8) I'll be your doctor forever

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Nico's POV

Il pranzo fu una cosa struggente. Nessuno osò dire una parola per tutto il tempo. Di tanto in tanto si sentivano dei singhiozzi provenire dai tavoli di Apollo e di Nemesi.

Dopo che tutti ebbero finito di mangiare, Chirone si alzò e ci fece un discorso su Liam. Quel ragazzino ora è nell'Elisio, me lo sento.

Al tavolo di Nemesi c'erano pochissimi ragazzi, che si confortavano a vicenda. Immagino che i rimanenti non avessero avuto la forza di venire a pranzare.

Una volta finito il suo discorso, Chirone ci congedò annunciandoci che la partita di caccia alla bandiera di quella sera era stata annullata.

Ovviamente nessuno si azzardò a protestare.

Io dopo tre lunghi giorni tornai finalmente alla casa 13. Non che mi fosse mancata poi così tanto, in realtà.

Però finalmente potevo starmene da solo. Non avevo bisogno di alcun tipo di contatto con altri esseri umani per i prossimi dieci giorni.

Quando pensai di potermi finalmente godere la mia tranquillità, qualcuno bussò alla porta.

All'inizio pensai di non aprire, ma sarebbe potuto essere qualcuno di importante quindi optai per alzarmi e andare alla porta. Ovviamente imprecando nel mentre.

Aprii svogliatamente la porta e rimasi scioccato da quello che vidi.

Nessuno.

Mi guardai un po' intorno ma non c'era anima viva.

Richiusi la porta sbattendola, promettendomi di fare una visitina alla casa di Ermes un giorno, giusto per assicurarmi che certe cose non capitino più.

Quando la porta fu chiusa mi resi conto che prima avevo proprio ragione. Dietro di me c'era letteralmente Nessuno.

«Annabeth? Che ci fai qui e perché eri invisibile?» ero scioccato. Perché mai Annabeth dovrebbe venire a farmi visita. Poi però la realizzazione mi colpì dritto in faccia.

«Senti, se è per la cosa di Percy, puoi stare tranquilla. Io non-» iniziai a spiegare, ma venni interrotto dalla bionda.

«Nono, non è assolutamente per Percy. Però se proprio vuoi tirare fuori il discorso,» no, non voglio tirare fuori il discorso «in realtà l'ho sempre saputo. Sai era l'unica spiegazione logica per molte delle tue azioni. E poi ciò che hai detto a Percy tre gironi fa è stato forte. E coraggioso»

Annabeth Chase, figlia di Atena, si stava complimentando con me? Sto sognando o son desto?

«G-grazie. Ma allora, se non è per quello, perché sei qui?» continuavo a non capire.

«Bhe, ho notato che ultimamente stai legando molto con Will, e oggi l'ho visto particolarmente giù di morale. Quindi ho pensato di portarti questo» allungò una mano verso di me mostrandomi il suo cappello degli Yankees.

Come faceva a sapere che io e Will- che domande mi faccio, è Annabeth, certo che lo sapeva. C'è qualcosa che questa ragazza non sa?

Però non mi era ancora chiara la cosa del cappello.

«N-non ho capito. Perché mi stai dando il tuo cappello?» chiesi perplesso.

«Immagino tu sappia cosa fa. Semplicemente ho pensato che oggi potesse essere più utile a te che a me» aggiunse un occhiolino alle sue parole.

Cosa?

Non feci in tempo a trasformare i miei pensieri in parole che ormai era già fuori dalla porta.

Golden - SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora