Midtown High

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La figura alta e slanciata di Mj svettava tra quelle più minute di Betty e Viola, che le stavano ai due lati. Come spesso succede a chi cammina fianco a fianco, le ragazze avevano sincronizzato la velocità della loro andatura, oscillando tra i vicoli della città in risveglio.

Betty era, per naturale predisposizione, già vivace di prima mattina, saltellando tra un passo e l'altro. Mj la ascoltava raccontare entusiasticamente del nuovo ristorante Thai dove aveva mangiato la sera precedente con i suoi genitori, o qualcosa del genere, mentre faticava a tenere gli occhi aperti e sorseggiava il primo caffè della giornata. Come suo solito, seppur continuando a prendere parte alla conversazione, Viola proseguiva senza guardare le sue amiche. Era troppo presa dallo scorrere della vita da cui era circondata, tanto da non accorgersi che le sarebbe bastato solo un altro passo per inciampare su un grosso cespuglio. Prontamente Mj la strattonò lontana dall'ostacolo e al solo tocco Viola sussultò.

"Come faresti senza di me?" scherzò Mj, finché non notò il terrore nell'espressione di Viola.

"Ti sei fatta male?" si preoccupò Betty. Nessuna risposta.

"Hey" sussurrò Mj con voce seria, guardandola dritta negli occhi.

"Non è niente" e riprese a camminare, senza aggiungere altro. Poco dopo cominciò a chiacchierare allegramente, un tentativo di dissimulare l'agitazione che la permeava dall'inizio di quella giornata. Ma il tremolio della sua voce aveva confermato l'intuizione di Mj. Poteva anche riuscire a nascondere ciò che la tormentava a Betty, ma con Mj non se la sarebbe cavata altrettanto facilmente. Nonostante ciò, Mj decise di non insistere. D'altronde, se le cose stavano come sospettava, sapeva benissimo che parlarne non avrebbe fatto altro che risvegliare in Viola sensazioni spiacevoli, peggiorando la situazione. Decise che distrarla era il modo migliore per farla stare meglio. Si unì allora alla discussione su quali corsi scolastici le avessero entusiasmate maggiormente fino a quel momento.

"Il laboratorio di scienze non è così male in fondo..." stava confessando Betty.

"Da quando si nasconde una piccola nerd dietro quel bel faccino?" la canzonò Mj.

"Ma quale nerd!"

"Ahhh dolce Betty, sempre così modesta."

C'era un qualcosa nell'atmosfera mattutina che rendeva le ragazze particolarmente propense al dialogo: non un banale chiacchiericcio, ma più un'interazione tra animi affini. Grazie a quelli che ormai erano piccoli rituali - il ritrovo alla solita panchina, l'usuale percorso attraverso New Gardens, le voci ancora assonnate ma impegnate in conversazioni più o meno profonde, i cuori in sintonia - quel momento della giornata era uno dei loro preferiti.

Si erano ormai lasciate il parco alle spalle, dopo aver costeggiato la familiare schiera di querce e pini che riempiva l'aria di un odore acre e pungente, e stavano ora fiancheggiando un agglomerato di case. Mancava un centinaio di metri e sarebbero giunte a Forest Hills, il quartiere del Queens dove si trovava la loro scuola. Dovettero alzare il tono di voce per non essere sovrastate dal rumore circostante, sempre più intenso: automobilisti di fretta che non sapevano resistere alla tentazione di incanalare la loro frustrazione nel suono invasivo del clacson, decine e decine di schiamazzanti adolescenti che si riversavano nel largo viale, autobus sovraffollati che proseguivano pesantemente nella medesima direzione.

Quel concentrato di umanità forniva infiniti spunti per l'immaginazione di Viola... se solo avesse potuto appuntarli subito sul suo taccuino! Poco importava, sarebbero rimasti al sicuro nella sua mente. Se niente fosse andato storto, la scuola l'avrebbe tenuta impegnata a sufficienza da farle ritrovare la sua consueta serenità, dopodiché sarebbe stata libera di scrivere quanto voleva.

Seguirono l'andamento curvilineo della strada, superarono la stazione e infine vennero oscurate dall'ombra di un possente edificio dalle pareti sbiadite, presumibilmente una volta di una tonalità più accesa, anteceduto da un ampio campo sportivo brulicante di ragazzi: la Midtown High. Viola, Mj e Betty erano sophomore - studentesse del secondo anno - e, in quanto tali, non tanto invisibili quanto i freshmen, ma non per questo degne di nota agli occhi della maggior parte degli studenti dell'ultimo anno. Non che a loro importasse, in ogni caso. L'ultima cosa che volevano era essere importunate da qualche borioso individuo pieno di sé.

Erano arrivate giusto in tempo, perciò varcarono l'ingresso senza indugiare troppo, alla volta dei rispettivi armadietti e successivamente delle lezioni della prima ora. A quel punto le loro strade si separavano, almeno fino all'ora di pranzo. Prima di lasciarsi, misero una mano sopra l'altra, formando un intreccio di dita, e fecero un profondo respiro ad occhi chiusi: il loro saluto speciale, per fare il pieno di energia positiva prima di affrontare una nuova giornata. Un piccolo gesto per ricordare che, se potevano contare l'una sull'altra, cosa c'era di così grande che non potesse essere superato insieme?

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