Afferro il manico della mia valigia consapevole che quel gesto è l'inizio di uno degli errori più grandi che io possa mai fare.
Mentire alla mia famiglia , svendermi per non fare sapere la verità , un prezzo da pagare per restare agli occhi degli altri ciò che in realtà non sono.
Do una veloce occhiata al quadrante del mio orologio notando che sono le dieci e trenta in punto.
Mi precipito giù dalle scale assieme alle mie tre valigie e aprendo la porta di casa mi ritrovo davanti Luke , che molto gentilmente si offre di prendere i miei bagagli e riporli nel cofano.
Seduta sul sedile posteriore della Range Rover non faccio altro che pensare alla reazione di Ade quando scoprirà che non sono realmente in vacanza dalla zia della mia amica.
Sono certa che lo verrà a scoprire , del resto , non gli sfugge nulla.
Ho come la consapevolezza che lui già si aspetti quello che sta per succedere.
È sempre un passo avanti rispetto a tutti.
"Signorina Genevois, siamo giunti a destinazione.
Sa indicarmi il gate nella quale la devo scortare?" Mi chiede Luke rivolgendomi anche un leggero sorriso.
"Accosta un momento" chiedo per poi chiamare il numero di Louis, che era ormai stato memorizzato nella mia rubrica sotto falso nome.
Dopo qualche squillo la sua voce roca mi risponde facendomi fare un leggero sussulto.
"Ciao Lilà a quale gate mi devo fare accompagnare?" Chiedo consapevole del fatto che se avessi fatto il nome di Louis Luke lo sarebbe andato a dire a Poseidon e Ade , come un cagnolino che riporta il bastone ai suoi padroni.
"Sei con qualcuno davanti alla quale non puoi parlare?" Domanda.
Non mi da il tempo di rispondere che ribatte dicendo che mi devo fare lasciare alla pista jet.
Lo riferisco a Luke e arrivati alla meta mi faccio lasciare insieme a tutti i miei bagagli dinanzi un jet bianco.
Dalle fattezze esterne è molto bello, sobrio, con alcuna scritta ma una lucidatura particolarmente sbrilluccicante.
Un uomo alto si avvicina a me in passo sicuro , sfoggiando il suo completo nero da maggiordomo.
Mi saluta con fare gentile e con molto delicati modi afferra i miei bagagli e li porge a degli adetti.
Mi avvicino con passo svelto all'aereomobile che giace ormai a pochi passi da me.
Sulle scale con una espressione furba in volto che viene coronata da un paio di aviator c'è lui.
In modo affabile infila le mani nelle tasche dei suoi carhartt color sabbia e inizia a scendere le scale mentre un filo di vento inizia a far svolazzare la camicia in lino blu navy e qualche ciocca di capelli.
"Togli quel sorrisetto compiaciuto dalle tue labbra" ribatto secca non appena ci troviamo a qualche manciata di centimetri l'uno dall'altra.
Alza le mani in alto e con fare innocente sussurra un "pardon moi madame".
Lo supero e inizio a salire la lunga rampa di scale che collega il suolo al portellone dell'aereo.
Entro e mi siedo su uno dei comodi sedili color panna.
Decido di controllare per un ultima volta il telefono.
Il suono di una notifica inizia a propagare una particolare ansia dentro di me.
Ade , mi ha scritto, mi ha augurato buon viaggio.
Fortunatamente non sospetta nulla ancora.
"Sei pronta?" Dice lui entrando nell'aereo.
Annuisco e sposto lo sguardo al finestrino ammirando alcuni aerei decollare.
Si siede nel posto difronte al mio assumendo uno sguardo pensieroso e iniziando a giocare con la confezione delle sue AirPods creando un rumore irritante al quale cerco di non fare caso.
Attivo il telefono nella modalità aereo per poi afferrare dal taschino anteriore del mio zaino una versione tascabile di "pane e prosciutto" di Bukowski.
"Non ti facevo così complicata" alzo lo sguardo su quello che dovrebbe essere il mio interlocutore ma non gli do corda.
"Ti facevo più un tipo da bella addormentata nel bosco o robe simili" mi stuzzica ancora ma questa volta consapevolmente poiché nel suo tono c'è un aria di sfida.
Accavallo infastidita le gambe sbuffando e cercando di prestargli meno attenzione possibile.
Continuo a leggere per tutta la durata del volo , sgranocchiando anche qualche piccolo snack trovato rovistando nel piccolo frigo bar dell'aeromobile.
Mi alzo dal sedile sbadigliando dal e sgranchendomi le gambe.
Uscendo dal portellone dell'aereo mi accorgo subito della differenza di clima tra Parigi e la Sicilia.
Slaccio la felpa a zip e utilizzando le due maniche la lego in vita.
Una mano grande e pesante si posiziona sulla mia spalla, mi giro leggermente senza però distaccarmi dal contatto e scorgo Louis accinto ad osservare il paesaggio in lontananza.
"C'è molto caldo qui" dichiaro io sventolandomi con la mano il viso.
"E non hai ancora visto niente , qui si arrivano a toccare anche i 45 gradi"
Lo guardo con occhi stupiti, non so se riuscirò a reggere tutto quel caldo.
Dopo aver sbrigati una serie di faccende in aeroporto ci siamo diretti verso l'auto.
I bagagli sono stati affidati ad alcuni governanti , mentre noi a bordo di una Porche Carrera 911 raggiungiamo Taormina.Spazio autrice
Ciao readerssss
Tantissimo tempo che non ci vedevamo.
Mi siete mancati tutt* tantissimo.
Ricomincerò a scrivere molto più assiduamente , lo giuro e a breve ripubblicherò un balcone in due.
Un bacione dalla vostra Lee
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𝐼𝑙 𝑝𝑖𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑚𝑢𝑠𝑎 || 𝐿𝑜𝑢𝑖𝑠 𝑃𝑎𝑟𝑡𝑟𝑖𝑑𝑔𝑒
FanfictionArtemis è una ragazza parigina nel pieno della sua crisi esistenziale. Di notte street artist , di giorno una delle più importanti e affluenti personalità francesi. Tutto viene sconvolto quando per colpa di una malefatta incontra il pittore Louis Pa...