•Luke•
Arrivai in giardino, l'aria fresca mi faceva scacciare via i brutti pensieri dalla mente, ma non placava le lacrime che continuavano a sgorgare dai miei occhi.
Quelle parole mi rimbombavano nella testa facendo affiorare brutti ricordi che pensavo di aver eclissato dalla mia mente.
Invece, eccoli la, quei demoni non se ne andranno mai.«Luke?»
Sento una voce, non troppo in lontananza, chiamarmi.
Non le do troppo peso, sono troppo impegnato a piangere in questo momento e non voglio che nessuno si accorga di questa cosa. Non voglio pena da parte di qualcuno. Sento comunque la voce continuare a chiamarmi, la sento sempre più vicina, perciò decido di asciugarmi le lacrime mentre cerco una scusa plausibile per gli occhi sicuramente arrossati e lucidi.«Ehi Luke, ma non mi sentivi?»
Mi volto e mi ritrovo davanti la figura di un Ashton sorridente, che appena scontra i miei occhi si incupisce.
«Luke..ehi..che hai?»
«Ehi, Ash, oh no niente non ti preoccupare, è solo allergia.» Dico sorridente, cercando di essere il più convincente possibile.
«Si certo, ed io vengo a crederci, dai dimmi cos'è successo.»
Okay, a quanto pare non sono convincere a raccontare balle.
«No, nulla davvero, lascia perdere.»
«Ma Luke, stai piangendo, non posso lasciar perdere..» Mi sorride dolcemente.
E quel sorriso non può far altro che farmi sorridere a mia volta facendomi scacciare via quei pensieri, anche se solo per un attimo.
Avrei dovuto fidarmi? E se poi magari neanche lui avrebbe accettato la mia omosessualità? Se anche lui mi avesse reputato uno schifo? Ma io mi volevo fidare.«Vedi..io..umh..»
«Tu?» Mi incitò lui.
«Sono, beh, gay.»
Lui sorrise.
«Luke anche io sono gay, non c'è nulla di male ad esserlo.» Disse abbracciandomi. «Insomma, cosa c'entra sul fatto che stavi piangendo?»
Non risposi, mi lasciai semplicemente cullare dalle sue braccia. Non mi andava di parlarne ed ero contento che finalmente avevo rivelato ad un mio amico la mia omosessualità non ricevendone in cambio insulti.
Lui continuò ad abbracciarmi, senza chiedermi piu niente avendo capito che non avevo alcuna voglia di parlarne.*****
Restammo tutto il giorno a passeggiare e a parlare di qualunque cosa.
Avevo passato una delle giornate più belle della mia vita, era così bello poter parlare con qualcuno che ti capisse davvero senza giudicarti per nulla.
Sfortunatamente, però, si era fatta già sera e dovevamo tornare al college, io avrei rivisto Michael, e la tristezza sarebbe tornata.Arrivammo alla porta della nostra stanza, ma prima che Ashton infilasse la chiave nella serratura per aprire, Calum uscì dalla stanza, ci fece un cenno per salutarci e se ne andò.
Approfittando della sua uscita, noi due entrammo.
Michael era là, sdraiato sul letto, in tutta la sua bellezza, perché lui era così bello, perfetto oserei dire. E..e..Luke basta farti seghe mentali per favore.«Ciao.» Salutò Ashton.
Gli fece un cenno annoiato.
Odiava Ashton è sicuramente non lo nascondeva.«Ciao Mike.» Lo salutai io.
«Ciao Luke.» Ricambiò.
Mi misi seduto sul letto ed Ashton accanto a me. Gli sorrisi. L'espressione di Michael mutò. Che iniziasse a sospettare qualcosa?
Spero di no.
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I hate you, don't leave me •Muke•
FanfictionMichael e Luke sono coinquilini di stanza. Luke, un ragazzo indifeso con un passato da lasciare alle spalle, si trasferisce al college con la speranza di una nuova vita lontana dal dolore. Qua però incontrerà Michael, la persona più sbagliata della...