Capitolo tredici

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-Allora, hai deciso cosa indosserai sta sera?-

Louis scuote la testa verso il biondino.
È così annoiato da quella situazione.
Tutti che parlano della stessa cosa trai corridoi, nelle aule, in mensa e qualunque altro posto della scuola.

-Tomlinson, ti vestirai da gay?- non ha idea di chi sia il ragazzo che gli abbia chiesto questo, e neanche si volta per guardarlo.
Le solite prese per il culo.

-Quello lo sono ogni giorno.- gli risponde subito, continuando a guardare Niall e Amy di fronte a lui.

Non sente nessuna replica, ma solo alcune risate generali.
Gli insulti sono diminuiti dopo la sua scenata negli spogliatoi.
Ora sono più stupide battute insensate che vere offese omofobe, ma di meno rispetto a prima.
Ha deciso che invece d'ignorarli gli piace controbattere stando al gioco, e trova divertente essere auto ironico. Ci sta facendo l'abitudine.

È passato un mese da allora e i compagni di scuola sembrano star maturando leggermente.
Almeno ha un peso in meno addosso, e di questo non si lamenta.

Ma è anche passato un mese da quando Kevin è andato via. Si chiamano raramente per via del fuso orario (sono solo tre ore, ma Louis studia e Kev lavora ed è difficile trovarsi entrambi liberi a un orario decente), ma si messaggiano sempre e nonostante senta molto la sua mancanza si sta abituando anche a questo pian piano.
Anche se è molto confusionario e non vede nessuno sviluppo nella loro relazione, ma è tutto ancora da vedere e sta cercando di non arrendersi subito.

Deve ammettere che nell'ultimo mese si è sentito più leggero, ha avuto solo momenti tranquilli (beh, tranne quando litiga con Niall perché non fa altro che suonare la chitarra e stressarlo anche quando cercano di studiare).
Ci sono state qualche feste ma nulla di chè, ha passato più tempo con la famiglia affidataria e con i suoi migliori amici e a scuola è riuscito a riprendere la concentrazione e avere buoni voti.
Ha lavorato perfettamente e ricevuto la sua paga mensile.
Non ha davvero nulla da lamentarsi.

Eccetto una cosa.
Questo maledetto giorno.
È il 31 ottobre.
Halloween, già.

Alcuni dei ragazzi della scuola - principalmente quel maledettissimo ragazzo che preferisce non nominare - hanno convinto a fare una festa con stupidi costumi nella palestra e la preside ha - sfortunatamente - accettato.

A Louis in realtà piace Halloween, ma gli piace quando è a casa con i suoi amici a guardare qualche film horror e a mangiarsi ogni schifezza possibile, non quando deve andare a una festa e deve anche mettersi un fottuto costume (cosa che non farà, perché trova stupido e banale).

-Non capisco perché devo venire anche io alla festa. Potrei rimanere a casa da solo.- gli sembra una buona idea.

Cioè, non socializzare e rimanere chiusi in casa è sempre una buona idea, no?

Amy incrocia le braccia e lo fissa. -Vuoi davvero passare Halloween in casa con Clare e Lory che ti fanno vedere per l'ennesima volta quei film strani tipo "Nanny McPhee"?- quel film è davvero strano comunque (anche se c'è un attore del cast che ora è diventato molto carino), e non può non darle retta.

Vick sarà con la sua ragazza a Los Angeles, Rachel, Callie e Amy a questa stupida festa, e lui rimarrebbe davvero solo con le due (per carità, ama quelle due donne infinitamente, ma sono stressanti a volte, sarà l'età).
Non sarebbe stato solo se ci fosse stato Kevin, ma a questo non deve pensarci.

La coppia (ormai lo sono da tipo tre settimane) lo fissa con la fronte corrugata, aspettando solo che si arrenda e dica di sì.

-Potrei stare in spiaggia.- perché sì, davvero non vuole andare a quella festa.

Dusk till Dawn; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora