Capitolo 12

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Le nostre labbra non riescono a come staccarsi  è se fossero unite  da colla.
Le sue grandi mani scivolano sotto le mie cosce, afferrandole delicatamente per sollevarmi da terra.
Ci infiliamo in un vicoletto strettissimo e ci sosteniamo grazie ad un muro.
La sua bocca si sposta lentamente sempre più in basso , passando dalla mascella , fino ad arrivare al collo.
Comprendo che tutto questo non sia giusto , mi sto concedendo ad un uomo che mi minaccia,che mi costringe a stare al suo fianco , ma non riesco a farne a meno.

Lo disprezzo , ovviamente ma non riesco a scacciare quella piccola parte di me che a volte prende il controllo.
Le sue labbra sono come un tiro di sigaretta , provate una volta non ne potrai fare a meno.
Il suo odore di sigaro unito all'acqua di colonia , gli danno un aria più adulta, più virile , che solitamente un ragazzino di ventidue anni non possiede.
Morbide labbra vagano attorno al mio viso , vogliose di lambire ogni centimetro di pelle.
Butto la testa all'indietro dal piacere, la voglia di avere di più mi persuade.
Inizio a tirare delicatamente i suoi capelli , stringendoli in un pugno.
Gli spingo la testa in alto , ha il fiatone ed il viso rosso , un po' per il rossetto , un po' per l'affanno .
le mie mani cominciano a sbottonare la camicia nera e a vagare sul suo torace.
Inizio a giocare lentamente con le sue labbra , ma lui mi ferma poggiando il capo sulla mia clavicola
Entrambi siamo affannati, stanchi ma vogliosi di provare di più.
"Sarà meglio tornare in hotel"afferma accostandosi alla mia spalla.
Mi libera dalle sue braccia e delicatamente mi posa per terra.
Con un movimento repentino afferra la mia mano e interseca delicatamente le mie dita con le sue.
Mi avvicino lentamente e gli afferro la camicia con la mano libera, lui si blocca per guardarmi , volgendo il mio viso verso l'alto posso scorgere la sua espressione perplessa , libera l'altra mano ed inizio a riabbottonare la camicia.
Non oppone resistenza , anzi , posa le mani sui miei fianchi accarezzandoli.
Sorrido per la bontà di quel piccolo gesto.
Non capisco come un essere umano possa passare dall'essere scorbutico e rabbioso a questo stato così dolce.
Non comprendo la natura delle sue azioni , è una persona facilmente volubile, non sai mai se gli gira bene , se gli gira male, o se puoi dire o fare certe cose.
Termino di infilare l'ultimo bottone nella sua asola.
Ormai bagnati fradici , con gli abiti grondanti , i cuori accelerati e la frenesia del momento ,scappiamo verso l'hotel , mano nella mano.
Appena entrati i receptionist ci guardano straniti , due matti zuppi d'acqua che sorridono e si dirigono verso l'ascensore.
"Chi lo avrebbe detto che sarebbe finita così?" Dice lui sistemandosi i capelli bagnati all'indietro.
"Non pensavo avessi avuto delle modelle così belle , Ji-a è fantastica , forse sono le tue doti"
" Non credo che così tante persone abbiano cattivo gusto e poi è da maleducati cambiare argomento."
"Come hai conosciuto Ji-a?"
"Domande , domande , è possibile che la frenesia di sapere tutto attiri un essere umano in questo modo?"
"Non hai risposto , è da maleducati non rispondere" lo rimbecco appoggiando la schiena alla parete dell' ascensore.
"Ho vissuto in Corea del Sud e Cina per un periodo della mia vita, l'ho incontrata ad un evento e..."
"E..." lo invoglio a continuare.
"Abbiamo stretto un rapporto lavorativo , tutto qui"
"Louis"
"Si?"
"Disegni nudi"
" e allora ? Non so nemmeno perchè mi sto giustificando con te?"
"Fattelo dire sei il massimo a rovinare l'atmosfera."

𝐼𝑙 𝑝𝑖𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒  𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑚𝑢𝑠𝑎 || 𝐿𝑜𝑢𝑖𝑠 𝑃𝑎𝑟𝑡𝑟𝑖𝑑𝑔𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora