CONOSCENZE

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Rientrai in casa senza fare il minimo rumore, mi diressi in camera mia, mi buttai sul letto e in soli tre secondi mi addormentai.

Un rumore fastidioso mi perforò il timpano. Aprii gli occhi e la luce mattutina mi accecò, costringendomi a portare una mano sul viso per ripararmi dal sole. Decisi di prendere la sveglia delicatamente e di buttarla a terra, sperando che smettesse di suonare. Indovinate? Esatto, continuava a suonare. Rassegnata, mi alzai, raccolsi la sveglia e la spensi per davvero.

Mi avvicinai all'armadio e rimasi a fissarlo per almeno dieci minuti. Sì, stavo cercando di perdere tempo per non andare direttamente all'inferno, alias la scuola, dove mi aspettavano professori e compagni di classe che sopporto a fatica. Non fraintendetemi, adoro imparare cose nuove, e non nego che è appagante correggere gli altri quando sbagliano e dimostrare a tutti che quella intelligente sono io. Ma non ho mai avuto delle vere amiche. Sono felice di avere Scott e Stiles al mio fianco, ma non è piacevole sentirsi sempre quella "strana" in fondo all'aula, sperando che qualcuno si avvicini, perché se faccio io il primo passo, vengo ignorata o etichettata come quella "sempre in giro con quei due." Quando ho ore buche, me ne sto in biblioteca, nascosta in un angolo tra gli scaffali, a leggere o scrivere senza essere disturbata. Le uniche lezioni che sopporto sono chimica, perché ci sono Stiles e Scott, e con loro non ci si annoia mai, ed educazione fisica, perché mi piace lo sport e mi diverte vedere i ragazzi cercare di starmi dietro. Anche l'intervallo e la pausa mensa sono sopportabili, dato che le passo con loro.

Alla fine decisi di non rattristarmi ulteriormente. Presi un paio di jeans a vita alta con strappi sulle ginocchia, una maglietta bianca corta al punto giusto e una camicia oversize a quadri bianco e nero, e ai piedi misi le mie amate Dr. Martens.

In bagno, mi guardai allo specchio. Avevo una faccia da sonno, occhiaie grandi quanto laghi e capelli che sembravano paglia. Se non fossero stati neri, qualcuno avrebbe potuto scambiarli per paglia vera. Per rimediare, applicai un po' di correttore, cipria, mascara e burrocacao, poi mi pettinai e raccogliendo i capelli in un semiraccolto un po' disordinato. Presi lo zaino e scesi in cucina.

Mia madre era già lì, intenta a preparare la colazione. Mi avvicinai e la salutai: «Ciao mamma, che cucini di buono?»
«Niente di speciale, solo un po' di pancake» rispose, mentre mi sedevo sullo sgabello accanto alla penisola e poggiavo lo zaino sulla sedia vicina.

Mi misi a fare colazione, ma a un certo punto mia madre mi chiese: «Ascolta, ma ieri notte dove eri?»
Mi stavo quasi per strozzare. Com'è che riesce sempre a scoprirlo? Che faccia la stalker?
«Ero uscita con Scott e Stiles» risposi, che in fondo era una mezza verità.
«Strano,» replicò lei, «perché lo sceriffo mi ha detto che Scott non c'era ieri quando vi ha beccati nella riserva.»
Accidenti, ora abbiamo anche lo sceriffo-investigatore. Altro che Dora l'esploratrice!
«Oh, sì... nel senso, lui doveva venire ma... senti, ora devo andare, altrimenti faccio tardi» tagliai corto, salutandola in fretta e uscendo di casa con un pancake ancora in bocca. Iniziai a pedalare verso la scuola, pensando che da domani mi farò accompagnare da Stiles: almeno lui ha una macchina, anche se mezza scassata.

Arrivata a scuola, vidi Stiles e Scott parlare. Mi avvicinai a loro e chiesi: «Ciao, di che parlate?»
«Scott dice che ieri notte, quando lo abbiamo lasciato, è stato morso» rispose Stiles.
«Morso? Da cosa?» domandai io, incuriosita.
«Da un lupo» rispose Scott, convinto.
«Ma Scott, i lupi in California non ci sono da anni!» replicai, cercando di fargli capire l'assurdità della cosa.
Stiles si intromise, soddisfatto: «Boom, te l'avevo detto, i lupi qui non ci sono!»
Scott alzò gli occhi al cielo. «Vabbè ragazzi, entriamo che è meglio.»

Io e Stiles ci scambiammo un'occhiata, poi lo seguimmo dentro, pronti per iniziare le lezioni.

In classe, Stiles si sedette accanto a Scott, mentre io mi misi dietro di loro. Non capisco come facciano a stare in seconda fila: sembra di avere il prof sul banco. Mentre aspettavamo che la lezione iniziasse, io e Stiles ci mettemmo a parlare di Star Wars, la nostra saga preferita, ma Scott si comportava in modo strano. Cercai di attirare la sua attenzione, ma sembrava in un altro mondo. Sembrava quasi ipnotizzato, tipo me quando guardo The Vampire Diaries e appare Damon Salvatore. La campanella suonò all'improvviso, e Scott sobbalzò.

«Scott, tutto bene?» gli chiese Stiles, preoccupato.
«Sì, certo! Perché?» rispose lui, cercando di apparire tranquillo.
«Scott, non è proprio normale spaventarsi per una campanella...» dissi io, fissandolo. Lui evitò il mio sguardo, tornando a guardare la lavagna ancora vuota.

Poco dopo, il preside entrò in classe accompagnato da una ragazza dai lunghi capelli castani.
«Buongiorno a tutti, lei è la vostra nuova compagna, Allison Argent» disse, indicandola. «Spero le darete un caloroso benvenuto.» Il preside le indicò il posto accanto a me, e Allison si sedette.

Appena si sistemò, Scott si girò e le passò una penna, come se sapesse già che ne avrebbe avuto bisogno. Un gesto apparentemente casuale, ma il sorriso sul suo viso diceva altro, anche se lui cercava di nasconderlo.

Approfittando di una pausa in cui il professore uscì dall'aula, decisi di fare amicizia con la nuova arrivata. «Piacere, io sono Julia» le dissi, porgendole la mano.
Allison mi sorrise, stringendo la mia mano. «Allison.»
«Sei nuova da queste parti, giusto?» chiesi, per continuare la conversazione.
«Sì, prima vivevo a San Francisco» rispose, giocherellando con la penna di Scott.
«Beh, figo. San Francisco non è Beacon Hills: quella è una metropoli, questa... beh, diciamo che qui l'unica cosa eccitante sono le feste di Lydia Martin» dissi, notando che Stiles ci ascoltava.
«C'è una festa a casa di Lydia?» chiese subito, entusiasta.
Ah, lui e la sua cotta per Lydia, la ragazza più bella e popolare della scuola. La conosce da anni, ma lei fa finta di non vederlo. Mi infastidisce un po' vedere qualcuno che non lo merita farlo stare male.
«Stiles, non c'è nessuna festa. Pensa ai fatti tuoi» gli risposi, dandogli un colpetto sulla nuca.
Allison ridacchiò. «Chi è Lydia Martin?»
«Solo la ragazza più popolare della scuola. La conoscono tutti» le spiegai.

Parlammo ancora per un po', fino a quando il professore rientrò sbattendo la porta, richiamando la nostra attenzione. Tornammo a concentrarci sulla lezione di inglese.

||non so realmente che dire, se non che la protagonista si è presa una cottarella per il suo migliore amico (e come dargli torto chi non si innamora di quel Figo di Stiles) o di Damon, si qua passiamo da lupi mannari a vampiri, ma hanno tutti il loro fascino. Ok sto scrivendo fin troppo.
Ok ora qualcosa di serio (io serietà AHAHA) vorrei potervi dire i giorni precisi e gli orari precisi in cui pubblico, ma poi non pubblicherei mai in qui giorno e orari perché mi conosco, quindi pubblico appena riesco, ciaoo||

Them and me | Stiles Stilinski [1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora