16) there's nothing wrong with happiness

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Nico's POV

Mi svegliai ancora tra le braccia di Will.

I pensieri della notte precedente tornarono nella mia mente, ma non volevo pensarci.

Avevo fatto un errore e l'unico modo per risolverlo era andarmene.

In qualche modo uscii dal letto. Cercai di non badare troppo al fatto che avrei preferito rimanere lì, tra le braccia di Will, per sempre.

Non è il momento dei pensieri intrusivi, Nico.

Bisogna fare ciò che deve essere fatto. E bisogna farlo in fretta, prima che arrivi l'alba e il sole vivente che sta dormendo nel mio letto si alzi. 

Ma per fortuna mancava ancora qualche ora all'alba.

Avevo fame. Non mangiavo da ieri a colazione, ma quello era il problema minore. Ho trascorso molto più tempo senza mangiare.

Il mio piano non sarebbe fallito.

Spoiler: il mio piano fallì sul nascere.

Appena non fui più attaccato a Will, questo si svegliò.

Si rigirò nel letto, giustamente assonnato. Non erano passate neanche 4 ore da quando eravamo andati a dormire.

Si stropicciò gli occhi e anche nel semibuio della stanza capii che mi stesse fissando.

«Che ci fai sveglio a quest'ora?» chiese. La sua voce era grave e roca, influenzata dal sonno. Mi sentii di poter svenire a causa di quel suono meraviglioso.

Ero tentato dal tirarmi uno schiaffo per tornare lucido e smettere di fare certi pensieri stupidi e sbagliati.

Ma sarebbe strano iniziare a schiaffeggiarmi da solo di fronte a Will.

«Uhm...sto andando ad esercitarmi con la spada» mentii.

Ieri notte ci ero veramente andato, magari questo avrebbe fatto si che credesse alla mia bugia.

«Vengo con te.» decise.

Uhm no Will, i piani non sono proprio questi.

«No, ecco...vorrei essere solo» cercai di tirare avanti la bugia il più possibile.

«Ok, ma se stavi veramente andando ad allenarti, perché ti stai portando dietro anche lo zaino che avevi preparato ieri sera?» chiese.

Trattenni un'imprecazione.

Avrei potuto diventare invisibile e scappare da lì, o semplicemente viaggiare nell'ombra e non tornare mai più.

Ma non lo feci.

Perché non lo feci? La risposta è semplice. Perché non ci riuscii. Perché sono un codardo, un fallito, un vigliacc-

«Nico» mi richiamò volendo spiegazioni.

Glielo dico? Sarebbe meglio di no. Ma sarebbe stato senza cuore andarmene senza dire niente.

«Vado da mio padre.» ammisi abbassando la testa.

Al suono delle mie parole Will scattò e si alzò dal letto. In un attimo me lo ritrovai davanti a me.

«Sei serio? Ancora con questa storia? Perché?» parlò. Era palese che stesse cercando di non urlare.

«Perché è quello l'unico posto a cui appartengo. È quello l'unico posto che mi merito.» sussurrai.

«Nico, ti prego smetti di scappare» urlò, ma la voce gli si spezzò.

Possibile che magari ci tenesse veramente a me?

«Will, anche io ti prego. Smetti di rendere le cose difficili. Non capisci che l'unico vero motivo per il quale voglio andarmene sei tu?» sputai tutta la frustrazione che avevo in corpo.

Golden - SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora