Capitolo 13

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Cammino  rumorosamente verso la mia camera dopo essere uscita dall'ascensore.
Provo a passare la chiave magnetica sulla porta ma nessuna risposta.
Non si apre, non la legge  nemmeno.
"Sono le tre , la reception ha appena chiuso.
Hai due opzioni, o accetti il mio invito a dormire da me o giaci in corridoio fino a domani mattina alle sei."
Sbuffo rumorosamente per far intendere il mio disappunto.

Evidentemente poco propensa mi incammino verso la porta della sua suite , che lui aveva provveduto ad aprire per lasciarmi passare.

A prima occhiata è leggermente più grande della mia.

Si ci potrebbe confondere guardando la stanza , non si capirebbe il proprietario , se un bambino di sei anni , o un uomo di ventidue.

Il disordine sulla scrivania è immenso , alcuni colori sono perfino per terra , ma del resto non si può criticare il complesso ordine della camera.

Intravedo di sfuggita il salottino ma mentre mi incammino verso esso la sua voce mi richiama.

"Usa questa per dormire , non penso comunque che il tuo vestito sia più comodo e copra di più".

Mi porge una maglia intima a maniche corte nera , visibilmente maschile e con un profondo scollo a V.

Annuisco e mi dirigo dritta nel bagno.

Sfilo con non poca difficoltà il vestito e lo ripiego poggiandolo su uno sgabello  nel bagno.

infilo la maglia che ha decisamente un ottimo odore , colonia.

Decido di defilarmi in tranquillità nel salottino così da non aver a che fare con lui, ma mentre passo davanti alla camera da letto mi afferra per un braccio e mi scaraventa sul materasso.

"Dove pensavi di andare?" dice con aria quasi maliziosa guardandomi dall'alto.

"beh pensavo di poter dormire in salotto..."

"No. mi dispiace tanto ma tu e il tuo bel culetto restate qui con me"

"Non ho intenzione di dormire con te..."

"Strano , la tua lingua diceva il contrario prima"

Mi prende come si fa per una piccola bimba e mi  poggia delicatamente sotto le coperte.

Si alza e mi lascia dormire andandosene in balcone.

