13) rings look good on you

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Will's POV

Passò una settimana, e posso dire che fu la settimana più bella della mia vita.

Ero insieme a Nico ogni giorno. Passavamo la maggior parte del tempo a litigare su cose stupide, ma andava bene lo stesso.

Ormai la sua capanna era diventata anche la mia. Passavo tutte le notti lì e dormivo sul letto di Hazel.

Alcune volte dormivo nel suo stesso letto, per calmarlo dagli incubi che faceva. Ma la mattina, prima che si svegliasse tornavo in quello di Hazel perché sapevo che lo mettesse a disagio il contatto fisico.

Questa settimana, a colazione Jason si è seduto al nostro tavolo due volte.

Quel ragazzo è un tipo in gamba e si vede che Nico gli vuole bene.

«Hey, Nico» Lo chiamai.

Eravamo nella sua capanna e lui era intento a lucidare la sua spada.

«Cosa vuoi, Solace?» chiese guardandomi male.

A volte capitava. C'erano momenti in cui semplicemente gli girava male e non voleva parlare con nessuno. E lo capivo.

Ma non potevo più tenermi la domanda per me.

«Adesso tu mi consideri tuo amico?» Forse un po' troppo diretto?

Nico si fermò di colpo. Smise di lucidare la spada e la lasciò cadere sul tavolino. Per un secondo mi guardò negli occhi, ma poi distolse lo sguardo velocemente.

«Will io non...» esitò.

Oh, capisco. Non si fida ancora.

«No, tranquillo. Scusami, non avrei dovuto» lo interruppi, cercando di toglierlo dalla situazione imbarazzante in cui l'avevo messo.

Cosa ti sei messo in testa? Pensavi veramente che Nico Di Angelo si sarebbe fidato di te? Ridicolo.

«Senti Will, mi è difficile fidarmi delle persone ok? Ma tu hai passato le ultime due settimane con me. E intendo letteralmente ogni minuto» Iniziò.

Era visibilmente in difficoltà.

«Senza che nessuno te lo chiedesse. Nel senso- nessuno ti ha obbligato, ma tu lo hai fatto comunque. Ovvio, a volte vorrei solo che tacessi e mi lasciassi fottutamente in pace, ma lo apprezzo» mentre lui parlava io iniziai ad arrossire sempre di più.

Chi me lo ha fatto fare?

«Non mi capacito di come qualcuno possa passare il suo tempo con me di sua spontanea volontà, e sì, credo che questa si possa chiamare amicizia» concluse.

Io ovviamente ero più rosso che mai. Ma ciò non mi fermò dal fare la mia mossa potenzialmente pericolosa.

Aprii le braccia, sperando che capisse.

Capì.

Il tempo si fermò.

Lo vidi analizzare le varie possibilità, sembrava quasi stesse calcolando qualcosa. Cosa puoi calcolare? La lunghezza del cateto maggiore del triangolo rettangolo che si formerebbe se ci abbracciassimo? La tangente dell'angolo alpha dello stesso triangolo?

Probabilmente il risultato ottenuto rientrava nei canoni da lui richiesti, quindi si fece avanti.

Si avvicinò a me e si fece avvolgere dalle mie braccia.

In quel momento nulla mi sembrò più giusto di quello. Nico era così perfetto tra le mie braccia. Sembrava surreale.

Feci scorrere una mano tra i suoi capelli già scompigliati e glieli scompigliai ancora di più.

Golden - SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora