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Pov Tancredi

Ricordo che dopo la puntata in cui ho battuto Evandro e sono potuto entrare in trasmissione, ho preso le mie cose e sono arrivato nella casa, dove ormai da tempo vivevano i ragazzi, arrivo parecchio preoccupato, mi sentivo davvero un estraneo nonostante alcuni di loro furono davvero carini con me.
Mentre sistemavo le mie cose arriva in stanza lui, così imponente fisicamente con quel suo abbigliamento appariscente ed extralarge, si rivolge a me con tono incriminatorio già pronto a sentenziare il nostro rapporto, anzi il nostro non rapporto, dopotutto io ero per lui quello che aveva eliminato il suo amico, non saremmo mai potuti essere qualcosa più di semplici compagni di scuola.
Ho pensato che fosse uno sbruffone, un maleducato, quella chiacchierata si era basata solo sulle regole della stanza e su qualche macrobattuta sulla mia vittoria sul suo amico.
Pensare di dover dividere la stanza con quel energumeno mi preoccupava, non mi sentivo per nulla a mio agio con lui.
Sapevo che anche lui si trovava male con me; me lo aveva detto più volte e non perdeva occasione per parlar male di me con gli altri, addirittura quando cucinava molte volte si dimenticava di me e per non fare polemiche fingevo di non avere fame, vedevo il suo sguardo compiaciuto e mi irritava, ma non volevo continuare quella guerra con lui.

I giorni passavano, le lezioni occupavano gran parte del tempo, direi per fortuna perché almeno mi rimaneva meno tempo da trascorrere in casa, i rapporti con gli altri ragazzi non erano male, ma mi sembrava di avere sempre gli occhi di Luca addosso e questa cosa mi bloccava, già non sono particolarmente socievole e avere il continuo pensiero di essere giudicato per ogni cosa mi iniziava ancor più.
Poi qualcosa è cambiato, una notte vedo Luca fissare il soffitto, lo guardo per un po' e poi prendo il coraggio e gli dico:
"Ehi Luca tutto ok?"
Lui si volta verso di me, aveva gli occhi colmi di lacrime, ma mi sorride e con suo solito tono mi dice:
"Non mi chiama mai nessuno Luca, ma in questo momento avevo davvero bisogno di sentirmi chiamare così.. Grazie Tancredi!" Si volta dall'altra parte e credo che abbia pianto per parecchio tempo.
L'indomani mattina mi sveglio e sobbalzo dalla sorpresa, Luca era seduto sul mio letto con una tazzina si caffè, mi sorride e mi dice:
"Buongiorno dormiglione! Il tuo caffè si sta raffreddando, dai sbrigati a berlo!"
Mi porge la tazzina, si alza dal letto e mentre si avvicina alla porta si volta verso di me, ancora a letto perplesso per quello che avevo appena vissuto, e dice: "Ricciolino, guarda che mica porto a tutti il caffè a letto, quindi ritieni davvero fortunato!"
Sorride e aggiange:
"Grazie per stanotte, con quelle poche parole mi sei stato davvero di aiuto." E
se ne va.






𝑀𝑖𝑙𝑙𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒 𝑎𝑙𝑙'𝐴𝑙𝑏𝑎 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora