5) I'll eat even if you're not here

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Will's POV

Colonello Will, va tutto bene. Cerchiamo di realizzare la cosa. Il figlio di Ade ha veramente pianto tra le tue braccia. Nico Di Angelo ha veramente-

No, la cosa semplicemente non era concepibile da una mente mortale come la mia. Una volta uscito (correndo) dalla stanza iniziai a darmi degli schiaffi. Stavo chiaramente sognando. Niente di ciò è successo veramente. Smettila di illuderti Will.

Nonostante gli schiaffi continuavo a non svegliarmi. Forse degli schiaffi più forti avrebbero funzionato meglio.

«Will...perché ti stai prendendo a schiaffi da solo?» Smisi per un attimo di schiaffeggiarmi violentemente per vedere Sarah, mia sorella, che mi stava guardando come si guarderebbe Zeus che dimostra affetto nei confronti di Era.

«Uhm...io- bhe niente lascia stare. Che succede?» Ok è arrivato il momento di fare finta che niente di tutto ciò sia successo.

«Ecco io...ah sì, volevo chiederti di Liam. Will sono molto preoccupata. Le sue condizioni sono terribili. Io non so se...se-» non tentò neanche di finire la frase. Aveva iniziato a singhiozzare silenziosamente.

Liam. Figlio di Nemesi. Sapevo delle sue condizioni. Sapevo che le probabilità che ce la facesse erano molto basse. Ma io sono Will. Sono a capo della casa di Apollo. Sono a capo dell'infermeria. Devo mantenere alto l'umore dei miei fratelli. Non posso lasciare che si demoralizzino.

«Starà bene, Sarah. Stai tranquilla.» cercai di tranquillizzarla. La verità? Non ci credevo neanche io. Ma sono Will Solace, non posso mostrarmi pessimista.

«Spero tu abbia ragione, Will.» sussurrò Sarah per poi mormorare qualcosa su qualche visita da fare a un paziente e allontanarsi velocemente.

Ero preoccupato anche io per Liam. 12 anni, solo 12 anni. Aveva ancora tutta la vita davanti. Sperai le Parche non fossero così crudeli. Pregai gli dei, mio padre in particolare. Sperai qualcuno mi sentisse.

Andai al padiglione della mensa. Come tutte le estati il tavolo di Apollo era pieno di ragazzi. Non so se fossimo più numerosi noi o i figli di Afrodite. Salutai i miei fratelli, aspettando la fatidica domanda, la quale non tardò ad arrivare.

«Come mai non ci sei più ai pasti?» chiese Kayla.

«Perché? Due giorni e già vi manco?» vidi molti di loro alzare gli occhi al cielo. «Comunque tranquilli, probabilmente domani per cena ci sono.» risposi, cercando di girare intorno alla loro domanda così da non dover effettivamente rispondere.

Dire che domani sarei tornato a mangiare con loro mi provocava uno strano fastidio al petto. Non ero sicuro di volerlo.

Presi qualcosa da mangiare per me e per Nico e salutai i ragazzi al mio tavolo.

La maggior parte di loro mostrava disappunto nello sguardo. Prima di andarmene salutai tutti. Ma notai un posto vuoto oltre al mio. Il posto di Sarah.

Mi avvicinai lentamente alla stanza di Nico. Come avrei dovuto comportarmi adesso? Come sarebbero state le cose tra noi adesso?

Non ti resta che scoprirlo.

Arrivai alla porta e dopo un breve momento di preparazione psicologica la aprii lentamente.

Nico era nel suo letto, sovrappensiero probabilmente. Il rumore della porta lo fece risvegliare dal suo stato di trance e quando incontrò i miei occhi distolse subito lo sguardo, come se gli fosse proibito guardarmi.

«Hey Nico, ho portato il pranzo» annunciai cercando di far uscire il mio tono di voce allegro. E devo dire che ci riuscii meglio di quanto avessi pensato.

«Uhm grazie. Senti Will, non c'è bisogno che resti qui con me, puoi andare a mangiare con i tuoi fratelli. Io mangerò anche se tu non ci sei. Posso giurarlo se vuoi» disse lui continuando a guardare ovunque tranne che nei miei occhi.

«No, Death Boy. Voglio passare del tempo con te.» cercai in qualche modo di spiegare.

«E se io non volessi passare il mio tempo con te?» AH. Cercai di capire se stesse scherzando ma la sua voce, la sua espressione e il suo sguardo rendevano abbastanza ovvio il fatto che fosse serio.

«Nico- io...» non sapevo che dire.

Migliaia di spade conficcate nel mio torace. Ecco come mi sentivo.

In fondo avrei dovuto aspettarmelo.

«Ti prego Will, torna dai tuoi fratelli.» mi disse. Era come se dentro di lui non ci fosse niente. Come se la sua anima fosse andata a farsi un giro. 

Vuoto.

«V-va bene. Ti lascio qui il pranzo.» risposi e uscii a testa bassa dalla stanza.

Ero ferito, ma per quale motivo? Insomma è di Nico Di Angelo che stiamo parlando. Ovvio che non gli piaceva la mia compagnia. Sarebbe stato strano il contrario.

«Comunque la visita la possiamo fare anche prima di cena. Buon pranzo, Nico.» Non aspettai una sua risposta e uscii definitivamente chiudendomi la porta alle spalle.

Non potevo tornare dai miei fratelli così decisi che sarei rimasto a pranzare nell'infermeria.


A/N: Hey amici. Abbiamo vinto agli europei :) Però not gonna lie, Harry Kane è qualcosa di strabiliante. Anyways, ho notato che 15 persone hanno letto questo schifo. grazie <3

Golden - SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora