Giochi Pericolosi

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Nei giorni successivi alla partenza dei gemelli non si parlava d'altro che della loro fuga. La Umbridge era ancora fumante di rabbia, non era rimasta per niente contenta dei due buchi a forma di scopa che aveva trovato nella sua porta, ma soprattutto non era riuscita a liberarsi della palude che Fred e George avevano piazzato al quinto piano e Gazza, suo fedele seguace, si era ritrovato a traghettare gli studenti verso le aule. Molti studenti invece erano insorti e avevano iniziato a contendersi la carica di Combinadisastri, ne facevano di tutti i colori alla nuova preside ma nessuno era in grado di superare i gemelli. Fred e George mancavano a tutti noi ma quelli a soffrire di più eravamo io e Lee, che era giù di morale quanto me e aveva spesso il muso e gli occhi spenti, neanche Angelina era in grado di tirarlo su di morale. A me, invece, capitava spesso di infiltrarmi nella stanza dei ragazzi per passare del tempo nel letto di George, indossando la sua camicia e stringendo il suo cuscino... per Lee, Robert e John era diventato più che normale vedermi lì. Non ero affatto triste, sentivo solo la loro mancanza. George mi scriveva delle bellissime lettere quasi ogni giorno, che io conservavo gelosamente nel cassetto del mio comodino legate con un nastrino rosso. Harry invece si era rilassato da quando aveva parlato con Sirius e Lupin, e mi aveva raccontato tutto l'accaduto. I due lo avevano tranquillizzato dicendogli che erano soltanto ragazzate e che suo padre faceva lo spavaldo in presenza di Lily, la madre di Harry, per attirarne l'attenzione.
Io e Hermione ci trovavamo al terzo piano, sedute al tavolo più isolato della biblioteca a studiare perché a breve sarebbero iniziati gli esami. La biblioteca era molto affollata, molti studenti si rifugiavano lì per sfuggire alla Umbridge, a Gazza e alla Squadra d'Inquisizione, che non erano soliti entrare. L'odio di Madama Pince verso la nuova preside non era diminuito e accoglieva tutti i poveri disperati che scappavano da lei a braccia aperte, intimando sempre e comunque di fare silenzio e trattare bene i suoi adorati libri. Ero china sui mille fogli di appunti (presi grazie alla piuma di Piton), i gomiti poggiati sul tavolo, con la mano sinistra mi sorreggevo il mento mentre con la destra facevo oscillare velocemente la piuma. Sbuffai e distolsi lo sguardo dalle parole in inchiostro lucido, iniziando ad osservare gli alti scaffali pieni di libri antichi. Avevo sempre adorato la grande biblioteca, così silenziosa e tranquilla. Silenziosa e tranquilla. L'opposto di ciò di cui ero attratta, l'opposto della furia dai capelli rossi che amavo così tanto. Sorrisi a quel pensiero e subito i miei occhi caddero sulle poltrone e sul tavolino in fondo alla stanza, era il luogo in cui lui e Fred mi avevano mostrato il progetto dell'appartamento e George mi aveva chiesto di andare a vivere con lui. Sorrisi ricordando il suo imbarazzo, la paura di un rifiuto da parte mia, ricordai il mio entusiasmo nel vedere il progetto e la mia felicità per la sua proposta, poi il bacio che ci eravamo dati e la sua dolce stretta.
Amy? Amy, Amelia... stai bene?- disse una voce.
Eh? Che cosa hai detto?- chiesi, prendendo colore alle guance e ritornando alla realtà.
Ti ho chiesto se stai bene, stavi fissando il muro- disse Hermione, aggrottando la fronte preoccupata.
Si, si, va tutto bene- risposi. Tu hai finito con quelli?- chiesi indicando i suoi libri.
Oh, si! Ho finito tutto- rispose, sorridendo soddisfatta. Tu? Vogliamo andare?- disse.
Si, allora andiamo... Oh! Io devo andare in guferia, non sono ancora andata a controllare se la lettera di George è arrivata- dissi, mentre raccoglievo tutte le mie cose dal tavolo e le rimettevo nello zaino.
Bè, deve essere divertente frequentare la guferia ogni santo giorno- ridacchiò lei, chiusi gli occhi e scossi la testa.
Non mi pesa affatto, Hermione. Spero solo di non trovarci Gazza, da quando George ha fatto il mio nome prima di scappare, lui mi guarda come se fossi la peggiore degli assassini- dissi, Hermione rise di cuore.
Ci credo! Sei la ragazza di George, non puoi capire cosa sento dire in giro su di te- disse, si mise lo zaino in spalla e iniziammo ad attraversare la biblioteca.
Cosa intendi?- chiesi.
Diciamo che alle ragazze piace... come dire... creare storie su di te e George- disse, trattenendo una risata e aumentando il passo.
Corinna! Cosa si inventano?- chiesi, sospirando afflitta, correndole dietro.
Cose estremamente sdolcinate- spiegò velocemente Hermione, svoltando l'angolo. Molte vorrebbero essere al tuo posto, Amy. Tutte credono che George farebbe di tutto per te, e sai una cosa? Questo lo credo anche io- ribattè.
Hermione...- dissi, arrossendo. Sei in vena di romanticismo?- ribattei.
Dico solo la verità!- esclamò, con le mani sui fianchi. Non dovevi andare in guferia?- disse.
Si... sei davvero insopportabile- scossi la testa.
Ci vediamo dopo!- rispose lei, mi voltò le spalle e andò via.
Spero di no!- urlai io, ridendo. Dopodiché mi avviai verso al guferia con lo zaino in spalla. Il cielo era sereno e cosparso di nuvole candide come la neve, il sole stava tramontando e l'orizzonte era tinto di rosso. Gli alberi si muovevano leggermente a causa del vento della sera e, sulle loro chiome, gli uccelli cinguettavano allegri. Hogwarts era bellissima al tramonto, era magnifico quando sopra le torri i colori del giorno e quelli della notte si univano. Mi diressi verso la scala della guferia e a metà del percorso mi fermai ad osservare per un altro pò il cielo. Quando arrivai agli ultimi gradini prima dell'ingresso sentii delle voci e iniziai a sperare con tutta me stessa che tra quelli presenti non ci fosse Gazza, poi feci quegli ultimi gradini. Tirai un sospiro di sollievo, Gazza non c'era ma quando i miei occhi passarono in rassegna sulle altre persone nella stanza la mia bocca si seccò.
Oh! Guarda un pò chi c'è!- canzonò una voce stridula. La buffona quasi Weasley- ridacchiò Pansy Parkinson.
Parkinson, abbassa le penne o te le strappo una ad una- ringhiai, camminando a testa alta verso Twilight, che bubolò contrariato.
Siamo aggressive oggi, Moore?- disse Malfoy, allontanandosi da Pansy Parkinson, Madelaine e Adrian, che pur non essendo un membro della Squadra d'Inquisizione vi partecipava attivamente.
Abbiamo tirato fuori gli artigli?- riprese Pansy, facendosi beffe.
Ehi, bello, hai qualcosa per me oggi?- sussurrai a Twilight, lui di risposta mosse la testa avanti e indietro e si girò a prendere una busta. Sorrisi, la presi e gli diedi un premio, poi mi girai per andare via ma Malfoy mi si mise davanti, intralciandomi la strada.
Sai che è maleducazione non rispondere alle domande che ti vengono fatte, mezzosangue?- disse, gli rivolsi un sorriso beffardo che subito sparì venendo sostituito da una maschera dura.
E perché mai dovrei essere gentile ed educata con voi?- dissi.
Perché siamo delle autorità in questo momento!- gracchiò Pansy Parkinson, alzai un sopracciglio.
Forse hai perso la memoria, lascia che te la rinfreschi...- sbottò acido Malfoy, afferrandomi il braccio con la lettera. Hai visto che fine ha fatto il tuo stupido gruppetto di amici? Hai presente? Quel ridicolo gruppetto orchestrato da Silente con Potter, la Granger e i fratellini Weasley- disse.
Credo di sapere di cosa stai parlando- risposi, avvicinandomi di qualche centimetro al suo viso.
Ma che brava... hai visto come non vi abbiamo lasciato scampo?- disse Pansy, ghignando.
Ah, si... ci avete scoperto subito, siete straordinari- dissi ironica, Malfoy fece un verso schifato.
Malfoy, ne è arrivato un altro, vai. Moore, dobbiamo controllare la posta, vieni qui- disse Adrian, spintonando il ragazzo che era appena entrato verso Pansy e Draco. Malfoy si spostò guardando come se fossi la peggiore feccia e andò via, Adrian e Madelaine mi raggiunsero.
Ascolta...- sussurrò Adrian -Stupida ragazzina, tu giochi con il fuoco... e non con uno normale ma con l'Ardemonio- disse.
Ti preoccupi, Adrian?- chiesi.
Smettila! Io e lei non abbiamo detto nulla e non sei finita nei guai, ma se continui con quella arroganza e a prenderti gioco delle persone ci rimetterai tu. Tutto- ruggì.
A proposito, cosa vi ha spinto a non dire nulla?- dissi, Adrian ringhiò e mi strappò la lettera dalle mani. Lesse il nome del mittente e spezzò il sigillo, poi iniziò a leggerla. Io spostai gli occhi su Madelaine, che se ne stava seria e immobile a fissarmi.
Non pensare che non ti abbia visto l'altro giorno, Madelaine Scott- sorrisi.
Che cosa stai farneticando?- chiese lei, mantenendo la stessa espressione priva di sentimenti.
Il giorno della fuga dei gemelli... hai pianto, ti ho vista- dissi, lei sbiancò e deglutì.
Stupidaggini! Perché avrei dovuto piangere per quei due ridicoli buffoni?- disse.
Perché ti mancano i tuoi amici e il tuo fidanzato- dissi.
Ah! Voi mancarmi? Ridicoli... potete solo sognarlo- disse
Resta il fatto che ti ho vista versare delle lacrime e ti posso assicurare che non sono pazza né tanto meno ho le allucinazioni... quindi sta mentendo- dissi.
Ti ho detto che non... - iniziò a dire, ma venne interrotra da Adrian.
Piantatela entrambe, mi avete stancato. Moore prenditi questo straccetto, evita di essere arrogante e fila via- ribattè Adrian.
Piaciuta la mia lettera? Sapresti dirmi di chi è?- lo presi in giro, il suo viso tremò.
Lo sai, Moore, che è di Weasley- sbottò.
Grazie, almeno non dovrò leggere il mittente- dissi.
Meno arroganza, ho detto, Moore- disse, prese per un braccio Madelaine e si allontanò. Li guardai camminare via e subito dopo che loro ebbero raggiunto gli altri due mi diressi verso l'uscita, scesi di corsa le scale e tornai in dormitorio. Mi gettai sul letto e dimenticai tutto ciò che era successo in guferia, presi la lettera e mordendomi un labbro la aprii e iniziai a leggere...

//Just The Way You Are♡//George WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora