Capitolo 4

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Parcheggio in tutta velocità in garage e salgo su per le scale.
Mi dirigo in fretta e furia verso la stanza da pranzo e mi accomodo nel mio posto.
Ovviamente la puntualità non è delle migliori.
"Sei andata di nuovo in moto? Ti avevo detto di non prenderla e farti accompagnare da Luke" mi dice Poseidon guardandomi in modo strano.
"Non sono andata in moto e perché mi guardi in modo strano?" Chiedo.
"Art, il casco" mi dice Eros guardando verso il suo piatto.
Cazzo , non me ne ero accorta.
"Non voglio sentire giustificazioni, posa il casco e siediti a mangiare" dice Poseidon in tono duro.
Faccio quello che mi chiede e poi mi accomodo.
Sento due lievi gomitate sul braccio.
"È nervoso oggi , lascialo perdere" mi dice Ares in sottovoce continuando a inforcare le pennette che ha sul piatto.
"Vuoi condividere con noi il motivo del tuo turbamento o vuoi frustrarci in questo modo tutto il giorno?"chiede Eros buttando la forchetta sul piatto.
"C'entra Artemis"dice smettendo di mangiare e non avendo la forza di guardarmi negli occhi.
"Alzo il capo cercando con gli occhi lo sguardo di Ade che a sua volta ha gli occhi calati sul piatto.
"Di che si tratta?" Chiedo.
"Sta mattina il figlio di puttana di ieri mi ha contattato chiedendomi uno scambio per il collier.
Tu per un mese a Taormina in cambio del collier" ringhia a denti stretti stringendo le posate.
"Io lo uccido" dice Ade alzandosi e scaraventando la sedia per terra.
"Cos'è ti ha preso per una delle sue puttane o cosa?" Dice camminando avanti e indietro per la stanza.
Senza dire niente sfocio in una risata isterica ed inquietante che provoca istantanea paura ai miei fratelli, che mi guardano con gli occhi spalancati e il sangue freddo.
"Credete seriamente che non ne abbia già progettato una mie?" Dico non smettendo di ridere e anzi aumentando il rumore delle risate.
"Spiegati meglio" mi incita Ares ormai in posizione d'ascolto , con il busto voltato verso di me e il gomito appoggiato allo schienale della sedia.
Prendo il calice difronte al mio piatto e inizio con leggeri movimenti della mano a fare roteare il vino all'interno dello stesso.
"Gliela farò pagare per bene e giuro che non la passerà di certo liscia.
Parola di Artemis Atrea Genevois." Dico in tono ironico placando le mie risate, per l'ultima frase , addirittura, metto una mano sul cuore e ingrosso leggermente la voce.
"Cosa vuoi combinare? Non ti permetterò di combinare casini in giro" dice Ade che ora cammina freneticamente su e giù per la stanza.

"Mi hanno mai beccata? Su rispondi !" Dico mettendomi in una posizione più comoda e appoggiando i gomiti ai braccioli della sedia.

"No, ma prima o poi devi smetterla con queste cose, se mamma e papà lo vengono a sapere ti faranno diventare una suora di clausura a vita e ti metteranno in qualche convento sperduto nell'Alsazia." Seguita  infilando le dita tra i capelli nei capelli e continuando a gironzolare.
"Puoi smetterla di camminare e sederti mi fai venire il mal di testa" dico costringendolo ad accomodarsi.
"Ok, fallo, ma stai molto attenta, non sappiamo per certo con chi abbiamo a che fare , ma so che tu non mi deluderai" dice Poseidon alzandosi dal tavolo e uscendo dalla sala da pranzo.

⚜️⚜️⚜️

Organizzazione e concentrazione.
Sono queste le due armi principali che serviranno per costituire un buon piano di vendetta.
Per prima cosa dopo ricerche su ricerche e telefonate asfissianti alle amiche di mia mamma sono riuscita a risalire al suo indirizzo di casa.
Un abitazione molto grande in periferia, circa venti minuti pieni di strada dalla nostra villa.
Tramite quella gran chiacchierona di Genevieve , la gioielliera di via della pace, sono riuscita ad a scoprire che non ha guardie del corpo a casa quindi sarà un gioco da ragazzi entrare.
A volte ringrazio Dio che ci siano persone che non sanno tenere la bocca chiusa.
Partridge, Partridge, non hai capito contro che famiglia ti sei messo , povero te.
Mi reco in fretta e furia da mister bricolage e aggiorno la mia scorta di bombolette spray.
È uno dei luoghi meno affollati della città ma anche ben forniti per questo vado sempre lì.
È sfiancante fare tre ore di fila per pagare due o tre bombolette.
Un po' uno spreco di tempo.
Metto tutto nel mio borsone nero della Nike e risalgo in auto.
"Luke potresti gentilmente portarmi a cinquecento metri da questo indirizzo" dico porgendogli da dietro il telefono.
Da una veloce occhiata e poi acconsente.
Tiro su il divisore oscurato e inizio a spogliarmi.
Dai vestiti normali passo a un abbigliamento più comodo.
Leggings , felpa over size e Nike, tutto rigorosamente total black.
Abbasso il divisore per ringraziare il gorilla di famiglia e scendo a destinazione.
Luke è un ragazzo , penso sulla trentina e ha iniziato a lavorare per noi circa dieci anni fa.
Ha una muscolatura molto accentuata ed oltre ad essere il nostro autista è anche il capo delle guardie.
Dopo aver indossato anche una mascherina in tessuto nera , degli occhiali da sole e aver messo i capelli dentro il cappuccio mi incammino verso l'abitazione dell'idiota.
Dopo cinque minuti di strada mi ritrovo davanti un grandissimo muro bianco che non da neanche modo di scorgere la villa.
Aiutata da un masso con un balzo riesco a raggiungere la cima del muretto.
Controllo bene tutti gli angoli dell'abitazione e la potenziale presenza di telecamere o sensori di movimento per l'allarme.
Non ne intravedo nessuno e così facendo mi fiondo all'interno del giardino.
Mi avvicino alla casa e scorgo dalle vetrate per affermare la mancata presenza di persone a casa.
Sapendo che mister ladro di offerte oggi avrebbe avuto una mostra ne approfitto per attuare il piano.
Non vedo anima viva quindi si va in azione.
Dal borsone prendo delle bombolette spray e nel muro bianco più ampio che trovo incomincio a fare uno schizzo.
Mi vuole portare a Taormina e farmi un quadro?
Gliela risparmio.
"Bello ma devo ammettere che non ci sta con lo stile della casa."

𝐼𝑙 𝑝𝑖𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒  𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑚𝑢𝑠𝑎 || 𝐿𝑜𝑢𝑖𝑠 𝑃𝑎𝑟𝑡𝑟𝑖𝑑𝑔𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora