Capitolo 13.

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Micol

Quando apro gli occhi mi trovo disorientata. Per un momento non capisco dove sono e solo dopo alcuni secondi capisco che ho dormito da Zac.
Non è accanto a me e mentre le luci del mattino passano attraverso la persiana io mi alzo un po' barcollando.
Una casa a me sconosciuta, sicuramente più disordinata della mia. Procedo a dirigermi verso l'origine delle voci.
Sento la voce di Zac bassa e arrabbiata, l'altro interlocutore invece ride e parla ad alta voce.
Altri due o tre passi e vedo Zac e l'altra persona. La persona accanto a lui porta capelli mori che ricadono sugli occhi dello stesso colore.
È fisicamente diverso da lui e la prima cosa che me lo fa notare sono le spalle. Lo sconosciuto le ha evidentemente più larghe, come se fosse un bodybuilder.
Ma a guardarli meglio le somiglianze sono notevoli e inizio a sospettare sia suo fratello, o comunque qualche parente.
Quando mi notano la reazione dei due è ben differente.
Lo sconosciuto mi si avvicina e mi abbraccia. Rimango immobile mentre mi copre totalmente.
«Una ragazza! Zacary! Finalmente. Sospettavo fossi gay alla fine.» dice staccandosi e guardandomi negli occhi.
«Lasciala stare, Mike, non importunarla.» dice nervosamente stringendo con la mano lo schienale della sedia fino a far diventare le nocche completamente bianche.
«Molto carina, forse un po' troppo carina per te, fratellino. Come ti chiami, splendore?» mi chiede spudoratamente mente Zac diventa rosso in viso.
«

Micol...» rispondo timidamente cercando lo sguardo di Zac che invece sembra fare di tutto per evitare il mio.
«Io mi chiamo Mike, sono il fratello grande di questo bimbo noioso.» dice ridendo e fingendo di dare un pugno in faccia a Zac.
«Lo è sempre stato.» conclude mentre Zac continua ad arrossarsi, stavolta dalla rabbia.
Sorrido tesa, non sto capendo cosa succede e vorrei davvero saperlo.
«Zac, io vado a casa, sicuramente mio padre sarà preoccupato...» dico sistemandomi i capelli e controllando le notifiche sul display.
«Ti accompagno io, splendore.» afferma il fratello di Zac ma lui lo ferma, fortunatamente.
«Stai qui e non fare cazzate, la accompagno io.» si intromette affiancandomi. Saluto il fratello e usciamo dall'appartamento scendendo le scale del pianerottolo in silenzio.
«Scusa per ieri, ero totalmente in aria.» afferma con un po' di timidezza e io mi stringo nelle spalle.
«Non ti preoccupare, magari una sera fammelo sapere prima così indosso qualcosa di presentabile...» dico facendo riferimento al mio abbigliamento poco elegante e sicuramente poco attraente.
«Come se così fossi brutta...» dice sorridendo.
«Simpatico tuo fratello» affermo ironicamente e lui sbuffa roteando gli occhi.
«Te l'avevo raccontata la storia, no? Ora capisci perché sono scappato da Ottawa.»
Scuoto la testa con un lieve sorriso, intanto siamo arrivati alla porta.
«Torni a piedi? Vuoi un passaggio?» chiede lui guardandomi.
«No, grazie Zac, chiamo un taxi.» rifiuto gentilmente per poi aggiungere «Forse fai meglio a tornare su da tuo fratello, Zac.»
Lui sorride, per qualche secondo ci guardiamo negli occhi. Siamo indecisi su come salutarci, decido così di prendere in mano la situazione.
«Ciao Zac» dico sorridendo e lui ricambia il saluto mentre con le nocche mi accarezza una guancia. Rimango immobile, non mi aspettavo questo piccolo gesto, non ho il tempo di realizzarlo però perché è già sparito dietro il pesante portone del suo palazzo.
Mi sfioro la guancia con la punta delle dita e poi scaccio via qualunque pensiero chiamando un taxi.

«Micol, la prossima volta che passi la notte fuori gradirei essere avvisato.» dice mio padre, non appena metto piede in casa, senza nemmeno alzare gli occhi dal giornale.
«Non ho più undici anni, papà, qualche libertà posso prendermela anche io ormai» rispondo infastidita togliendomi le scarpe.
«Abbassa i toni, ragazzina, fino a prova contraria vivi ancora in casa mia» profondamente infastidita decido di ignorarlo, salgo le scale e mi dirigo in camera mia. Mi cambio i vestiti e poi riprendo il mio computer. È da molto tempo che non mi dedico alla scrittura, e forse è ora di riprendere. Ho preso una pausa dal lavoro, lo trovavo stressante e mio padre non sopportava l'idea di una figlia diplomata in un posto del genere.
I miei polpastrelli si muovono veloci sulla tastiera, lascio che sia l'impulso a parlare e mi riprometto di correggere poi.
Dopo due ore ho concluso i tre capitoli iniziali e mi fanno male gli occhi per il tempo passato al pc
Decido così di rilassarmi e mi addormento.

Apro gli occhi assonnata perché sento il cellulare squillare. Lo prendo in mano svogliatamente e, ancora stordita, noto delle chiamate da Lara.
Rispondo alla chiamata in corso e la voce della mia migliore amica mi spacca i timpani.
«Finalmente ti sei degnata di rispondere, Mi, non so cosa tu stia facendo ma stasera si esce. Non accetto obiezioni, ovviamente, ci sarà tutto il gruppo vecchio.» non ho il tempo, né di realizzare né tanto meno di controbattere, che chiude la telefonata.
Momento, momento, Lara ha detto "Il vecchio gruppo"? Oh diamine non vedo quel gruppo da mesi, dopo una lite con una mia, un tempo, amica.
Sotto la chioma bionda di quella ragazza si nasconde un cervello da manipolatrice, io l'ho sempre saputo, conoscendola dalle medie ci ho messo poco a identificarla. Porta il nome Brittany e quasi sempre è stato associato ad altri epiteti poco carini.
Nell'ultimo periodo del gruppo stava frequentando un ragazzo, un certo Brian credo, e una sera è andata a letto col cugino del ragazzo. Era totalmente sobria e come se non fosse già abbastanza, il mattino dopo si è vantata con noi davanti ad un caffè.
Ricordo che io e Lara ci siamo scambiate uno sguardo e io ho provato a spiegarle che se Brian lo avesse scoperto, come poi è successo, sarebbe stata una brutta situazione. Ma lei ha alzato i toni, trascinando anche me, per finire a picchiarci davanti a molte persone. Oltre a noi tre, quel mattino e nel gruppo, c'erano altre due ragazze: Maya e Margot.
Le M&M anche più comunemente chiamate come i cioccolatini. Due gemelle eterozigote, poco somiglianti in realtà, Margot mora e Maya castana.
Ci siamo conosciute perché ad un corso di tedesco per la scuola, avevo notato che portavano lo stesso cognome e avevo chiesto se fossero cugine.
Le M&M però avevano preso le parti di Brittany perdendo qualsiasi rapporto con me e Lara.
Per concludere i ragazzi del gruppo: due ragazzi che frequentavano il liceo con Lara: Caleb e Chris.
Caleb porta capelli biondi che recentemente ha rasato ed è sempre stato apprezzato dal genere femminile.
Chris, con le sue origini di Singapore, ha conquistato una moltitudine di ragazze che non ha calcolato, perché? Perché Brittany ha usato i suoi giochetti con lui, infatti anche Chris mi ha voltato le spalle. Trascinandosi dietro anche il suo amico Caleb.

Grazie alla cara Brittany non vedo il gruppo da mesi. Lara ha sempre cercato di rimettere insieme i pezzi ed evidentemente questa volta ci si è data da fare davvero.
Invio un messaggio a Lara per chiedere spiegazioni ma ricevo solo: "Ti passo a prendere alle dieci, PUNTUALE, mi raccomando."
Scocciata mi alzo e decido di iniziare a prepararmi. Andrà come deve andare.
È come se una parte di me mi suggerisse di chiedere a Zac che fa stasera, ma decido di fare finta di nulla.
Andrà come deve andare, no?

Spazio Autrice 💓
Non so bene da quanto tempo preciso non aggiornassi... Solo in queste giornate d'estate ho avuto l'ispirazione (tra qualche svenimento per il calore e qualche scampagnata)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, nonostante sia un poco noioso, il bello arriverà tra poco!
ultima revisione : 5/7/2021

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