Capitolo ventitré

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Louis è rimasto in silenzio per quel che sembravano ore.
Ad una semplice domanda banale, non sa come rispondere.
Sta bene?
Beh, a parte che il suo ragazzo è a New York e si sono completamente distaccati e sono passate settimane e settimane da quando sua sorella gli ha scritto e smesso dopo qualche giorno senza sapere il motivo, sta bene.
O a parte il fatto che non riesce ancora ad accettarsi dopo anni per colpa dei suoi genitori.
È davvero un casino, ed è così frustrato.

Fa sempre finta di nulla ogni giorno. Guarda l'alba e esprime i suoi soliti pensieri, studia o si rilassa un po'. Va a scuola e ascolta in silenzio le lezioni. Finita scuola fa un giro con gli amici, poi va a lavoro.
Guarda il tramonto e ci esprime altri pensieri, passa altro tempo con i suoi amici e poi torna a casa prima del coprifuoco.
E va a dormire.
Non ha mai tempo per stare da solo e pensare ai suoi problemi. Non ne sente neanche il bisogno, perché è talmente abituato a tenere tutto dentro che non ci fa caso.

-Anche io non mi sono mai sfogato prima d'ora.- continua Harry, notando che non risponde. -Ma poi abbiamo parlato un po' noi due e mi hai aiutato.-

Louis è stata la prima persona con cui è riuscito a parlare più di tanto.

-Non è importante.- mormora, quasi perso nei suoi occhi.

È solo che Harry ha appena detto che è riuscito ad aprirsi con lui e i suoi occhi sono così verdi e perfetti.
È solo per questo che si perde un po' nel suo sguardo, niente di più.
Poi ha i capelli tutti bagnati che arrivano quasi alle spalle e vagano per tutta la fronte.
La maglia bagnata che fa intravedere la collana e il suo petto e-

Mio dio.
Harry è davvero bello.
Ci crede che tutti quanti vogliono far sesso con lui.

Non che a Louis interessi. È solo un ragazzo che trova bello il suo amico.
Insomma, anche Zayn, Liam e Niall sono dei ragazzi davvero stupendi.
Nulla di strano dunque.

Però non c'è da sottovalutare neanche Louis.
Gli occhi di ghiaccio, così dolci e freddi allo stesso tempo. I ciuffi bagnati che cadono sul viso e le gocce d'acqua che bagnano quel suo viso perfetto.
Il fisico minuto ma per niente male.

Rimangono in silenzio per un po', poi Harry fa qualcosa di inaspettato.

Allunga la mano verso il viso di Louis, ed è già confuso così.
Poi scosta i suoi capelli delicatamente, tenendo un sorriso che mostra le sue fossette.
Il liscio rimane immobile.
Cosa dovrebbe fare? È così fottutamente a disagio.
Porta i ciuffi dietro le orecchie lentamente, lasciando poi cadere le mani in acqua.
Lo guarda allibito, sbattendo le palpebre.

-I tuoi occhi sembrano tristi. Non voglio che lo siano.- come se questa stupida - e dolce - frase possa spiegare il gesto appena fatto.
Voleva ammirare i suoi occhi per dire che sono tristi?
Okay. Nulla su cui impazzire.

Sposta lo sguardo sull'acqua limpida.
Crede di essere leggermente rosso in volto, ma non ne è così tanto sicuro.

-Dovremmo asciugarci, potremmo prenderci la febbre.-

Sente il riccio sospirare. -Okay, andiamo. Ma è stato divertente, vero?-

-Mmh.- borbotta soltanto. Ma intende sicuramente sì come risposta, e Harry questo lo sa.
È stato divertente.

*

Louis si è rinchiuso in bagno.
Ha lasciato Harry in stanza insieme agli altri, e semplicemente si è rinchiuso.
Non ha neanche idea del perché.

Vuole stare lì da solo per un po', tutto qui.
È ancora senza parole per la scena di prima.
E in più sta pensando al perché non riesce a sfogarsi.
E si sta odiando per questo.
Odia avere questo blocco da sempre, ma quando la gente prova anche ad aiutarlo e lui rifiuta si sente peggio.
Si sente un idiota.
Vorrebbe solo dire cosa lo affligge senza troppi pensieri per la mente, ma per lui è impossibile.

Dusk till Dawn; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora