18.

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Pov Tancredi

Quel mattino nessuno dei due aveva lezione, quindi non dovevamo fare nulla di corsa, quella tranquillità ci permetteva di poterci dedicare un po' a noi due, ma io, come sempre, non sono capace di godere il momento perché già penso al dopo e quindi gli chiedo:
"Come faremo con gli altri?
Cosa diranno?
Cosa ci diranno?"
Continuo il mio monologo perché lui già alla prima domanda si era voltato e messo a leggere degli spartiti, dopo un po' si volta e scocciato mi dice:
"Ti sei già pentito?
Ti vergogni di noi o ti vergogni di me?
Se è così dimmelo subito, non voglio più soffrire."
La voce mentre parla diventa sempre più roca fino alle ultime parole che sono strizzate dalla commozione, oh cazzo cos'ho detto?!
No, non deve pensare questo, io credo di amarlo da sempre, corro da lui, mi inginocchiò accanto a lui che è seduto sul letto, ha la testa rivolta verso il basso sorretta dalle mani, vedo sul pavimento le sue lacrime.
"No Luca, non volevo dire quello, Luca non mi pento di nulla!
Ti prego non piangere, scusa scusa." Mentre gli parlò cerco di sollevare il suo viso, gli accarezzo i capelli, poi finalmente mi guarda, ha gli occhi rossi continua a piangere, scuote la testa e mi dice che "Sono solo uno stronzo!
Ti ho mentito, non te lo meriti."
Mi allontana e si alza.
Rimango lì, mi siedo sul pavimento, le gambe raccolte contro il mio torace, la schiena contro il letto, mi sembra di essere tornato bambino, sto rivivendo quell'incubo.
Cosa voleva dire con quella frase, quando mi ha mentito?
È stata tutta una farsa?
Una bugia?
Uno scherzo?
No cazzo è impossibile, ho sentito con quanta voglia mi toccava, i suoi baci erano veri, le sue mani che cercavano il mio corpo, i suoi occhi, no no no!
Cazzo, cazzo Tancredi sei un coglione!
Mi stringo ancora più le gambe al petto, appoggiò la testa sulle ginocchia e chiudo gli occhi, ritorno indietro nel tempo, soffro dinuovo, lo sapevo che sarebbe successo.

Lui si volta verso di me, continua a piangere, prova ad asciugarsi le lacrime con la mano, ma l'unico risultato che ottiene è quello di arrossare ulteriormente i suoi occhi.
I secondi sono diventati lunghissimi, poi lui rompe il silenzio:
"Chi sono io per entrare nella tua vita così?!
Non è vero che è solo da ora che provo qualcosa per te.
Scusami Tanc, credimi ci ho provato in tutti i modi a non innamorarmi di te, te lo giuro!
Da quando ti ho visto la prima volta ho avuto un sussulto al cuore, quando ti ho visto sorridere mi sono sentito mancare l'aria, un brivido in tutto il corpo; ti ho allontanato in tutti i modi, escludendoti dalla mia quotidianità, ho pure provato a far funzionare una storia che non aveva senso, ma niente ho dovuto cedere.
Quella notte che mi hai chiamato col mio nome hai fatto crollare tutto il mio castello mentale, poi quella maledetta canzone che abbiamo iniziato a scrivere insieme, a chi credi pensassi quando ti dicevo quelle cose?
A te, cazzo a te!"
Si avvicina ai suoi quaderni, tira fuori un foglio, quello che avevamo scritto insieme, lo guarda e poi lo strappa, nuovamente con la voce strozzata dal pianto dice:
"Non ti posso obbligare a stare con me, chi sono io per venire a stravolgerti la vita, non dovevo farti queste pressioni , scusami Tanc, scusami se puoi."
Lancia i fogli a terra e va verso il bagno.
Io, nonostante sia ancora scioccato da tutto questo, mi alzo velocemente e corro da lui, lo prendo per un braccio, lui si ferma, lo abbraccio con tutta la mia forza, capisco dai suoi movimenti che sta ancora piangendo, lascio la presa e continuando ad accarezzare il suo braccio, mi metto davanti a lui, il suo volto anche bagnato di lacrime è di una bellezza pazzesca, provo ad asciugare le sue lacrime con le dita, gli sorrido, faccio un sospiro e gli dico:
"Sei uno scemo!
Ecco cosa sei!
Tu sei la cosa più bella che poteva capitarmi, sono pronto a tutto per stare con te, ti amo Luca!"
I suoi occhi come per magia si rianimano, tornano splendenti come stelle, torna il suo sorriso così bello che mi fa ogni volta pensare di trovarmi in Paradiso, le sue mani grandi e forti cercano nuovamente le mie, la sua voce ora è spezzata non dalle lacrime, ma dall'emozione:
"Voglio affrontare questa cosa con te e per noi!
Ti amo anch'io ricciolino!"
Un bacio suggella questo momento.



spazio autrice:
Niente non so che dire..si sono detti ti amooo!!!!

𝑀𝑖𝑙𝑙𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒 𝑎𝑙𝑙'𝐴𝑙𝑏𝑎 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora