Capitolo 15.

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Micol

Credo di aver commesso un errore salendo sulla macchina di Zac, di notte, verso una direzione sconosciuta? Sì.
Sono piena d'ansia che possa succedermi qualcosa di male? Sì.
Voglio provare a fidarmi ancora di lui, come al Central Park? Sì.

La macchina si ferma solo dopo una ventina di minuti, ma non credo di essere totalmente attendibile sulla tempistica data l'ansia.
Quando scendiamo, nonostante il buio, riesco a riconoscere che siamo davanti al Giardino Botanico di Brooklyn. Ci sono venuta un paio di volte da piccola e ora come ora non capisco perché siamo qui.
Zac si appoggia al cancello bianco finché un altro ragazzo si avvicina a noi.
«Zac, finalmente, ora ti accendo le luci.»
«Grazie, amico» dice lui tranquillamente avvicinandomi a lui con una mano sul fianco.
«Sì, mi raccomando, Zac. Non fare cazzate, hai il mio lavoro in mano.»
Rimango a guardare impietrita. Che diavolo sta succedendo?
L'amico di Zac apre il cancello dopo essersi accertato di non essere osservato da nessuno.
Entriamo nel parco, ci muoviamo un po' a zonzo per le viette finché non arriviamo in un punto preciso che non riesco a riconoscere.

Si accende un'altra luce. Mi guardo intorno, alberi dai fiori rosa ora sono ben visibili e le luci creano un'atmosfera stupenda. L'atmosfera più romantica che io abbia mai visto.

Non riesco a dire granché, mi appoggio ad una ringhiera coi gomiti. Abbasso lo sguardo sul corso d'acqua che scorre sotto.
«

Zac, perché siamo qui?» chiedo voltandomi verso di lui sorridendo dolcemente.
«Non ti piace?» chiede ironico affiancandomi.
Accendo il telefono ed è pieno di notifiche da Lara e anche gli altri, prendo un respiro e imposto la modalità aereo.
Sono imbarazzata e sicuramente rossa in volto. Zac mi piace, e anche tanto, per questo sono stranamente a disagio.
Il mio stomaco continua ad essere pieno di farfalle e non riesco a farle smettere di muoversi...
Mentre penso a tutto ciò lui mi sta guardando. I suoi occhi che passano dalle mie labbra ai miei occhi.
Per circa cinque secondi penso che è il momento che aspetto da un bel po', dopodiché accade.
Lentamente il suo volto si china a destra avvicinandosi al mio. Porta le sue mani sulle mie guance accarezzandole coi pollici.
Subito dopo azzera, la già poca, distanza tra di noi attaccando le sue labbra alle mie.
Inizialmente rimango ferma mentre il mio cuore batte più forte che mai. Sono al contempo stupita e felice. Aspettavo questo momento ma non riesco a realizzare di starlo vivendo. Più le sue labbra premono contro le mie e più ricambio il bacio.
Inizialmente il bacio era dolce ma presto si è trasformato in un bacio passionale.
Le mie mani sono passate tra le sue guance e il suo collo mentre le sue sono scese sui miei fianchi.
Rimaniamo in quello scenario newyorchese notturno, tanto romantico, che si vede solo nei film.

Quando, dopo non so quanto, ci stacchiamo, le nostre fronti sono attaccate e ci scambiamo un sorriso complice.
«Era tantissimo che volevo farlo...» dice lui sorridendo guardandomi negli occhi. Quei suoi occhi azzurri mi aumentano ancor di più le farfalle nello stomaco.
Dopo altri baci altrettanto romantici ci decidiamo di tornare. Posa un braccio attorno alle mie spalle e torniamo indietro.
M

ente camminiamo vicini penso che probabilmente è stato il destino a farci incontrare.

Ho letto una volta che il bacio ha un valore enormemente terapeutico.
Letteralmente quel bacio, quei baci, hanno avuto un forte effetto sul mio cervello.
Sicuramente sono rossa in volto, il sorriso sulle mie labbra è fisso e i miei occhi sembrano dire di essere felici.
Dando uno sguardo a Zac, che sta guidando, mi rendo conto che anche la sua espressione sembra felice.
Ed io rimango convinta sul fatto che è stata una giusta mossa del destino.
Sposta la sua mano destra dal volante alla mia gamba, senza essere per nulla volgare. La poggia appena sotto il ginocchio e io sorrido appoggiandoci la mia mano sopra.
Volta appena la testa e mi sorride, ricambio quel gesto e appoggio il capo sul poggiatesta.
«Credimi non voglio tornare a casa mia» affermo svogliata al sol pensiero di rivedere mio padre e dover affrontare Lara e le altre amiche sicuramente arrabbiate.
«A chi lo stai dicendo, mio fratello avrà sicuramente portato la bionda a casa.» afferma lui scocciato almeno quanto me.
«Ma chi? Brittany?» mi scappa una risatina «Brittany porta tutti i suoi acchiappi da night a casa sua, nel suo appartamento. È scientificamente provato, Zac.»
«Perfetto.» afferma e gira la macchina in direzione di casa sua.

Apre la porta di casa sua silenziosamente per vedere se in macchina avevo ragione. Non vola una mosca.
Suo fratello non è a casa e si prende la briga di chiudere la porta con tutte le mandate.
Mentre lui dice di andare in bagno a cambiarsi io esco sul suo balcone. Guardo giù, è davvero altissimo. Mi da le vertigini e piano piano mi ci allontano.
Torno in casa e osservo l'arredamento. L'ultima volta non ne avevo il tempo ma ora posso farlo.
Ha una piccola libreria che osservo minuziosamente, trovo libri bellissimi come la saga dell'Attraversaspecchi e Percy Jackson.
Quando sento dei passi mi giro ma subito me ne pento. È a petto nudo, non sapevo avesse tatuaggi e invece ne ha. I pantaloncini da basket gialli e viola lasciano intravedere il punto V e devo girarmi per nascondere le guance rosse.
«Rimani per la notte, vero?» chiede con uno sguardo da ragazzino, impossibile dire no.
«Sì, certo.» accendo intanto il telefono e tolgo la modalità aereo. In meno di dieci secondi si inonda di chiamate e messaggi. In ordine: Lara, Papà, Chris. Almeno dieci chiamate ognuno, i messaggi non ho alcuna voglia di leggerli.
Mi volto verso di lui mantenendo un contatto visivo stabile e cercando di non far cadere l'occhio altrove. Lui sorride e mi prende la mano esercitando pressione e facendomi cadere sul divano accanto a lui.
«Sono le tre del mattino... Netflix?» chiede posandomi un braccio attorno alle spalle.
Con il vestito da sera non si dorme sul divano, sono leggermente stritolata e scomoda.
«Zac?» richiamo la sua attenzione.
«Sì? Dimmi...»
«Hai un cambio? Sai, il vestito...» sono imbarazzata a dire così ma lui capisce subito. Si alza di scatto e va in camera sua tornando con una felpa XXL grigia e senza cerniera.
«Questa potrebbe andarti bene, credo, la lunghezza è pressappoco come quella del tuo vestito.» dice passandomi la felpa.
«Grazie, Zac, è perfetta.» ringrazio io.
Mi faccio indicare il bagno e mi tolgo i tacchi. Tornata alla mia altezza normale prendo dalla borsetta un paio di calzini.
Non è la prima volta che mi tolgo i tacchi per il dolore, a volte anche in pubblico, non vado mai in giro senza il paio di calzini di riserva.
Svilo il vestito e mi lascio scappare un sussulto di gioia, tornando a poter respirare normalmente. Infilo la felpa di Zac e torno da lui sul divano.
Mi rimetto dov'ero prima e lui mi appoggia nuovamente il braccio attorno alle spalle.
Mentre guardo la schermata principale di Netflix mi accorgo che mi sta guardando. Anche se sento le guance avvampare ricambio lo sguardo fissando i suoi occhi nei miei.
Con una mano mi prende la guancia e mi avvicina a lui baciandomi.
Ricambio quel bacio appoggiando le mie mani sulla sua nuca. È tutto così romantico.
Mette la prima cosa che capita su Netflix. Appoggio la mia testa sulla sua spalla e lui la sua spalla sulla mia testa.
Dopo pochi minuti chiudo gli occhi addormentandomi, con la sua mano che mi accarezza dolcemente i capelli.

angolo autrice
EBBENEE, è successo quello che forse qualcuno già stava aspettando da un po'!
ci ho messo del tempo a trovare l'ispirazione giusta per questo capitolo, spero solo che vi sia piaciuto❤️
fatemelo sapere con una stellina o un commento, vi leggo tutti <3
vi voglio bene,
Nina🍰

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 15, 2021 ⏰

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