9) can I sleep here?

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Will's POV

Diedi la buonanotte ai miei fratelli e mi infilai nel letto. Presi con me anche il cappello che Nico mi aveva dato. "Fai finta di andare a dormire, poi metti il cappello e vieni nella casa 13" aveva detto.

Se non mi sbaglio, quello è il cappello di Annabeth e rende invisibile chiunque lo indossi. Ma perché ce l'aveva Nico?

Lasciai passare qualche minuto e mi infilai il cappello. Misi due cuscini sotto le coperte e mi preparai ad uscire. Per fortuna, dato che era estate, la finestra era già aperta così nessuno dei miei fratelli avrebbe dovuto vedere una finestra che si apre da sola.

Uscii cercando di non fare neanche il minimo rumore, e devo ammettere di essere abbastanza bravo in ciò.

Pregai tutti gli dei che nessuna arpia si rendesse conto della mia presenza. E per fortuna qualcuno mi ascoltò perché riuscii ad arrivare alla capanna del figlio di Ade.

Mi fermai davanti alla sua porta e iniziai a sentire un pizzico d'ansia, ma cercai di ignorarla. Bussai piano e sentii i passi di Nico avvicinarsi.

La porta si aprì e mostrò un Nico assonnato. Indossava una maglietta nera che era il doppio di lui e un paio di pantaloni larghi blu a quadretti. I capelli corvini più spettinati del solito e un'espressione colpevole in faccia.

A/N: Questi sono i pantaloni di Nico, ok? (punto in più per chi riconosce il ragazzo)

A/N: Questi sono i pantaloni di Nico, ok? (punto in più per chi riconosce il ragazzo)

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«Muoviti, entra.» sussurrò.

Feci come mi aveva detto e quando ebbe chiuso la porta mi tolsi il cappellino e riapparsi.

«Ok questo coso è veramente utile. Dovresti chiederne uno a tuo padre anche tu.» suggerii.

«LO SSOO, lo farò la prossima volta che avrò la possibilità di vederlo. Per ora posso solo ringraziare Annabeth.» rispose lui con un sospiro.

Il silenzio calò tra di noi. Pensai che magari avrei dovuto chiedergli perché mi avesse detto di venire qui, ma non riuscivo.

Ero indeciso sul cosa fare. Avrei dovuto sedermi sul suo letto o su quello di Hazel. Lui si sedette sul suo e lasciò un posto alla sua destra.

Io lo presi come un invito a sedermi sul suo letto, e così presi il posto vicino al suo, assicurandomi che non fosse troppo vicino però.

La curiosità iniziò a consumarmi, così presi coraggio e gli posi la fatidica domanda.

«Ok, che ci faccio qui?» chiesi.

Nico mi guardò e poi abbassò la testa a osservare il pavimento.

«Non potevo lasciarti lì. Sei morto internamente, vorresti solo piangere, ma non puoi farlo.» Si fermò e sospirò.

«Non puoi farlo perché lo stanno facendo quasi tutti nella casa di Apollo, e tu dovresti essere il leader, tu sei quello che tira su il morale agli altri. Tu lì non hai il permesso di piangere, perché se non sei ottimista tu allora non lo sarà nessuno.» Concluse.

Golden - SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora