Will's POV
Erano passate circa due ore da quando avevo lasciato Nico nella sua stanza e ormai era ora di pranzo, così andai al padiglione della mensa, salutai i miei fratelli, presi qualcosa da mangiare per Nico e tornai in infermeria. Bussai alla porta della stanza del figlio di Ade e, siccome non ricevetti nessuna risposta, la aprii lentamente.
Una volta entrato nella stanza, lo spettacolo davanti a me era qualcosa di meraviglioso. Nico stava dormendo completamente avvolto dalle lenzuola, i suoi capelli corvini sparsi sul cuscino. Semplicemente divino.
La sua espressione però non era molto calma, dubito che stesse facendo bei sogni. Ma in fondo per noi semidei gli incubi erano di routine.
Mi avvicinai a lui e sentii uno strano desiderio di baciargli la fronte, nella speranza di tranquillizzarlo.
Ok Will, vedi di darti una calmata, non è decisamente il caso.
Così fui costretto da me stesso a frenare il mio istinto. Però non avevo alcuna intenzione di fermare quello di toglierli quel ciuffetto di capelli dalla fronte.
Mi avvicinai a lui e lentamente allungai la mano verso la sua testa. Non so con quali riflessi, Nico aprì gli occhi di scatto e prima che potessi rendermene conto il mio polso era avvolto dalla sua mano.
«NON MI TOCCA- Will? Cosa- cosa stai facendo?». Quelle tre parole urlate erano così disperate che mi avevano fatto provare un'angoscia immensa. Qualsiasi cosa avesse sognato non era affatto bella. Però il modo in cui il suo volto è sembrato rilassarsi dopo aver messo a fuoco la mia faccia ha fatto tranquillizzare anche me.
Peccato che in quel momento non ci fosse tempo per stare tranquilli. Ero stato scoperto.
Va tutto bene, manteniamo la calma. Non c'è bisogno di andare nel panico. Ok Will sei intelligente e riuscirai a inventare una scusa plausibile, puoi farcela.
Posso farcela.
«Ehm...io- bhe sì ecco io volevo uhm, controllarti la febbre. Sì, la febbre.» complimenti soldato, l'operazione è stata portata a termine con successo.
«Ah, sì uhm ok, va bene» mormorò lui in risposta. E ci ha pure creduto. Congratulazioni soldato Will, sei appena stato promosso a colonnello Solace.
Adesso per mantenere salda la mia bugia dovevo veramente controllargli la febbre. Mi resi conto che la mano di Nico stava ancora tenendo il mio polso. Non so per quale motivo, ma arrossii. Sembrò rendersene conto anche lui e lasciò andare velocemente la mia mano, sempre con un po' di rossore in viso.
La situazione era veramente imbarazzante ma gli misi comunque una mano sulla fronte per "controllargli la febbre". Rimasi sorpreso quando mi resi conto che la sua pelle non era fredda come il ghiaccio. Anzi, era abbastanza calda.
Dopo tutti gli sforzi che avevo fatto mi sembrava triste non spostargli quella ciocca dalla fronte, così approfittai della situazione per dare via libera al mio istinto.
Se prima Nico era rosso in viso, adesso era letteralmente fuoco. A questo punto non volevo immaginare come fossi io.
«Bene, sono felice di annunciarti che non hai più la febbre.» esclamai felice.
«Questo significa che posso lasciare l'infermeria?» chiese lui con tono speranzoso.
«Cosa non ti è chiaro di "minimo tre giorni"? Comunque ti ho portato qualcosa da mangiare.» Gli mostrai il pranzo che avevo preso dalla mensa. Lui distolse lo sguardo.
«Sì, grazie ma non ho fame.» replicò Nico. In fondo me l'aspettavo. Non volevo di certo obbligarlo a fare le cose, ma il suo corpo era ancora molto debole, aveva bisogno di energie.
STAI LEGGENDO
Golden - Solangelo
Fanfiction!NON LEGGERE SE NON HAI FINITO "IL SANGUE DELL'OLIMPO"! La storia prosegue da quando Nico va a dire a Percy che non è il suo tipo. La backstory è quella originale di Rick, solo che Leo non è scomparso e i personaggi sono un po' più grandi. Nico si r...