⚜️⚜️⚜️

I primi raggi di sole penetrano dalla finestra lasciando passare la luce.
Apro gli occhi svegliandomi e sbadigliando.
Giro il capo di poco verso destra attirata dal rumore di una matita che marca un foglio.
Con la camicia sbottonata , visibilmente spiegazzata e della sera prima , lo sguardo fisso sul suo lavoro , si erge statuario l'ultimo essere umano che avrei voluto mi vedesse di prima mattina.
Mi butta un occhiata di sbieco e poi riappoggia la matita.
È seduto , con le gambe incrociate allo sgabello sulla quale è seduto e la sua concentrazione tutta rivolta al foglietto sul tre piedi di fronte a lui.
Sbadiglio e mi appoggio sugli avambracci per alzarmi.
Mi metto in posizione seduta e mi volto verso di lui.
Come poteva essere così bello anche dopo una notte insonne.
Come lo potevo considerare così divino un uomo cosi.
Faccio per poggiare i piedi per terra ma una sfilza di foglietti pieni di schizzi ai miei piedi me lo impedisce.
Mi avvicino a lui che ha lo sgabello attaccato all'altro lato del letto.
È così concentrato su quello che fa che sarebbe un peccato distrarlo.
Inizio a gattonare sensualmente finché non lo raggiungo.
Arrivata a destinazione decido di mettermi in ginocchio di fronte a lui, con le cosce appoggiate ai polpacci e le mani appoggiate al materasso, le gambe ancora serrate e ben nascoste dalla maglia.
Si volta verso di me con l'espressione di chi sarebbe pronto a ridicolizzarmi da un momento all'altro.
Decido di stare al suo gioco e assumo il solito atteggiamento da bimba che solitamente uso per convincere i miei fratelli a farmi favori.
Sbuffa gettandomi un occhiata di disapprovazione.
"Devi impegnarti di più, pensi seriamente basi questo per far eccitare un uomo."
Dice non staccando nemmeno per un secondo gli occhi dal foglio.
"Ah si?E cosa ti fa intuire che ti voglia provocare" dico schiudendo le cosce e appoggiando in mezzo ad essere le mie mani per sostenermi.
La maglietta sale lentamente assecondando le mie gambe e si blocca al di sopra della vita lasciando scoperto l'intimo.
Nessuna reazione.
"Non riuscirai a farmi distrarre dal mio lavoro."dichiara non facendo trapelare nemmeno un lieve segno di cedimento.
"Dove hai dormito sta notte?" Chiedo accorgendomi che effettivamente al mio fianco non vi era segno di scompiglio nelle lenzuola, se non per i segni che hanno lasciato le mie ginocchia.
"Non ho dormito , ho lavorato tutta la notte, l'ispirazione viene sempre momenti peggiori".
"Cosa disegni?"Cerco di alzarmi dal letto e con due balzi finisco tra le sue gambe.
Mi fulmina con uno sguardo di disapprovazione ma non intendo fermarmi so perfettamente quanto per un artista sia preziosa e fondamentale l'ispirazione e non ho intenzione di non rispondere all'atteggiamento della sera prima.
Mi accomodo su una delle sue cosce e mentre mi siedo faccio attenzione a sfiorare con le gambe il bacino.
"Non sei malaccio" dico riferendomi al ritratto che mi stava facendo.
Stava rifinendo la mia immagine addormentata.
Inizia ad arrabbiarsi e la cosa mi piace.
"Artemis"
"Si?" Rispondo cinguettando al suo tono irritato.
"Spostati"
"Mettiamo caso che io non voglia"
Le mie mani si accingono a toccare il suo torace ma le sue mi bloccano.
"Non me lo fare fare" dice stringendomi i polsi.
"Cosa?" Dico andando avanti con il mio tono da gattina.
Non ho paura di lui, ne delle sue minacce.
Beh di una in particolare si...
Calcia via in modo irruente il tre piedi e mi spinge sul letto con la stessa delicatezza.
Mi guarda beffardo e gli scappa un risolino.
Si sarebbe vendicato a sua volta da gran bastardo.
Afferra entrambi i miei polsi con una sola mano e li spinge sopra la mia testa.
Con la mano libera scende sull'orlo della maglia e la tira su fino ai miei polsi lasciandomi totalmente scoperta ai suoi occhi.
Mi osserva e schiude le labbra.
Riconosco di avere un bel corpo, di essere attraente, ma nessuno aveva mai avuto la possibilità di guardarmi in questo stato.
Si china verso di me e inizia a baciarmi i seni turgidi mentre con la mano si avventura sotto l'unico pezzo di stoffa che mi è rimasto addosso.
Il suo indice sfiora la mia intimità ed entra con delicatezza all'interno della fessura , accompagnato dal pollice che massaggia il clitoride con movimenti circolari.
Inizia un ritmo serrato.
Stacca la bocca dal mio petto e si avvicina all'orecchio.
"Cazzo, sei strettissima"afferma per poi leccare il lobo.
Inizio a lamentarmi sotto di lui, volevo che mi liberasse le mani e che potessimo essere ad armi pari.
Lui è una strana bomba di emozioni e di piacere.
Lentamente , quasi come una tortura , inserisce un altro dito , e aumenta il ritmo.
Spingo il bacino verso le sua mano ormai quasi al limite.
Appoggia la testa al mio collo e posso annusare il suo fantastico odore di acqua di colonia.
Proprio nel momento prima della totale estasi si stacca completamente da me e si rimette in piedi sistemandosi.
Il piacere si interrompe e la mia voglia rimane insoddisfatta.
Lui si lecca le dita guardandomi soddisfatto.

Spazio autrice
Ciao readers , ricordate la 🌟.

𝐼𝑙 𝑝𝑖𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒  𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑚𝑢𝑠𝑎 || 𝐿𝑜𝑢𝑖𝑠 𝑃𝑎𝑟𝑡𝑟𝑖𝑑𝑔𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora