Capitolo dodici

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Fortunatamente, quando Louis torna a casa, Kevin è lì.
Non sembra stare male.
Eppure non gli ha risposto.

-Le ragazze sono andate a fare un giro, siamo soli.- non sembra felice di ciò quando il suo ragazzo lo annuncia. Anzi è frustrato, e sospira sedendosi sul letto.
È tipo la prima volta che sono soli in casa, non succede mai che escano tutte quante insieme.

-Stai bene?- Louis sta iniziando a pensare alle peggio cose (d'abitudine sono i film mentali). Vuole lasciarlo? È successo qualcosa di grave? E se stesse morend... Okay, deve smetterla.
Lo guarda preoccupato, decidendosi di sedersi accanto a lui.

-Scusami se non ti ho risposto, io...- ha l'aria di essere davvero giù di morale e il ragazzo ha ansia. Cosa succede? Perché non si muove a parlare? Dio. -Ero a Los Angeles.-

-Okay, per quale motivo?- non è tipo mai andato a Los Angeles, quindi questa cosa è curiosa ma non capisce come questo possa essere preoccupante. -Ho trovato casa, mi devo trasferire prossima settimana.-

Ah.
Prossima settimana. Davvero, davvero presto.
Non sa cosa dire.
Doveva essere tra qualche mese, non una settimana.

-Ho trovato una buona offerta per l'alloggio e un lavoro in un ristorante, pagano bene.- spiega, e ovviamente non può lasciarsi sfuggire un'opportunità importante.
Ha la possibilità di vivere finalmente autonomamente con i soldi che lui stesso si è ricavato in tutti quegli anni.
Deve essere solo fiero di lui, e lo è eccome.

-Kev, è fantastico.- sorride, avvicinando la mano al suo viso. -E Los Angeles dista solo due ore e mezza da qui, posso venire ogni volta che vorrai.-

-No, no...- abbassa lo sguardo, mordendosi il labbro. Louis non sta capendo.  -A Los Angeles avevo solo l'appuntamento con il padrone di casa. Louis, il lavoro che ho trovato si trova a New York.-

...Cosa?
New York?
Quella New York? Quella che dista circa quaranta ore in macchina e migliaia e migliaia di chilometri da Santa Barbara in California?
Non esiste un altra New York vicino, vero?

Louis non può credere che tra una settimana il suo ragazzo sarà dall'altra parte degli Stati Uniti.
No.

Ha la bocca semi aperta e gli occhi spalancati dallo shock.

Non lo vedrà più in poche parole. Nessuno dei due può permettersi un viaggio di andata da New York a Santa Barbara e viceversa per il ritorno.
Kevin farà un viaggio di sola andata, e chissà quando tornerà.

Non sa ancora cosa dire. Non riesce ad esprimersi più di tanto dopo questa notizia bomba.

-Sarebbe stupido chiederti di venire con me?-

Questa domanda lo ha reso ancora più sorpreso di prima. I suoi occhi stanno persino per uscire dalle orbite talmente sono aperti.

-Non è stupido, ma sai che non posso.- non ci pensa neanche un attimo. È ovvio che la risposta sia no.

Sarebbe bello costruirsi una nuova vita lontano dai suoi compagni omofobi e con il suo ragazzo, ma non può farlo.
Perché lì non avrebbe nessun Niall che lo faccia ridere ogni due secondi e che si finisca sempre tutto il suo cibo.
Nessun Liam che badi a lui quando è ubriaco o fatto, che lo aiuti sempre a tenere la retta via e non sbandare mai.
Nessun Zayn con cui condividere le canne e ridere salendo sui tetti o bici rubate (si parla per esperienza) da fatti mentre vengono inseguiti dal ragazzo del pakistano preoccupato.
Nessuno dei tre che lo aiuti sempre quando ne ha bisogno e che gli faccia compagnia durante ogni suo periodo, bello o brutto che sia.

Avrebbe solo Kevin. Il suo ragazzo da circa quattro mesi con cui vive da due anni. Con cui ha avuto il suo primo bacio ed è stato la sua prima cotta e il suo primo ragazzo.
È davvero importante per lui, molto.
Ma non è abbastanza.

Dusk till Dawn; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora