"Devo dire che questa è stata una settimana decisamente singolare, nonna."
Viola ripercorse con la mente l'incalzante susseguirsi di eventi che, in un primo momento, l'avevano scombussolata, per poi rivelarsi portatori di insegnamenti.
"Si è convinti di non essere il tipo di persona che si ferma alle prime impressioni, finché un bel giorno non ci si ritrova faccia e faccia con la realtà. Ma sento di aver imparato la lezione e sono contenta che la mia testardaggine non abbia fatto troppi danni, almeno spero. È solo che... so essere così cocciuta a volte!"
"È curioso che tu sia giunta a tale conclusione con Orgoglio e Pregiudizio tra le mani."
Viola focalizzò l'attenzione sul libro che stava mettendo a posto, di cui, troppo impegnata a riflettere ad alta voce, non aveva notato l'intestazione.
«Chi non cambia mai la propria opinione ha il dovere assoluto di essere sicuro di aver giudicato bene sin da principio» recitò, sfogliando velocemente le pagine del romanzo mentre ne accarezzava i bordi con tocco quasi impercettibile, prima di riporlo accanto alle altre opere della Austen.
"Oh Jane, come eri saggia! Chissà se, prima di diventarla, hai dovuto fare i conti anche tu con una buona dose di incomprensioni e malintesi..."
"A giudicare dalle sue storie, mia cara, credo proprio di sì."
Viola scese dallo sgabello, su cui si era appoggiata per arrivare agli scaffali più alti, e raggiunse l'atrio. Si guardò in giro alla ricerca di qualcosa, che inizialmente non riuscì a scovare.
"Dov'è il raccoglitore con il registro degli autori, nonna?"
"Come hai detto?"
"Il registro degli autori, non lo trovo!" esclamò, sforzando la voce per farsi sentire meglio dalla nonna, che si trovava nell'altra stanza.
"Prova a guardare nei cassetti della scrivania!" rispose Rose di rimando.
Viola si avvicinò alla scrivania e iniziò la sua ricerca tra i cassetti straripanti: fogli su fogli, qualche post it, un paio di matite, un pacco di caramelle e... quello cos'era? Allungò la mano per raggiungere il sottile filo lucente che aveva intravisto sul fondo del cassetto. Lo afferrò, percependo il freddo del metallo. Iniziò ad esaminare il nuovo ritrovamento, subito rapita dalla bellezza di quell'oggetto.
Una lunga catenina dorata, formata da tanti sottili anelli intrecciati l'uno nell'altro, fungeva da base per un ciondolo, anch'esso dorato, piccolo quanto brillante. Dopo un'analisi più attenta, Viola notò che il pendente era decorato da millimetrici intagli ondulati, che ne accentuavano l'aspetto sinuoso. Questi partivano dalle estremità della catena per confluire al centro, dove si univano a formare una cornice per il pezzo forte della collana: una pietra color cremisi, o meglio, quello che sembrava il frammento di una pietra, incastonato proprio nel cuore del gioiello. Viola non riusciva a distoglierne lo sguardo.
"Nonna, è tua questa?"
Un rumore di passi preannunciò l'arrivo della nonna.
"Fammi un po' vedere" disse mentre, avvicinandosi, si sistemava gli occhiali. Anche lei si prese qualche secondo per esaminarla.
"Dove l'hai trovata?"
"Nell'ultimo cassetto, stavo cercando il registro."
"Mmm, chissà com'è finita lì dentro... No, non è mia."
Si tolse gli occhiali e si concentrò sulla nipote, che non aveva mai smesso di ammirare minuziosamente la collana.
"Dal momento che nessuno è venuto a reclamarla, magari potresti tenerla tu. Solo se ti piace, ovviamente."
"Sul serio?"
La nonna annuì.
"La adoro, è bellissima!"
"Vieni, girati."
La nipote obbedì, lasciando che la nonna le scostasse i capelli dalla nuca e le allacciasse la collana. Rose fece un passo indietro per guardarla meglio.
"Ti sta benissimo..."
Viola fece una giravolta su se stessa, accompagnata da una risatina euforica, per poi stringere la nonna in un abbraccio carico di gratitudine.
Qualche ora più tardi, Viola si infilò il pigiama e scivolò tra le lenzuola del suo letto, stiracchiandosi. Si mise a sedere appoggiandosi ai cuscini che le impedivano di percepire la durezza del muro retrostante. Aveva dato la buonanotte ai genitori e al fratellino; finalmente poteva rilassarsi prima di cedere al dolce richiamo del sonno. Come faceva quasi ogni sera, prese il romanzo che teneva sul comodino e cercò il segnalibro per recuperare il punto in cui era rimasta il giorno prima: capitolo ventisette, pagina duecentoquarantanove.
Iniziò a leggere sottovoce...
«Dunque che cosa hai fatto ai tuoi poveri capelli?»
«Li ho tinti.»
Viola balzò in piedi, in un impeto di incredulo stupore.
«Ti sei... ti sei tinta i capelli.»
«Anna Shirley,» continuò Viola, sempre più furibonda, «dovresti ben saperlo che queste cose non si fanno, assolutamente!»
Le capitava spesso di essere talmente presa da una storia, di immedesimarsi a tal punto nei personaggi e di vivere i dialoghi così vividamente, da non riuscire a fare a meno di recitare appassionatamente ciò che leggeva, riproducendo le emozioni che l'autore riusciva a trasmetterle.
«Sì, lo so» ammise Anna, «ma ho pensato che, per liberarmi del rosso dei miei capelli, potevo permettermi, una volta tanto, una cosa sconveniente. Ho calcolato i rischi, Marilla. E mi sono ripromessa...»
Lasciò la frase a metà, distratta da un vicino scintillio. Spostò lo sguardo dal libro al gioiello che le pendeva dal collo. In un primo momento si entusiasmò, immaginando che la pietra incastonata nella collana riflettesse la luce della lampada che, poco distante, illuminava la stanza altrimenti buia. Prese il ciondolo tra le mani per ammirarlo meglio. Notò, tuttavia, che quel flebile luccichio si faceva sempre più intenso, fino a diventare un vero e proprio bagliore rossastro. Viola lasciò andare la collana, in allerta: non aveva idea di cosa stesse succedendo e temeva che quell'aggeggio potesse esplodere da un momento all'altro. In effetti, prima che riuscisse anche solo a capire come comportarsi, ci fu un'esplosione: un'esplosione di luce. Per un paio di secondi, l'intera stanza fu inondata da un fulgore abbagliante.
Viola strinse gli occhi incrociò le braccia davanti a sé, nell'istintivo tentativo di proteggersi il viso; come travolta da un'onda d'urto, si sbilanciò all'indietro e si accasciò sul letto, inerme.
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Just Around The Corner
Teen FictionNew York, tempo presente. Viola Myers ama la sua vita, la sua famiglia e la sua città. È una ragazza appassionata, segnata da un'immaginazione e una sensibilità fuori dal comune. Eppure è convinta di essere solo una ragazza come le altre... ma un g...