4) a monster

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Nico's POV

«È tutta colpa tua Solace» sbottai.

«Non provare a dare la colpa a me, Di Angelo. Io ti dato il permesso di venire con me, ma ti ho anche esplicitamente detto di non chiudere le porta. Tu mi hai guardato negli occhi e mi hai risposto "non dirmi quello che devo fare". Poi senza neanche lasciarmi il tempo di spiegare hai chiuso la porta CONTINUANDO A GURDARMI DIRTTO NEGLI OCCHI» Will sfogò tutta la sua rabbia.

Beh sì, non aveva tutti i torti.

Mi aveva detto che sarebbe andato a prendere dell'ambrosia e siccome non avevo più voglia di stare in quel letto l'ho assillato finché non mi ha permesso di andare con lui.

Una volta entrati nella stanza mi aveva chiaramente detto di non chiudere la porta, ma l'ha fatto con un certo tono di sfida, quindi siccome io non mi faccio comandare da nessuno ho pensato bene di chiuderla.

Ora eccoci qui a litigare in una stanza che si apriva solo dall'esterno.

«Sì ma me l'hai detto con un tono di sfida» cercai di difendermi.

«È tutto nella tua testa, Nico. Non ho usato nessun tono di sfida, ti ho semplicemente chiesto di non chiudere la porta perché non si può aprire dall'interno.» mentre parlava, Will sembrava esausto.

Aveva ragione, era inutile continuare a mentire a me stesso. Era arrivato il momento di dire una cosa che non avevo detto da tantissimo tempo a nessuno.

«Hai ragione, scusa.» mormorai a testa bassa e imbarazzato. Will sembrò addolcirsi, la rabbia nei suoi occhi fece spazio a qualcos'altro...tenerezza forse? Nah impossibile.

«Non importa, ormai ciò che fatto è fatto. Non ci resta che aspettare che qualcuno dei miei fratelli vanga qua e ci apra la porta.» rassegnazione nella sua voce.

Anche questa volta aveva ragione. Anche se ci fossimo messi entrambi a urlare, nessuno ci avrebbe comunque sentiti.

«E se invocassi qualcuno che ci apra la porta dall'esterno?» proposi. In fondo era parzialmente colpa mia, quindi toccava a me aggiustare le cose.

«Non ci pensare neanche. Levatelo dalla testa. Basta con quella roba del Sottosuolo. Ordini del dottore.» Will scartò la mia idea senza pensarci due volte.

«Ok allora che facciamo?» chiesi io spazientito.

«Te l'ho già detto. Aspettiamo che qualcuno venga ad aprirci.»

Mi sedetti per terra di fronte a Will, con la schiena appoggiata a un mobiletto di legno.

«Bene, ora che facciamo nel frattempo?» chiese lui già iniziando ad annoiarsi. Io lo guardai male.

«Ci godiamo il silenzio, Will» risposi secco. Perché la gente non può semplicemente apprezzare la bellezza del silenzio?

«No. Facciamo il gioco delle 21 domande.» Annunciò con una nuova luce negli occhi.

Questo sarebbe potuto diventare rischioso per me. Bhe forse sarebbe bastato semplicemente cercare di non esporsi troppo.

«Va bene Solace, inizia tu.» acconsentii cercando di nascondere la voglia di conoscere meglio il ragazzo che mi stava di fronte.

«Ok, va bene. Uhm quand'è il tuo compleanno?»

«Il 28 gennaio»

«Oh wow, sei nato d'inverno. Che coincidenza.» disse Will alzando gli occhi al cielo scherzosamente.

«Ah sì? E sentiamo, quando saresti nato tu? No aspetta, fammi indovinare. D'estate.» ribattei indispettito.

Lui arrossì. «Hai ragione, sono nato il 23 agosto»

Golden - SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora