Capitolo dieci

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-Qualcuno ha lasciato il suo numero per te.- gli fa notare, indicando il numero sovrascritto sul bicchiere.

Fa spallucce. -Nessuno dei camerieri mi piace, quindi non mi interessa.- Sgarbato, come al solito. Ma decide di cambiare discorso. -Mi da fastidio che la gente ti offenda per il tuo orientamento sessuale.-

Eh?

-...Come scusa?- non vuole che lo offendano? Siamo sicuri sia lo stesso Harry e non sia stato rimpiazzato da un alieno o qualcosa del genere?
Lo fissa, sbigottito.

-D'ora in poi, non farò più battute sui cazzi eccetera come ho fatto anche la scorsa settimana. Ti insulterò perché esisti, non perché sei gay.-
Non ha idea di cosa stia dicendo, ma forse ora è tornato l'Harry di prima.

-Te ne rendi conto dopo due anni che mi insultano? Pensano che sia gay da un eternità, e tu hai solo peggiorato la situazione.- non potrebbe mai perdonarlo per quello.
Sposta lo sguardo verso il tavolino. Non ha neanche voglia di guardarlo in faccia, anche perché se continua gli verrebbe da prenderlo a pugni.

Come lui stesso ha detto, la scorsa settimana gli aveva fatto battute squallide sul fatto di essere gay persino davanti alla professoressa.
È vero, ne è rimasto indifferente come al solito, ma di certo non vuol dire che perdona tutto e tutti.

Da un sorso al drink - a quanto pare è quella roba con il dragon fruit che voleva quando hanno iniziato a fare questo gioco stupido, ma almeno è buono.

-Ma anche a me piace il cazzo.- insomma, non poteva essere più chiaro di così. -E non lo sapeva nessuno a parte Niall, ora lo sapete anche voi tre. Volevo solo dirlo per farti capire che non sono un omofobo del cazzo. È perché odio te che dico quelle cazzate, non i gay.-

Sinceramente, non ha idea di cosa rispondere.
Ha pensieri un po' contorti e senza senso.

-Sono tutti stupidi in quella scuola.- sbuffa. -"Di tutte le bestie selvagge, l'ignoranza è la più difficile da trattare".-

...

Okay, non può non guardarlo male ora.

-Hai appena citato Platone?- perché sì, ne è sorpreso. Cioè, quindi è intelligente? O forse l'ha letta su internet un po' di tempo fa e non ha idea di chi sia Platone.
Spera vivamente che non sia così.

Harry lo guarda sorridente (che gli prende?) e annuisce. -Vedo che hai un po' di cervello.-

Almeno pensano la stessa cosa l'uno dell'altro.

-I filosofi hanno davvero risposte a tutto, mi piace citarli. Potrei passare da Platone a Socrate in un attimo.-

-Certo, Socrate era il suo maestro.- cos'è? Vuole metterlo alla prova per vedere se è bravo sul serio?

-Fantastico!- esclama, ottenendo anche qualche sguardo dalle persone nel bar. -Sei l'unico che capisce qualcosa di filosofia, sei idiota ma non su questo.-

Louis scuote la testa. Sembra felice per il semplice fatto che sa le cose?
Studia solo, e deve ammettere che gli piace come materia quindi sentire delle citazioni o qualcosa a riguardo è piacevole, anche se provengono da Harry.

Forse è l'unica cosa in comune che hanno.

-Siamo in classe insieme a filosofia?- domanda il liscio, iniziando ad avere questo dubbio. Non ricorda, ma nelle maggior parte delle classi si trovano insieme (purtroppo).

Lo vede annuire, mentre beve il suo tè (in realtà di Louis ma vabbè).

-Orribile tenere in mano un bicchiere con su scritto Harry e un fottuto cuoricino storto. Meglio Harold con il pene.-

Dusk till Dawn; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora