L'Ufficio Misteri

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Passarono i minuti e noi eravamo ancora rinchiusi nell'ufficio della Umbridge, la squadra di inquisizione non ci lasciava un soli attimo e non ci toglieva gli occhi di dosso. Io ero ancora bloccata da Warrington, la sua stretta era diventata davvero dolorosa ma non avevo nessuna intenzione di far trasparire il dolore che provavo. I miei polsi andavano a fuoco e le mie braccia erano tutte intorpidite, il mio labbro, anche quello faceva male, continuava a sanguinare e sembrava non avesse intenzione di fermarsi, continuavo ad asciugare il sangue sulla mia divisa.
La Squadra d'Inquisizione decise di divertirsi un pò e iniziò a prendersi gioco di noi, a iniziare fu Pansy Parkinson, che si avvicinò a Ginny e le rise in faccia -Oh, Weasley, non vi devono proprio piacere i soldi, eh? I tuoi fratelli scappano prima della fine del loro ultimo anno, voi due che state per essere espulsi... non vi date neanche l'occasione di trovare un lavoro. Dovete proprio amare quella stalla in cui vivevete, no?- disse.
Chiudi quella fogna che ti ritrovi, serpe- ringhiò Ginny, dimenandosi ancora.
La Parkinson le rise di nuovo in faccia, a lei si unirono Malfoy, Tiger, Warrington e altri Serpeverde. Adrian e Madelaine rimasero impassibili, non mi avevano tolto gli occhi di dosso per un attimo.
A me è capitata quella che da meno problemi- disse un ragazzo, strattonando Luna, che sembrò ridestarsi e distolse lo sguardo dalla finestra. Lunatica Lovegood, no? La figlia del pazzo che scrive Il Cavillo- ridacchiò.
No, mio padre non è pazzo- rispose, mantenendo la calma.
Continua a crederlo se ti fa piacere. Sapete? Non ha neanche provato a difendersi quando l'ho catturata, pensavo che i Corvonero fossero scelti per la loro intelligenza- ribattè lui, gli altri scoppiarono a ridere.
Infatti, è per questo che tu non sei stato smistato lì- risposi, le risate si zittirono ed io sorrisi con fare strafottente.
Attenta, mezzosangue, o potrei farti sanguinare anche l'altro di labbro- minacciò Malfoy.
E invece no, Malfoy- rispose Adrian, Draco s'irrigidì e si girò verso di lui con un cipiglio.
E perché no, Pucey? Non me ne importa niente di cosa c'è tra voi due, è insolente, farò quello che ho detto se è necessario e di certo non sarai tu o Scott a fermarmi- rispose.
Pensa a come potrebbe reagire la Umbridge se le trovasse una sola ferita in più- rispose Madelaine.
Non cambierebbe nulla, ha già quella- alzò gli occhi al cielo Malfoy.
Ma quella gliel'ha fatta lei, è come se non costasse. Se gliela fai tu invece potrebbe contare eccome- ribattè lei, Malfoy emise un gemito rabbioso e mi guardò con disprezzo. Intanto Ginny e Ron erano rimasti sconvolti dalla reazione di Madelaine e Pucey, Ginny si riprese e riassunse la sua espressione impassibile, la vidi occhieggiare ovunque. Stava guardando il pavimento. Aggrotrai la fronte e aguzzai la vista, la vidi puntare alla tasca della ragazza che la teneva ferma, Millicent Bulstrode. Fu allora che capii, voleva riprendersi la bacchetta. Ginny mi guardò e scossi la testa per dirle di stare ferma, lei sbuffò e io le sorrisi. Avevo un piano.
Allenta la presa, Warrington, mi stai facendo male- dissi, guardandolo da sopra la mia spalla
Scordatelo- rispose lui.
Posso almeno pulire il sangue? Il sapore non è molto piacevole- ribattei.
Se vuoi te lo pulisco io- mi sussurrò in un orecchio.
Sei disgustoso- mormorai, guardando di sottecchi Ginny per vedere cosa stesse facendo.
Warrington, non esagerare... devi tenerla ferma non importunarla- con una sola falcata Adrian arrivò a un palmo dal naso del giocatore. Lasciale un braccio in modo che si pulisca- disse.
Lui è Warrington si guardarono per qualche secondo, poi il giocatore digrignò i denti e mi strattonò -Se fai una sola mossa falsa...- mormorò, mi lasciò un braccio e aumentò la stretta sull'altro. Lo guardai di traverso e accettai il fazzoletto che Adrian mi aveva offerto, tamponandomi il labbro con cura osservai Luna, Neville e Ron, che stava fulminando tutti i Serpeverde. Millicent Bulstrode, che non mollava Ginny neanche per un secondo, aveva allentato la presa e chiacchierava con i suoi amici mentre mi guardava con disprezzo. Ginny mi lanciò uno sguardo e annuì impercettibilmente, era capace di liberarsi e prendere la sua bacchetta. Continuai a tamponarmi il labbro e individuai velocemente la mia bacchetta nelle tasche di Warrington. Lasciai cadere il fazzoletto e mi chinai per prenderlo, lo strinsi in un pugno e mentre mi rialzavo, con uno scatto veloce lasciai di nuovo cadere il pezzo di stoffa e afferrai la bacchetta. Urlai uno schiantesimo e Warrington volò indietro, urtando persino contro alcuni dei suoi e gettandoli a terra, l'impatto fu così forte che cinque della Squadra d'Inquisizione persero i sensi. Nel frattempo Ginny aveva fatto la mia stessa mossa, aveva schiantato Tiger liberando Neville, che a sua volta aveva iniziato a scagliare incantesimi e stava combattendo contro il carceriere di Luna. Io liberai Ron, mettendo al tappeto quello che lo teneva, e mi avventai su Malfoy. Ero forte ma Draco lo era altrettanto, i suoi schiantesimi mi mancavano ogni volta di poco e forse l'ultimo mi avrebbe colpito se non fosse stato per Ginny e la sua Fattura Orcovolante. Veloci come mai ci fiondammo tutti verso la porta, feci uscire tutti quanti e mi rigirai a guardare quel disastro, Adrian e Madelaine guardavano inermi la scena.
Grazie- gli dissi, poi uscii di corsa da quell'ufficio e chiusi la porta alle mie spalle. Tutti iniziammo a correre e ci dirigemmo verso il ponte di legno.
Abbiamo tutti le bacchette?- chiesi affannata mentre ci addentravamo nella foresta proibita.
Si, io ho anche quelle di Harry e Hermione- disse Ron.
Perché quei due non hanno reagito?- chiese Ginny.
Non lo so, però è meglio così. Bella Fattura Orcovolante, Ginny, grazie- dissi con un sorriso divertito.
Di nulla!- rispose lei. Siamo messi un pò male- ribattè, osservandoci in viso. Lei aveva due lunghi graffi sulla guancia, io e Ron avevamo un labbro spaccato e sanguinante, Neville aveva un occhio gonfio e Luna sembrava illesa.
Io sto bene- disse Luna allegra.
Non importa, come li troviamo quei due?- chiese Neville.
Nessuno ebbe il tempo di rispondere a Neville che delle voci giunsero da non troppo lontano, e in pochi secondi le figure di Harry e Hermione divennero chiare.
Così!- risposi io, sorridendo e iniziando a camminare più veloce.
Bè, non possiamo fare niente senza bacchette. E comunque, Harry, come pensavi di arrivare fino a Londra esattamente?- disse Hermione.
Proprio quello che ci chiedevamo anche noi- disse Ron. I due sussultarono e si calmarono non appena ci videro, un'espressione stupita apparve sui loro volti mentre Ron gli porgeva le bacchette.
Allora, che cosa avevi in mente?- chiese a Harry.
Come avete fatto a liberarvi?- chiese sbalordito lui.
Harry, non si risponde ad una domanda con una domanda...- lo rimproverai, sorridendo divertita. Andiamo, Potter, pensi che siamo così sprovveduti? Abbiamo le nostre risorse. Io e Ginny li abbiamo distratti, siamo riusciti a liberarci tutti e li abbiamo messi al tappeto con qualche schiantesimo, qualche fattura e, bè, anche un pò di fortuna- dissi, Ron e gli altri sorrisero.
Che fine ha fatto la Umbridge?- chiese Ron.
I centauri l'hanno portata via- rispose Harry.
E vi hanno lasciato andare?- domandò Ginny, asciugandosi le goccioline di sangue che le uscivano dalle guance.
Non volevano, poi è arrivato Grop e li ha inseguiti- replicò Harry.
Chi è Grop?- chiese Luna.
L'enorme fratellino di Hagrid- rispose Ron. Harry, cosa hai scoperto su Sirius?- chiese.
Non è al quartier generale- rispose lui, guardandomi preoccupato.
No...- sussurrai.
Sono sicuro che è ancora vivo, ma non so come fare a raggiungerlo in tempo- disse.
Bè, dovremo volare, no?- suggerì Luna, con una calma inquietante.
Allora... Prima di tutto, non dovremo fare un bel niente se in quel "dovremo" ti ci metti anche tu; secondo, Ron è l'unico ad avere una scopa che non sia sorvegliata da un troll, quindi...- rispose lui, irritato.
Io ce l'ho, una scopa!- disse Ginny.
Si ma tu rimani qui!- rispose Ron.
Chiedo scusa, ma quello che succede a Sirius mi sta a cuore quanto a te!- sbottò lei, serrando la mascella. Sussultai quando notai l'incredibile somiglianza con Fred e George.
Tu sei troppo...- disse Harry, ma Ginny lo interruppe severa.
Avevi tre anni meno di me quando hai lottato contro Tu-Sai-Chi per la Pietra Filosofale, ed è grazie a me che Malfoy è bloccato nell'ufficio della Umbridge da enormi spettri volanti...- rispose lei.
Si, ma...- fece per replicare lui.
Facciamo tutti parte dell'ES- gli ricordò a voce bassa Neville. Era per prepararci a combattere Tu-Sai-Chi, no? E questa è la prima occasione di fare davvero qualcosa... o era solo un gioco?- ribattè.
No, ovviamente!- mi intormisi io, guardando Harry con un cipiglio. Stavamo parlando troppo e agendo poco, non saremo arrivati a niente se avessimo continuato in quel modo, e mio padre...
Andremo tutti- dissi, non c'era tempo. Stavo mettendo in pericolo la vita dei mie amici ma non avevamo tempo da perdere.
Amelia, noi non...- fece Harry.
Non possiamo stare qui a far nulla, Harry!- risposi, era un atto di puro egoismo. Dobbiamo trovare un modo per volare fino a Londra, possibilmente non le scope... non ne abbiamo abbastanza- dissi, Harry sospirò.
Ci sono i Thestral- rispose Luna, guardando tra gli alberi. Harry voltò la testa e rimase a fissare un punto imprecisato della foresta.
Sono quelle creature pazzesche che assomigliano ai cavalli?- chiese Ron.
Si- rispose Harry.
Quelli che non puoi vedere se prima non hai visto morire qualcuno?- ribattè, Harry annuì mentre accarezzava qualcosa di invisibile, io guardai male Ron per la sua mancanza di tatto.
Quanti sono?- chiesi, non li vedevo ma a quanto pare Luna ed Harry si.
Soltanto due- rispose Harry.
Bè, ce ne servono sette- dissi.
Se non arrivano...- mormorò lui.
Oh, arriveranno- disse Ginny. Tu e Hermione siete ricoperti di sangue, Hagrid usa la carne cruda per attirarli, quindi...- disse, facendo un sorrisetto.
Ma come facciamo a salire se non li vediamo?- disse Hermione.
Harry e Luna ci aiuteranno, loro li vedono- dissi.
Io... io posso aiutare, li vedo- disse Neville, gli sorrisi.
Grazie, Neville- dissi.
Guardate, ne stanno arrivando altri- disse la voce sognante di Luna.
Bene, allora, andiamo- dissi. Luna andò avanti e ci guidò tutti verso quegli esseri invisibili che solo lei, Neville e Harry potevano vedere. Ci aiutarono a salire in sella ai Thestral e a mantenere l'equilibrio. Io fui aiutata da Neville, che vedendomi in preda alla confusione a fissare il nulla sotto di me guidò le mie mani verso la criniera della creatura e io la strinsi forte. Avevo letto spesso di quegli animali ma non ne avevo mai visto uno, né tanto meno ero salita su di loro. Nonostante non riuscissi a vederlo, riuscivo a sentire i suoi crini stretti tra le mie dita e il calore del suo corpo sotto le mie gambe, era tanto inquietante quanto affascinante e misterioso. Dopo aver assicurato le ginocchia dietro la giuntura delle ali ci alzammo in volo.
In pochi minuti prendemmo quota, volando così in altro da poter osservare le nuvole da vicino e addirittura passarci attraverso. Tutto sembrava così piccolo dall'alto, la foresta divenne solo un ammasso verde, il castello si rimpicciolì e la capanna di Hagrid divenne solo un minuscolo puntino. Quando iniziammo a intravedere Londra, il cielo era già diventato scuro e le stelle erano spuntate dal nulla, luminose più che mai. Se mio padre non fosse stato in un pericolo mortale mi sarei decisamente goduta la magnifica vista. La città era un ammasso di lucine lampeggianti di tutti i colori, volammo sopra il Tamigi, osservando le barche e sorvolando i magnifici ponti di Londra, poi finalmente atterrammo in un vicolo. In un angolo c'era una cabina telefonica rossa, scendemmo tutti dai Thestral. Ron cadde- Mai più. Mai, mai più... è stata la peggiore...- mormorò, tenendosi la pancia e massaggiandosi la schiena. Io saltai giù tranquillamente, come Ginny, Hermione. Neville scese tremante e Luna sembrava aver fatto una tranquilla passeggiata in campagna.
Una cabina telefonica?- chiesi a Harry.
Questo è l'ingresso visitatori per entrare al ministero- mi dissi, io annuii e lui si infilò nella cabina. Venite dentro- disse, e noi con qualche difficoltà ci infilammo nella cabina.
Harry ordinò al più vicino al ricevitore, che in quel caso era Ron, di comporre un numero. Subito dopo che il disco del telefono, ronzando, tornò a posto, una fredda voce femminile risuonò nella cabina e ci intimò di dire i nostri nomi. Non ero mai stata al ministero, quella affermazione mi preoccupò un pò. Inizialmente, appena l'assurda vocetta parlò, pensai che ci avessero scoperti e che la nostra avventura fosse finita lì, in quel preciso istante. E che mio padre sarebbe morto. Voldemort lo avrebbe torturato fino alla morte. Poi Harry rispose -Harry Potter, Amelia Moore, Ron Weasley, Hermione Granger,Ginny Weasley, Neville Paciock, Luna Lovegood... Siamo qui per salvare qualcuno, a meno che il Ministero ci riesca prima di noi!- ed io capii che quella non era una persona. Esalai una boccata d'aria, avevo trattenuto il fiato. La voce femminile ci ringraziò e dalla fessura del telefono uscirono sette spille, Harry ce le passò velocemente mentre la voce parlava ancora, dicendo che avremmo dovuto sottoporci ad una perquisizione e presentare la bacchetta nell'Atrium. Il pavimento iniziò a scendere, il marciapiede salì sopra le nostre teste e i Thestral scomparvero dalla nostra vista e in un attimo tutto divenne buio, buio pesto. Poi fui accecata da una forte luce dorata e le porte dell'ascensore si aprirono, rivelando la grande stanza dell'Atrium del Ministero della Magia. Mi contorsi un pò e feci scattare la mano verso il basso, la bacchetta scivolò dalla manica e cadde tra le mie dita... ero pronta a qualsiasi cosa, ma speravo comunque che andasse tutto bene. Dubitavo, ma speravo. Anche Harry aveva estratto la bacchetta e lo vidi avanzare, poi si girò verso di noi e ci disse di avanzare. Il Ministero era vuoto, la stanza era enorme e illuminata da una forte luce dorata. Cinque statue, che rappresentavano una strega, un mago, un goblin, un centauro e un elfo domestico fungevano da fontane e lo scroscio dell'acqua era molto rilassante, mi mise tranquillità. Ricordai il giorno della radura con George, il suono dell'acqua del fiume che scorreva, le sue mani sul mio viso, sui miei fianchi. Sorrisi e sperai che quello fosse solo un brutto incubo, un brutto incubo da cui mi sarei svegliata presto. Quella enorme stanza era davvero suggestiva, scura a causa delle pareti nere come la notte, ma allo stesso tempo così luminosa da far bruciare gli occhi. Corsi accanto a Harry e gli posai una mano sulla spalla, stringendola per confortarlo, lui mi imitò e poggiò la mano sulla mia, accarezzandone il dorso per confortarmi. Tutti insieme ci avvicinammo alla scrivania dove avremmo dovuto consegnare la bacchetta e notammo che era vuota.
Com'è possibile che non ci sia nessuno?- dissi, girandomi verso Harry.
Non lo so, non so se è meglio o peggio. Venite- disse, poi iniziammo una corsa verso gli ascensori e ci precipitammo all'interno di uno di questi. Harry schiacciò il numero nove e l'ascensore iniziò la sua discesa, come se non fossimo già abbastanza in basso, avevo tutta l'impressione di star scendendo all'inferno. Ci fermammo ancora e la voce femminile parlò ancora, annunciando il nome del piano. Ufficio Misteri. Vidi la porta nera, la porta nera che Harry sognava da mesi. Gli stessi sogni che avevamo tentato di bloccare, gli stessi che lo collegavano a Voldemort e che allo stesso tempo gli avevano permesso di salvare il signor Weasley da morte certa. Lui si fece avanti, avanzando nel corridoio, e noi lo seguimmo senza esitare, io andai appena dopo di lui. Davanti alla porta nera, Harry poggiò una mano sul pomello e si fermò a guardarci -Ora, sentite...- mormorò.
Non rimarremo qui se è quello che stai per dire- tuonai, guardandolo con un cipiglio freddo e severo sul volto.
Potrebbe essere pericoloso, potrebbe esserci Voldemort là dentro- disse.
Un motivo in più per venire con te, non credi?- sbuffò Ginny.
Muoviamoci, Harry. Non è il momento giusto per discutere- dissi, lui annuì contrariato ma aprì la porta ed entrò.
La stanza che ci accolse era scura. Le pareti, il soffitto e il pavimento erano neri come la pece; sulle pareti si susseguivano diverse porte tutte uguali e senza maniglie. Stavolta fui l'ultima ad entrare e chiusi la porta dietro di me, mentre osservavo quella stanza così strana.
Non c'è mai nulla di facile- sbottai, guardandomi intorno. Ora dobbiamo anche trovare la porta!- dissi, Hermione mi accarezzò un braccio e mi sorrise dolcemente. Si udì un rombo e la stanza iniziò a girare.
Che cosa succede?- disse Ron spaventato.
Credo che serva a non farci ritrovare la porta da dove siamo entrati- disse Ginny.
E come faremo a tornare indietro?- ci trovammo a dire all'unisono io e Neville.
Per ora non ha importanza, dobbiamo trovare Sirius- rispose Harry.
Non chiamarlo però!- esplose Hermione.
Hermione ha ragione, non dobbiamo fare rumore. Ho un brutto, pessimo presentimento- dissi.
D'accordo, ma da che parte andiamo?- replicò Ron.
Non lo so, nel sogno vedevo solo una porta e qui ce ne sono... tante. Dobbiamo controllare, la stanza scintillava nel sogno, la riconoscerò quando la vedrò- rispose Harry, mentre io lo affiancavo e gli stringevo una spalla sorridendogli. Il Prescelto fece qualche passo in avanti verso la porta che aveva di fronte e tutti noi lo seguimmo, io un passo dietro di lui con la bacchetta stretta nella mano. Posò la mano sulla superficie della porta e la spinse, la porta si aprì silenziosamente e noi avanzammo appena oltre l'uscio e iniziammo a osservare quella stanza. Era praticamente vuota, c'era solo qualche scrivania e, nel mezzo della stanza, una enorme vasca piena di uno strano liquido verde in cui galleggiavano degli oggetti bianco perlaceo.
Non... non credo sia questa- mormorai contrariata, Harry scosse la testa.
Che roba è?- chiese Ron.
Non saprei- rispose mio cugino.
Pesci?- chiese Ginny.
No, sembrano tutto fuorché pesci, Gin- risposi.
Larve di Acquavirus! Lo diceva, papà, che il Ministero stava allevando...- disse Luna.
No, sono cervelli- disse Hermione in un sussurro, deglutii e trasalii.
Cervelli... O bè, li avrà persi la Squadra d'Inquisizione- scherzai, nonostante i conati di vomito che avvertivo e il sapore acido che avevo in bocca. Tutti si girarono verso di me e scossero la testa, io sorrisi e alzai e abbassai le spalle.
Solo tu puoi- sbuffò divertito Ron, poi uscimmo tutti da quella stanza. Segnammo con una X rossa la porta da cui eravamo appena usciti e passammo alla seconda dove trovammo un grande spazio rettangolare, era più grande della precedente, gli scalini erano di roccia ed era molto simile ad un anfiteatro per via del palco di pietra al centro della stanza, che ospitava un grande arco anch'esso di pietra. Quell'arco era spaventoso, oscuro e sembrava ospitare un velo al suo interno, un velo oscillante e macabro. Io, Ron e Hermione dovemmo tirare fuori da quella stanza Luna, Harry e Ginny, che sembravamo essersi imbambolati a guardare quell'arco, dicendo di sentire delle voci. Usciti di lì provammo con un'altra porta e quella volta fu quella buona, la stanza del sogno era proprio davanti a noi. Mi avvicinai ad Harry e gli afferrai una mano, strinsi la bacchetta nell'altra e entrammo, noi due per primi mentre gli altri al nostro seguito. La stanza era abbastanza illuminata ma io la vedevo buia, tanto buia. Chiusi gli occhi per un attimo e presi un respiro profondo, non c'era tempo per il panico mio padre era in pericolo e noi dovevamo salvarlo... io dovevo salvarlo. Lo avrei salvato. Riaprii gli occhi e continuai a seguire Harry, stringendo la sua mano e, convulsivamente, anche la bacchetta. Le mie nocche erano sbiancate per tutta la forza che stavo usando, infatti dopo un pò dalla bocca di Harry uscì un sibilo di dolore, gli rivolsi un sorrisino dispiaciuto.
Ci guidò attraverso la stanza fino alla porta sul fondo e anche quella venne aperta, rivelando una seconda stanza piena di scaffali pieni zeppi di sfere di vetro luminose.
Ebbene, dove dobbiamo andare?- sussurrai.
Dobbiamo trovare la fila novantasette, lui dovrebbe essere lì- rispose Harry, iniziando a occhieggiare i numeri degli scaffali.
Tenete le bacchette pronte!- sibilai io.
Ci avventurammo in quella marea di sfere luminose, tutti all'erta e pronti a colpire, guardandoci alle spalle. Il silenzio di quella stanza era davvero molto inquietante, riuscivo perfino a sentire i nostri respiri e i nostri passi. Gli scaffali erano centinaia se non di più e strabordavano delle sfere di vetro, mi concentrai sulle targhette di ferro con incisi i numeri... ottantadue... ottantanove... novantaquattro...
Novantasette!- esclamai, stringendo la mano di Harry. Allarmati ci guardammo intorno ma di mio padre e di Voldemort non c'era neanche l'ombra. Neanche una piccola, insignificante, minuscola traccia. Nulla.
Doveva essere qui- dissi, sospirando
Deve essere qui, il mio sogno...- mormorò Harry.
Harry...- disse Hermione.
Che cosa c'è?- chiese lui.
Non... non credo che Sirius sia qui- disse lei, posando una mano sul mio braccio, io me la scrollai di dosso.
Come è possibile? Harry, tu lo hai sognato...-dissi, lui scosse la testa. I miei occhi iniziarono a pizzicare, guardai Harry e poi il resto degli scaffali. Insieme iniziammo a perlustrare tutto intorno a noi ma non cambiò nulla, lì non c'era nessuno. Quando tornammo indietro tutti ci guardarono con occhi spalancati, Hermione mi si avvicinò e mi passò una mano sulla schiena.
Ma se non è qui e non è al quartier generale... allora dov'è?- riflessi ad alta voce. Da nessuna parte, non poteva essere da nessuna parte... non doveva essere da nessuna parte. Lui non poteva uscire di casa, non poteva farsi vedere, non...
Harry, hai visto questa?- disse Ron d'un tratto, fissando una sfera sulla mensola di uno scaffale. Vidi Harry avvicinarsi e aguzzare la vista stringendo gli occhi così tanto da chiuderli, poi li sgranò ed io mi avvicinai subito per leggere la targhetta.
Oscuro signore e Harry Potter- lessi. Ma che cosa vuol dire?- dissi.
Non lo so, scopriamolo- rispose lui.
Harry, fermo! Non toccarla!- disse Hermione.
E perché no? C'è il mio nome scritto sopra- fece spallucce lui.
E se esplode qualcosa?- mormorò Neville, tremante.
Non esploderà niente- sibilò Harry. Voglio solo dare un'occhiataccia e poi non credo proprio che il Ministero terrebbe centinaia, forse migliaia di aggeggini esplosivi tutti chiusi in una stanza- disse, io ingoiai il groppo alla gola.
Bè, di là hanno una vasca piena di cervelli- risposi alzando le sopracciglia.
Mio cugino ignorò deliberatamente il mio commento, allungò il braccio e chiude le dita attorno alla sfera. Indietreggiammo tutti di un passo e poi curiosi ci stringemmo tutti attorno al Prescelto, aspettammo per qualche secondo ma nulla accadde. Perplessa continuai a guardare la nebbiolina biancastra che fluttuava nella palla di vetro ma non successe nulla.
Forse è rotta?- provai a dire.
Siamo noi che non sappiamo come farla funzionare- disse Ginny, io annuii. Harry si rigirò l'affare nella mani poi, dalle nostre spalle, risuonò una voce lugubre e strascicata.
Molto bene, Potter. Adesso voltati lentamente, da bravo, e dammela- disse.
Ci girammo tutti nella direzione da cui proveniva la voce e tra le teste riconobbi un lunga chioma biondo platino, ringhiai e mi feci strada tra i corpi dei miei amici posizionandomi davanti a loro, Harry mi seguì.
Dammela, Potter- ripetè Lucius Malfoy, nel mentre dai bui corridoi circostanti iniziarono a sbucare molte figure nere incappucciate. Mangiamorte, tanti, troppi Mangiamorte.
Dov'è Sirius?-chiese Harry con l'espressione più fredda del ghiaccio.
Una risata femminile agghiacciante si levò per tutta la stanza e rimbombò sui muri di pietra scura e tra gli scaffali colmi di vetro, una figura gongolante e vestita di nero sbucò da dietro Lucius Malfoy e lo affiancò.
Il Signore Oscuro sa sempre tutto!- gracchiò com voce stridula e delirante.
Sempre- mormorò Malfoy.
Voglio sapere dov'è Sirius!- sbottò Harry.
Voglio sapere dov'è Sirius!- gli fece il verso la donna.
Lo avete catturato. È qui, lo so- ripetè.
Povero piccino! Dove mai sarà Sirius Black, quel cagnaccio?- lo prese in giro.
Ditemi. Lui. Dov'è- ordinai tremante di rabbia, avanzando di qualche passo, Harry mi trattenne afferrandomi per il gomito.
Chi è che abbiamo qui? Chi sei, ragazzina?- disse la donna, facendo qualche passo avanti. Mossi la bacchetta minacciosamente. Lei chinò la testa di lato e il cappuccio, che aveva ancora calato sul volto, si piegò in seguito ai suoi movimenti ma non cadde. Nonostante non vedessi nulla del suo viso sapevo esattamente chi era, e il solo pensiero bastò per farmi gelare il sangue nelle vene. Quel sangue che avevamo in comune. La donna portò le mani ai lati del cappuccio e se lo tolse, rivelando una faccia affascinante e allo stesso tempo provata, inquietante e smunta. Occhi cerchiati di nero e incavati, zigomi appuntiti, guance bianco pallido, capelli neri,ricci e spettinati e un collo magro e lungo. Bellatrix Lestrange, mia cugina. Sbattei le palpebre e deglutii, mi sentii i suoi occhi addosso. Mi stava squadrando partendo dai piedi, quella sensazione era suggestiva in modo negativo. Rimasi immobile e impassibile, ma quando i suoi occhi incontrarono i miei la mia schiena si riempì di brividi ed io la tesi mentre la sua espressione, da sogghignante e diverita, diventava allibita e raccapricciata.
Sorellina? Andromeda, sei tu?- mormorò.
No- sputai acida. Non c'è nessuna Andromeda- dissi.
Eppure le assomigli così tanto, la somiglianza è quasi inquietante. Non è che ha avuto un altro mostriciattolo da quello schifoso babbano?- disse, io sbuffai divertita e guardai prima lei poi Malfoy.
Forse non mi sono spiegata bene... dov'è Sirius?- chiesi.
Stupida bambina!- sbottò Bellatrix. Lui non c'è, non è qui, vi abbiamo ingannato- rise forte e si mise a saltellare.
Sai, Potter, dovresti imparare a distinguere i sogni dalla realtà- disse Malfoy. Ora, da bravo, dammi quella profezia e nessuno si farà del male- ribattè.
Non siamo idioti, Malfoy- sibilai.
E invece si, ci siete cascati come degli idioti!- ribattè Bellatrix, sghignazzando.
Ora basta, Bellatrix!- sbottò Lucius, poi si rivolse ancora ad Harry. Un pò di fiducia, Potter... che ne dici?- disse.
No- risposi io.
Senti, ragazzina, chiudi quella bocca adesso o non ti darò neanche l'opportunità di essere schiantata... passerò direttamente alle maledizioni senza perdono. Sono le mie preferite, così belle e subdole- rispose.
Vogliamo sapere lui dov'è- dissi, quello alzò gli occhi al cielo.
Cosa ha di così speciale quel cagnaccio per te? Cosa significa?- canzonò Lestrange. Tu, ragazza, mi piaci, vorrei così tanto fare una chiacchierata con te. Sembri forte e determinata- disse.
Va al diavolo, Lestrange- risposi, lei rise. E non capii se lo fece per il puro gusto di infastidirmi o soltanto perché era pazza. Forse entrambe.
Forza, consegnami la profezia e forse potrai andare via di qui con tutti i pezzi attaccati- fece Malfoy.
Siamo già passati al forse, vedo- dissi, quello digrignò i denti e mosse la bacchetta.
Accio profe...- disse, ma Harry fu più veloce.
Protego!-pronunciò, e per poco la profezia non cadde.
Oh, sa come giocare, il piccolo piccolo Potter. Benissimo, allora- disse Bellatrix mentre i suoi occhi insistevano su di lui.
Ti ho detto di no!- sbottò Lucius Malfoy. Se la rompi...- disse. Bellatrix intanto fumava di rabbia, i suoi occhi erano scintillanti di pura follia. Il suo petto si alzava e abbassava e velocemente e i suoi pugni erano stretti, uno attorno alla bacchetta. Harry non dava segni di cedimento.
Hai bisogno di farti convincere? Benissimo... prendete la più piccola. Che guardi mentre la torturiamo... ci penso io- ordinò ai Mangiamorte, alcuni di loro fecero qualche passo avanti e noi ci stringemmo attorno a Ginny.
Vi consiglierei di stare attenti se non volete che quella...- ruggii, indicando la profezia -finisca a terra in frantumi. Pensate a come reagirebbe Voldemort- finii.
Come osi pronunciare il suo nome?!- urlò lei, io alzai un sopracciglio e inclinai la testa come poco prima aveva fatto lei, riservandogli lo stesso sguardo.
Di che profezia si tratta? Perché Voldemort la vuole?- chiese Harry.
Sporco mezzosangue, non osare mai più...-
Sapevi che anche Voldemort è un mezzosangue? Sua madre era una strega mentre suo padre era un babbano. O vi ha fatto credere di essere Purosangue?- li provocò Harry.
Bellatrix si infiammò e fece scattare la bacchetta in aria mentre gridava -Stupeficium!- anche Lucius Malfoy gridò, ma non contro di noi bensì contro di lei. L'uomo deviò il suo incantesimo e Bellatrix finì schiantata contro uno scaffale, molte sfere finirono in pezzi sul pavimento nero.
Non attaccate abbiamo bisogno della profezia!- tuonò Malfoy alle altre figure incappucciate.
Voglio sapere della profezia- disse Harry.
Mi stai dicendo che tu non sai nulla della profezia, Potter? Possibile?- disse lui. Sentii un lieve tocco al braccio, abbassai piano gli occhi e vidi la mano di Harry sfiorarmi -Cosa?- bisbigliai.
Spacca gli scaffali...- un sussurro impercettibile, a stento vidi le sue labbra muoversi.
Silente non te l'ha detto? Oh... ecco perché non ti sei subito precipitato qui a prenderla- ribattè Malfoy.
...quando dico ora...- disse ancora, io annuii pianissimo e il più silenziosamente possibile iniziai a far girare la voce tra tutti gli altri. Intanto Malfoy e Harry continuavano la loro conversazione.
E perché lui voleva rubare una profezia su di me?- chiese Harry.
È su entrambi, Potter, su di te e su di lui. Non ti sei ma chiesto il perché del suo tentativo di ucciderti quando eri solo un bambino?- rispose lui.
Una profezia su di me e lui? Perché non è venuto a prendersela da solo?- disse.
Prenderla lui? Il Signore Oscuro che entra al Ministero della Magia quando loro continuano a ignorare il suo ritorno? E perché mai rischiare di farsi vedere dagli Auror?- rispose.
E quindi ha mandato voi a fare il lavoro sporco- asserì Harry. Dopo che Sturgis e Bode hanno fallito sotto il suo comando- disse.
Molto bene, Potter, davvero, i miei complimenti. Il Signore Oscuro sa che non sei uno scioc...- un urlo squarciò la stanza.
ORA!- urlò Harry con tutto il fiato in suo possesso.
Reducto!- urlammo tutti insieme, diversi lampi di luce volarono dalle nostre bacchette e si schiantarono sugli scaffali mentre noi iniziavamo a correre all'impazzata verso l'uscita. Correvo, correvo e correvo ancora il più velocemente possibile, le enormi scaffalature oscillavano minacciose, le sfere cadevano e si infrangevano sul pavimento. E noi... bè, noi correvamo. Ero così stanca, le mie gambe stavano già per cedere e la stanza sembrava grande il triplo di quello che in realtà era. Sapevo che se avessi ceduto non avrei avuto scampo, i Mangiamorte non risparmiavano e sarei stata uccisa oppure catturata e torturata. La mia mente viaggiava e viaggiava mentre le mie gambe continuavano a muoversi imperterrite, spinte a non fermarsi da quei pensieri, e poi capii... ero preoccupata, si, ma non per me. Non per quello che avrebbero potuto farmi, per quello che sarebbe potuto accadere se mi avessero preso ma perché non avrei rivisto lui. Non avrei rivisto George e io volevo rivederlo e baciarlo e toccarlo. Volevo quella vita che avevamo immaginato quando ancora lui era ad Hogwarts, volevo sentirlo ancora mio, volevo condividere il letto con lui e abbracciarlo, rubargli le camicie e usarle come pigiama. Volevo stringere di nuovo le sue ciocche rosse tra le dite mentre lui mi baciava dolcemente il collo e mi accarezzava i fianchi. Volevo lui e basta. Un fiotto di luce mi passò esattamente sopra la spalla destra, così vicino che quasi mi sfiorò la guancia. Ron mi afferrò per un polso e mi tirò verso di lui, poi corse più veloce.
Attenta, stupida!- mi disse ansante, mentre insieme a Ginny e Luna superavamo addirittura Hermione, Neville e Harry. I Mangiamorte spuntavano dappertutto, da ogni corridoio, in ogni angolo e scagliavano incantesimi a volontà. Mi ritrovai a schiantare quattro di loro ma non vidi i loro volti, erano ancora mascherati. Mi guardai velocemente intorno e cercai una via di uscita, poi la vidi.
Una porta!- urlai, strattonando il braccio di Ron che si girò a guardarmi.
Ginny, Luna, di qua!- gridò, poi virò alla mia destra, dritto verso la porta di legno scuro.
Afferrai la maniglia e la spalancai, la prima ad entrare fu Luna, poi Ginny, Ron e infine io che chiusi la porta alle mie spalle e lanciai un Colloportus.
Miseriaccia! Cosa diavolo...- sentii dire a Ron, mi girai e osservai la stanza. La mia bocca si schiuse dallo stupore, c'erano dei pianeti in quella stanza.

Lo so, lo so che vorreste uccidermi... è un mese che non aggiorno. Però eccovi il nuovo capitolo! Mi perdonate?🥺
Ma si che mi perdonate! Hahahaha
Spero vi sia piaciuto questo nuovo capitolo.
Vi amo piccole puffole pigmee del mio cuore ❤
Ila❤

Ps: mi siete mancatiii!

//Just The Way You Are♡//George WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora