꧁19.Cucciolo di alpaca꧂

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NATALY

Mi sistemo nervosamente un ciuffo di capelli dietro l'orecchio, sono ancora seduta sul primo gradino dello scantinato, con la schiena premuta sulla porta chiusa. Faccio tremare la gamba ritmicamente sul secondo gradino e aspetto che il cretino seduto dall'altro lato decida di aprirmi. È da una mezz'ora buona che sono rinchiusa qui dentro.

Mi alzo dal mio posto con il sedere indolenzito per sgranchirmi un po' le gambe. Ho provato a chiedere e convincere l'idiota di aprirmi, ma sembra che non voglia demordere.

Alzo il braccio pronta per bussare un'altra volta, ma da parte sua non c'è nessuna reazione. Sento un piccolo sbuffo e capisco subito che è ancora lì.

«So che ci sei Aiden idiota Walker!» Sogghigno al piccolo nomignolo che gli ho affibbiato. Sono stanca e inizio ad avere freddo.

«Non mi chiamare così, gattina...» Risponde irritato con voce rauca calcando sullo stupido nomignolo con qui mia chiama sempre tranne quando è arrabbiato. Non capisco ancora con quale criterio lui mi chiami così e se devo essere sincera vorrei proprio saperlo. È un nomignolo irritante come lui!

Per far passare il tempo decido di esplorare questo posto. Scendo per la seconda volta in una giornata la scalinata di questo ambiente che tanto non sopporto.
Una parete è interamente usata per le bottiglie di vino dei miei nonni. Mi guardo meglio attorno e in un angolo noto dei grandi scatoloni impolverati. Quando mi avvicino noto la scritta in nero sul lato di uno di questi ultimi. È sicuramente la calligrafia di mia nonna, troppo perfetta.

Allison e Joseph. Questo c'è scritto, i nomi di mamma e papà. I miei occhi istintivamente diventano lucidi. Appoggio la mano pronta per aprire la scatola quando il suono del campanello ferma ogni mia azione. La mia testa fa uno scatto verso la porta e in pochi secondi inizio a bussare interrottamente.

Sento dei bisbigli, sembrano le voci di mia nonna e di quel imbranato che mi ha rinchiusa. Continuo a bussare anche se è impossibile che mi sentano dall'entrata.

Passano quindici minuti in cui io urlo come una pazza, fin quando la serratura non gira. Scendo di qualche scalino con la paura che mi facciano rotolare giù, cosa che non voglio aggiungere alla lista di sventure di oggi.

«Nataly cosa ci fai qui dentro?» Domanda mia nonna accigliata, non capendo la situazione. Io non ho la minima voglia ne l'intenzione di raccontare o spiegare questa stupida, come chiamarla... "circostanza".

Nego con la testa e lei capisce subito che non ne voglio parlare. Si gira pronta per tornare da dove è venuta quando all'ultimo si ferma, ruota la testa e con un piccolo sorriso dice: «Prima ti stava cercando Aiden.» A sentire il suo nome i miei pugni si serrano spontaneamente.

«Certo! Sapresti dirmi dove è il mio caro amico?» Mia nonna percepisce il sarcasmo nella mia voce, difatti il suo sorriso si allarga ancora di più.

«In cucina tesoro, è mi raccomando non combinate casini. Soprattutto tu!» Mi fa un piccolo occhiolino e si dirige verso la sua stanza con un'andatura perfetta. La fermo un'altra volta.

«Nonna la caviglia?» Domando sapendo già la risposta. Mordo il labbro inferiore cercando di trattenere una risata. Lei cogliendo l'ironia, come risposta alza gli occhi al cielo ed inizia subito a zoppicare. Dopo aver messo da parte la mia dolce nonna che ha una prossima carriera d'attrice, mi concentro su colui che ha scatenato in me rabbia dal primo giorno che ci siamo incontrati.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 11, 2021 ⏰

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