15 - Ritorno alle Origini

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Dopo il bar, Harry si ritirò rapidamente a casa e si chiuse al sicuro nella sua camera da letto. Questa fastidiosa sensazione di preoccupazione, tristezza e autodistruzione stava diventando fin troppo familiare e ad Harry non piaceva, neanche un po'. Si seppellì nelle sue coperte e fissò il soffitto, perdendosi nei suoi pensieri incasinati.

Harry si rese conto che non si sentiva arrabbiato. Ovviamente, era ferito, ma non era nemmeno questa l'emozione predominante.

Si rese conto di essere spaventato, spaventato a morte.

Harry aveva paura che questo Louis che era arrivato a conoscere fosse troppo bello per essere vero, che il vecchio Louis stesse tornando e che Harry sarebbe tornato ad essere ridicolizzato ancora una volta. Aveva paura che forse, solo forse, tutto significasse più per Harry che per Louis. Aveva paura che tutto sarebbe finito presto.

Ora certo, una parte di Harry pensava che probabilmente stesse solo reagendo in modo eccessivo. Forse i giornalisti avevano colto Louis in un brutto momento, poteva essere stressato dopo la partita o frustrato per qualcosa di completamente estraneo o semplicemente stanco. Un'altra parte di lui pensava che a Louis non fosse mai importato, che fosse tutta una complicata situazione per far sembrare Harry un idiota. E infine, Harry pensò che forse Louis si era reso conto che poteva fare di meglio e non voleva che nessuno pensasse che uscisse con uno scherzo come 'Harry Styles'.

Nella mente di Harry sorse un altro dilemma. Come diavolo avrebbe fatto a trovare una soluzione alla sua nuova crisi esistenziale? Avrebbe dovuto chiamare Louis, chiedere risposte e dirgli come si sentiva? O avrebbe dovuto farselo scivolare di dosso e comportarsi come se non ne fosse affatto influenzato?

Sentendosi sconfitto, si accasciò nel suo letto e chiamò Niall per avere un'altra sessione di "Niall sistema la merda nella vita di Harry" ​​(un evento settimanale a cui entrambi i ragazzi si erano abituati).

Il biondo venne in suo soccorso, come al solito, e i ragazzi si rintanarono ancora una volta nella camera da letto di Harry cercando di elaborare una strategia.

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Louis si sentiva malissimo. Davvero malissimo. Louis sapeva che Harry avesse visto l'intervista. Aveva solo bisogno di spiegare, quella non era la storia completa e non era così che andarono le cose. Il video era stato modificato, Louis disse tutto ciò in un ordine diverso, a domande diverse, per ragioni diverse.

Ma ora, Harry stava ignorando le continue chiamate e messaggi di Louis e il liscio si sentiva senza speranza. Non si preoccupò nemmeno di andare a casa di Harry, era ovvio che il ragazzo non volesse vederlo. Perché avrebbe dovuto? Louis era un mostro che distruggeva ogni cosa buona che aveva ed Harry ne era stato la prova più e più volte.

Louis entrò barcollando nella sua cucina, versandosi un bicchiere di whisky. Sapeva che un bicchiere non sarebbe bastato. Abbandonò il bicchiere mezzo pieno e decise di portare con sé l'intera bottiglia.

Louis sprofondò nel suo divano e ne bevve un sorso, sentendosi come se il suo io perduto del liceo stesse tornando a perseguitarlo. Non combatté però, non fece quello che aveva fatto altre volte in cui si sentiva in questo modo. Non lo versò via e non fece un pisolino per superare i suoi dolori. Stava migliorando ad evitare il suo "ubriacarsi da triste". Ma questa volta il suo cuore era troppo pesante, perché sapeva che non avrebbe mai smesso di ferire Harry, non importava quanto si sforzasse.

Sarebbe sempre stato visto come il cattivo, qualunque cosa facesse.

Almeno Louis aveva una costante. Non poteva rovinare una relazione con qualcosa che non era vivo, non poteva ferire il suo whisky e nemmeno il drink poteva ferire lui.

Rivals  {L.S.}                                             [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora