I'm a mess

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Luke

Restai a piangere per non so quanto altro tempo, a terra, in quell'angoletto da dove non mi ero più mosso da quando lui se n'era andato.
Provavo un dolore lancinante dove le costole, le gambe e al petto. Il petto, il cuore, mi facevano terribilmente male.
Perché aveva dovuto farlo? Perché picchiarmi? E sembravo così patetico mentre lo pregavo di finirla, ma non potevo risultare meglio di così mentre il ragazzo che amo continuava a riempirmi di botte senza alcun interesse.
Perché si, io lo amavo, ma a lui non interessava nulla di me.
Non poteva essere altrimenti, io rovino sempre tutto, sono solo un disastro vivente.
Ed io che pensavo che tutto sarebbe andato per il meglio, a quanto pare sono solo uno stupido ragazzino pieno di sogni inutili e che dovrebbe imparare ad essere più realista.
Niente si migliorerà per me, perché forse non lo merito, perché forse è così che deve essere.
Mi alzai e traballante mi incamminai verso lo specchio, le lacrime erano ormai fredde sulle mie guance, ma delle nuove continuavano a fuoriuscire dai miei occhi.
Vidi il mio riflesso.
Occhi gonfi e rossi ancora pieni di lacime da versare, labbra rosse e insanguinate per tutti i morsi che ci avevo dato ed un livido, un accenno violaceo, sul mio zigomo sinistro.
Volevo sparire dal mondo.

Ad un tratto la porta si aprì, mi voltai di scatto e un senso di terrore mi invase.
Non avrei saputo dire se sperassi più che fosse lui o no. Per tutto il male che mi aveva fatto, il cuore riprendeva a battere ogni volta che lo vedevo. E poi si chiedono perché l'amore fotte.
Comunque sia, da quella porta entrarono dei riccioli dorati e un sorriso smagliante circondato tra due tenere fossette, ma che appena mi vide si spense immediatamente.

«Luke..»

Lo fermai prima che potesse dire qualcosa.

«Sto bene.»

Il mio tentativo di freddare la conversazione a quanto pare fu del tutto inutile.

«No tu non stai bene, dimmi, chi ti ha fatto questo? È stato Michael? Ti ha picchiato?»

Disse nel mentre si avvicinava a me, tentai di negare e di allontanarmi un po da lui, ma quando mi avvolse in in un abbraccio crollai fra le sue braccia e poggiando il viso sulla sua spalla ripresi a piangere.

«Luke, ehi, tranquillo, non piangere, sh...»

Mi sussurrava accarezzandomi dolcemente la schiena, ma il mio singhiozzo era implacabile, sentivo il forte bisogno di piangere. Non potevo smettere.

«Che ne dici di raccontarmi ciò che è successo?»

Annuii. Presi un respiro cercando di tranquillizzarmi mettendomi poi seduto sul letto. Lui fece lo stesso, cingendomi stretta la vita con un braccio per tenermi tranquillo.

«Lui mi odia, dice che dovrei morire, che faccio schifo..è per questo che mi ha picchiato, dice che avrei dovuto dirgli prima di essere gay, che non saremmo mai diventati amici..»

Asciugai velocemente un'altra lacrima che stava scorrendo per la mia guancia, parlavo, ma la mia voce tremava.

«Tu sei fantastico, non credere a ciò che ti dice lui, non lo meriti.»

«Invece si, mi merito tutto ciò che mi ha detto, tutto quanto.»

«Ma no, basta dire queste cose Luke.»

«Se non fosse così perché ovunque vado tutti me lo dicono? Perché mh? È così, deve essere così e basta.»

Singhiozzai nuovamente.
Lui mi abbracciò, mi tenne stretto a se.

«Io lo amo Ashton, lo amo.»

Un sospiro fuoriuscì dalla sua bocca.
E forse, non avrei dovuto dirglielo, anche se credo lo sapesse già.

I hate you, don't leave me •Muke•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora