꧁18. Abbassare la guardia꧂

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EILY

«Vi lascio qui. Appena avete finito chiamatemi che vi passo a prendere.» Dice Osmar accostando l'auto vicino all'ingresso dello studio del medico.

Jo lo ringrazia un po' addolorata. Fa un semplice e generoso sorriso, quei sorrisi da nonna che riempiono di gioia e calore.

Non appena scesa dalla macchina mi ritrovo davanti quell'idiota. Lo fulmino e lui fa un ghigno. Che fastidio. Io ingenua che pensavo di passare una fantastica giornata, lontana da persone indesiderate, divertendomi e rilassandomi... Certo Eily, sta andando proprio secondo i tuoi piani.

Devo ricordarmi di ammazzare Nat per avermi lasciata da sola con suo fratello. Provo a chiamarla più volte ma risponde la segreteria. Strano non è da lei.

Entriamo e ci accomodiamo in sala d'attesa. Tutto troppo bianco per i miei gusti. Le luci abbaglianti che rendono l'ambiente freddo, corniciano il soffitto. Alcuni attestati e diplomi di medicina sono appesi al muro principale. Fortunatamente non c'è molta gente.

Una coppia di anziani colpisce in particolare la mia attenzione. Sono seduti di fronte a noi. Lui un po' goffo, lei trema. Si guardano, ancora innamorati, fieri di aver percorso la vita assieme, glielo si legge negli occhi. L'uomo con i baffi grigi le tiene la mano come se volesse placare il tremore. Non parlano, si sorridono dolcemente e aspettano il loro turno per poter entrare.

Dopo una decina di minuti Jo si alza e aiutata dal medico, raggiunge lo studio pronta per la visita. Ed ecco il momento che volevo non arrivasse. Io e Sebastian da soli. Una sedia vuota ci separa. Ringrazio Dio per questo, non ce l'avrei fatta ad averlo vicino. Con la coda dell'occhio vedo il suo sguardo perso nel vuoto. Si volta verso di me ed è allora che il nero nelle nostre pupille si incontra. Pensavo fosse un'occhiata passeggera, che avremmo spostato subito lo sguardo, invece no. Rimaniamo fermi ad osservarci, forse un po' imbambolati come i bambini davanti ai cartoni animati. Scuoto la testa per ricordargli il disprezzo che ho verso di lui ma i nostri occhi non si staccano. Occhi che fanno da calamite dove al loro interno si legge quanto ci stiamo sul cazzo a vicenda.

«Alle volte il silenzio dice quello che il cuore non avrebbe mai il coraggio di dire.» Dice l'anziana davanti a noi.

La guardiamo, non so se era per noi questa frase quindi faccio finta di niente.

«È una famosa citazione che mi ha accompagnata da quando ero giovane.» Continua più sicura di prima.

Le sorrido ma lei, non contenta, riparte a parlare.

«L'hanno sempre detta a me e mio marito e guardandovi non potevo fare a meno di non ricordarla.» L'uomo goffo le accarezza la mano. Guardano in alto come se stessero rivivendo i momenti della loro gioventù.

Sto per ringraziarla, per dire loro che sono molto carini, ma qualcuno mi precede.

«Mi spiace ma la situazione tra noi due non è come pensa lei. In questi casi è meglio il silenzio sennò ci insultiamo a vicenda.» Risponde secco Sebastian.

La coppia perde il sorriso. Grande testa di cazzo, sempre delicato ad esternare le cose. Sbuffo e lui capisce che sto per tirargli uno schiaffo.

Non posso resistere... odio queste situazioni. Se non ci fossero altre persone ci staremmo già scannando. Mi alzo ed esco per prendere un po' d'aria.

UNMISTAKABLE LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora