VERITÀ

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Appena arrivai a casa di Stiles, suonai il campanello ripetutamente. Mi aprì Noah, il padre del mio migliore amico.

«Oh, ciao Julia!» mi salutò con un grande sbadiglio. Era appena tornato dal lavoro, ancora in divisa e visibilmente stanco.

«Buongiorno, Noah! Devo vedere Stiles, mi ha detto di venire qui» gli spiegai, ansiosa di scoprire cosa volesse dirmi il mio migliore amico.

«Certo, è in camera sua come al solito. Sali pure.»

Non me lo feci ripetere due volte e corsi su per le scale. Al penultimo scalino, però, inciampai e caddi, battendo il ginocchio. Mi portai una mano alla bocca per trattenere un'imprecazione contro chi aveva costruito quelle scale pericolose. Mi rialzai e proseguii, questa volta guardando bene i piedi, sussurrando tra me e me: "Chi va piano va sano e va lontano... e senza lividi sulle ginocchia."

Arrivata davanti alla porta della camera di Stiles, la spalancai. Lo trovai seduto alla scrivania, immerso in un mucchio di fogli stampati, alcuni sparsi ovunque, altri ancora nella stampante.

«Allora, cos'hai scoperto?» chiesi curiosa.

Stiles si voltò di scatto, sorridendomi. «Entra!» mi disse, facendomi cenno di chiudere la porta. Mi avvicinai mentre lui raccoglieva alcuni fogli.

«Leggi attentamente» mi disse, passandomi una pila di carte.

Senza farmelo ripetere, iniziai a leggere. Erano ricerche su mitologia e leggende, soprattutto riguardanti lupi mannari e creature sovrannaturali. C'era scritto di branchi, di luna piena e del potere di trasformazione che veniva trasmesso con un morso. Era tutto molto affascinante, ma non capivo cosa c'entrasse con noi.

«Cosa vuoi dirmi con queste ricerche?» chiesi, ancora più confusa.

«Scott» rispose soltanto Stiles.

Lo guardai perplessa. «Avanti, Julia, Scott è stato morso quella sera nel bosco. Ci ha detto che è stato un lupo. E poi, quando eravamo alla riserva, ha detto chiaramente: "Posso sentire cose che non dovrei, e sentire odori a metri di distanza." Se leggi qui, capisci che i lupi mannari hanno questi poteri!» Mi strappò i fogli dalle mani e mi indicò eccitato un paragrafo.

I lupi mannari, nella mitologia, possiedono abilità potenziate simili a quelle di cani e lupi: sono capaci di sentire odori e suoni a chilometri di distanza, il che permette loro di fuggire dai cacciatori o di trovare un branco. Sono più forti in gruppo che da soli.

Alzai lo sguardo dal foglio e osservai Stiles, ancora più dubbiosa di prima. «Stiles, non vorrai davvero credere che Scott sia un lupo mannaro...»

«Ma le prove coincidono! Scott di solito non riesce nemmeno a correre senza usare l'inalatore, e oggi ha fatto acrobazie incredibili senza avere attacchi di asma!» rispose, sempre più convinto.

Un filo di logica iniziava a emergere anche per me. «Sì, come se fosse improvvisamente guarito... come se la malattia non ci fosse mai stata» mormorai, quasi più a me stessa.

«Leggi questo» insistette Stiles, passandomi un libro di mitologia greca, aperto al capitolo sui licantropi.

Difficilmente i licantropi possono essere feriti. Le loro ferite si cicatrizzano immediatamente ed è quasi impossibile che si ammalino, grazie a un sistema immunitario molto più potente di quello umano. Unico punto debole: l'argento.

Lasciai il libro e i fogli sulla scrivania e mi appoggiai ad essa, finalmente colpita dalla serietà della questione. «Ora mi credi?» mi chiese Stiles, con un'espressione speranzosa.

«Sì... meglio chiamare Scott.»

Stiles non perse tempo e prese immediatamente il telefono per chiamarlo. Dopo qualche minuto, Scott arrivò. Non perdemmo tempo e gli spiegammo tutto, ma lui non sembrava prendere la notizia nel migliore dei modi.

«Siete le persone con più immaginazione che conosca! Come fate a pensare che io sia un lupo mannaro? Quelle creature non sono reali!» protestò, cercando di mantenere la calma.

«Scott, davvero, devi fidarti di noi» intervenne Stiles. «Quella notte sei stato morso da un lupo mannaro, ed è così che ti ha trasmesso la sua natura. Siamo i tuoi migliori amici: pensi che ti racconteremmo una bugia del genere?»

Scott si alzò dal letto di Stiles, visibilmente frustrato. «Finalmente ho una vita fantastica: sono titolare nella squadra di lacrosse, non mi considerano più uno sfigato, e stasera ho un appuntamento con una ragazza bellissima! Non me ne starò a casa!»

Ripensai all'appuntamento con Allison: non poteva andarci! Se avesse perso il controllo, avrebbe potuto farle del male. «Scott, se tieni davvero a Allison, devi tenerla al sicuro. Non puoi uscire con lei stasera, potresti ferirla involontariamente e—»

Non feci in tempo a finire la frase che Scott si avvicinò di colpo e mi spinse contro il muro, con il viso a pochi centimetri dal mio. Provai a muovermi, ma lui mi bloccò, appoggiandomi le mani sulle spalle e stringendo i miei polsi. Sentii un liquido caldo scorrermi lungo le braccia, e con orrore notai i suoi artigli conficcati nella mia pelle. Il dolore era accecante, e le lacrime mi bruciavano gli occhi.

«Scott, ti prego... basta» sussurrai, ma lui sembrava completamente perso nella rabbia.

Stiles, che era rimasto scioccato, trovò finalmente la forza di urlare: «Scott, fermati!»

Dopo qualche secondo, Scott parve tornare in sé. Borbottò una scusa flebile e uscì dalla stanza, chiudendo delicatamente la porta alle sue spalle. Sembrava incredibile che qualcuno con tanta forza e rabbia potesse fare un gesto tanto delicato.

Mi lasciai scivolare lungo il muro fino a sedermi a terra, senza mai staccare la schiena dalla parete. Stiles si sedette accanto a me, prendendomi i polsi con delicatezza per esaminare le ferite.

«Sono segni di artigli... proprio come quelli di un animale» disse, scuotendo la testa e guardandomi negli occhi. I suoi occhi color miele mi rassicuravano, mi facevano pensare a un tramonto sereno, come un momento perfetto che desideri non finisca mai. Ci guardammo in silenzio, persi in quel momento.

«Non mi importa di questo adesso. Tu stai bene?» mi chiese, preoccupato.

«Beh, poteva andare peggio. C'è sempre qualcosa di peggiore» risposi, sforzandomi di sorridere.

Lui ricambiò il sorriso, mi aiutò ad alzarmi e mi portò in bagno per medicare le ferite. Mi curò con dolcezza, cercando di non farmi male, e poi coprì tutto con della garza.

«Grazie» gli dissi, sorridendogli con riconoscenza.

Stiles mi sorrise a sua volta, ed era chiaro che, nonostante tutto, potevo sempre contare su di lui.

||ed ecco il nostro scottino che si trasforma in lupo, e poi dai quanto è carino Stiles che si preoccupa per Julia?!||

Them and me | Stiles Stilinski [1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora