Falling for you

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Michael

Ogni sera a venire dall'accaduto la passai come la prima; chiuso in macchina o seduto a terra in un qualche giardino abbandonato e l'ennesima bottiglia in mano, pronta a darmi quella consolazione di cui avevo bisogno, lasciarmi pensare che forse Luke sarebbe stato meglio così, senza di me, e che forse anche lui sarebbe arrivato a quella soluzione, lasciando al mio ritorno quella stanza vuota.
Vuota come me, vuota come quella bottiglia adesso a tra le mie mani, vuota come il mio cuore.

Perché il mio è un cuore freddo e vuoto, fatto di ghiaccio, incapace di provare sentimenti, ma capace di infrangere ogni sogno.

Alzai lo sguardo al cielo buio, ammirando le miriadi di stelle che illuminavano la notte, tentai anche di contarle per quanto fosse impossibile, soffermandomi infine su di una che brillava più delle altre.

«Perché, perché sono nato così? -Chiesi, pieno di rancore contro me stesso, addirittura bisognoso di una qualche spiegazione, a quella stella così luminosa.- Dimmelo! Tu lo sai!»
Urlai infine disperato, alla ricerca di qualcosa che solo io avrei potuto trovare, dentro di me.
Sbuffai frustato a quella consapevolezza, mettendomi le mani tra i capelli tirandoli con forza, quasi a strapparli via, mentre un urlo a pieni polmoni uscì dalle mie labbra.

Mi alzai finalmente da terra, deciso di tornare in macchina ed allontanarmi di lì.
Una volta dentro misi in moto, iniziando a guidare sull'asfalto liscio, che ai miei occhi risultava solamente un' immagine sfocata, confusa nel buio della notte gelida.

In quel momento, l'unico pensiero che occupava la mia mente, era Luke.
Tutto ciò di cui Luke necessita é qualcuno che lo salvi da se stesso, che non lo lasci affogare tra i suoi demoni, di qualcuno che si prenda carico di tuffarsi in quei mille pensieri e lo faccia riemergere, portandolo al sicuro. Che lo tenga stretto fra le braccia, proteggendolo da tutti i mali che su questo mondo lo oppressano.
Questo è quello di cui avrebbe bisogno lui.
Tutto ciò che io non sono.
Perché come una persona che non riesce a salvarsi da solo, può prendersi cura dei pesi di un altro?

In quel momento desiderai di poterlo essere io; sarei voluto essere quella persona, in grado di salvarlo ed amarlo.
Cambiare direzione all'istante, andare da lui e dirgli quanto importante fosse diventato per me, quanto avesse cambiato e travolto la mia vita nel giro di qualche settimana.
Ma semplicemente non lo feci.
Un vigliacco senza speranze, senza palle di ammettere ciò che davvero vuole, ciò che davvero è.
Ed è per questo, per la mia vigliaccheria, che poco dopo arrivai a casa mia con il desiderio di restare imprigionato per giorni.

«Michael..» La voce, forse preoccupata, di mia madre mi fece leggermente sussultare, non avendo immaginato che potesse essere ancora sveglia.

Alzai lo sguardo e rimasi a guardarla; non una parola, impassibile alla sua voce, fermo stante.

Alzò gli occhi al cielo avendo la certezza che fossi sbronzo e avvicinò a me, ma io mi scostai, facendo qualche piccolo passo indietro.
«Cos'hai Michael?»
Chiese, questa volta, con un tono di voce un po più serio, considerato non fosse la prima volta a ritrovarmi in questo stato.

Deglutii guardandola negli occhi per poi serrare i pugni e parlare disprezzante alle mie stesse parole:
«Mi sono innamorato, mi sono innamorato di un ragazzo, mamma.»
Biascicai per poi andare a rinchiudermi in camera mia, dove caddi impacciatamente sul letto e mi addormentai subito dopo, stanco.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 26, 2016 ⏰

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