo fastidioso. -Sai guidarla?-

E, cosa?

-Non ho la patente, ma sì... Perché?- gli allaccia il casco, dando poi dei piccoli schiaffetti su di esso con un ghigno sul viso.

-Allora guidi tu, e datti una mossa Cenerentola.-

Eh?

-"Cenerentola"?- Louis è piuttosto confuso. Lo ha chiamato davvero in quel modo?

Harry alza le sopracciglia con fare ovvio. -Devi tornare prima di mezzanotte, no?-

-Dovrebbe essere una battuta? Dovrei ridere?- o forse era un offesa? Non sa davvero come prenderla.

-Cristo, sei proprio noioso. Allora, guidi tu o no?-

Louis lo guarda per qualche secondo, ancora indeciso, ma poi decide di accettare.
Almeno non è lui a dover toccare Harry, meglio no?

La moto in questione comunque è una Harley Davidson tutta nera, decisamente costosa e troppo da Harry.
Probabilmente ci porta ogni ragazza con cui scopa sopra, e questo fa ancora più ribrezzo.
In ogni caso, Louis ha imparato ad andare in moto già da quando ha sedici anni, prima che i genitori... beh, comunque, non ha mai preso la patente ma sa sicuramente come usarla.

Quando sale, Harry si accomoda dietro di lui. Sente il suo fiato sul collo e vorrebbe trattenersi dal farlo smettere di respirare.

-Cenerentola che guida una moto, hai tolto le scarpette di cristallo prima di salire?-

-Continua con questa storia di Cenerentola e ti scaravento per terra, Harold.- lo minaccia subito, attivando finalmente il motore e facendo tacere per qualche secondo il più piccolo.

Si avviano tranquillamente tra le strade di Santa Barbara verso casa di Louis.

-Sei lentissimo.- ovviamente, se non dice nulla non è Harry.

-È il limite della velocità della strada, idiota.- alza la voce.
C'è abbastanza vento e non capisce tutto ciò che dice.
Lo sente borbottare in continuazione, ma non ha idea di cosa stia dicendo.

-Sai andare più veloce o no?- sembra quasi una sfida, e di certo non se lo fa ripetere due volte.

Così aumenta la velocità, e all'improvviso sente le mani di Harry sui suoi fianchi.
Non si stava reggendo da nessuna parte prima, ma potrebbe letteralmente volarsene ora che ha velocizzato.

Louis comunque cerca di non farci caso (vorrebbe amputargli le mani).

Per tutto il tempo lascia le mani sui suoi fianchi. Sono grandi e delicatissime e non lo stringono neanche un po'.
Non è come si sarebbe aspettato la sua presa, ma vorrebbe levarle il prima possibile.
I corpi sono lontani qualche centimetro l'uno dall'altro, ma le mani restano attaccate ai perfetti fianchi del liscio.

Rimangono in silenzio. Non vuole davvero litigare mentre sono su una moto, probabilmente lo farà dopo ma cerca di muoversi per arrivare subito a casa e liberarsi di lui il prima possibile.

-Sta per piovere.- sono quasi arrivati, ma il cielo sembra essersi riempito di nuvoloni grigi e iniziano a sentirsi dei tuoni da molto lontano.

All'affermazione - piuttosto ovvia - di Harry, Louis aumenta ancora di più.
Allora sente una presa maggiore, ma arrivano finalmente di fronte l'abitazione.

Dusk till Dawn; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora