Micol
«Santa miseria, quel tipo ha lasciato anche il sangue a terra.» sento dire da mio padre in tono schifato non appena rientro in casa.
«Vedi sangue tutti i giorni, non capisco come tu ti possa scandalizzare» affermo osservandolo pulire a terra.
Cerco di sgattaiolare al piano di sopra ma non ne vuole sapere e mi richiama col suo tipico tono autoritario.
«Micol. Torna qui. Subito.»
Roteo gli occhi e ripercorro i miei passi tornando di fronte a lui.
«Si?»
«Non credi di dovermi una spiegazione, Micol?»
«Oh, è un amico di Lara, si ecco. »
«E perché era qui?» chiede sempre più sospettoso.
«Oh... Cercava lei, credeva fosse da me.» capisco di essere risultata convincente e torno in camera mia passando dal bagno mettere a posto ogni minima traccia di Zac.
Mentre elimino qualche batuffolo di cotone penso a quanto mio padre amasse Johnathan, guardavano anche le partite di football insieme. Oserei dire che passava più tempo con lui che con me.
Mi sembra quasi ovvio che di Zac ha già una pessima opinione, ma alla fine che mi importa... Non credo che ci sarà un'altra occasione per cui quei due si incontreranno.
Torno nella mia stanza, accendo la radio e ci inserisco il CD di Harry Styles. In questo momento ho bisogno di "Fine Line".«Cosa? Il naso? Oh mio dio, Mi! E tuo padre come l'ha presa?» esclama Lara in videochiamata Skype mentre mangia rumorosamente un pacco di popcorn.
«Ecco... Lui ha detto a Zac che se è un cattivo ragazzo deve starmi lontano... Che imbarazzo, Lara, non puoi nemmeno immaginare.»
«Certo che posso immaginare. Tuo padre ancora non ha digerito la rottura con John.»
«Giusto, gli ho poi detto che mi deve ridare la crema per gli ematomi.»
«Lo rivedrai!» esclama lei saltando sul letto.
«Si, proprio così, ma non ti agitare insomma! Cosa vuoi che succeda!»
«Oh che carina, stai cercando di bluffare la tua migliore amica. Andrete a mangiare fuori, passeggiata romantica possibilmente non al Central Park e poi...» dice esaltata prima di bloccarsi. La sua connessione fa piuttosto desiderare e che si sia bloccata proprio sul dire quella frase non mi dispiace.
Chiudo la chiamata e butto l'occhio all'orologio, ora di andare al lavoro.Mentre scendo in cucina con la testa in aria sento mio padre smanettare con un computer.
«Sei sprecata al McDonald's.» afferma mio padre serio davanti allo schermo. Lo osservo sospettosa e mi accorgo che quello è il mio computer. Con uno scatto mi avvicino a lui e vedo che sta leggendo uno dei miei scritti.
Afferro il computer e lo sposto velocemente.
«Perché cavolo stai usando il mio Computer? Non ti ho mai detto che potevi leggere la mia roba.» eslcamo offesa.
«Stai esagerando, Micol, ho solo letto qualche capitolo e sei molto brava. Potresti finirlo e inviarlo a un'altra casa editrice.»
Sta leggendo "bozza n36", parla di una storia d'amore negli anni della seconda guerra mondiale.
Rimango in silenzio, penso che forse ha ragione e decido così di tornare in camera mia.
Le mie idee sono confuse, ho bisogno di aria fresca. Contatto Lara e le chiedo di uscire, come da aspettativa lei accetta e ci diamo appuntamento da Starbucks.
«Devi dire a tuo padre che deve farsi gli affari suoi.» afferma con la cannuccia tra i denti. Distoglie lo sguardo da me per un momento e la vedo disorientata. Sta osservando un ragazzo dalle spalle larghe, ha un viso familiare.
«Merda! Quello è Alec! »
«Quello dell'altra sera?»
«Si, ma non ti voltare, Micol!» dice cercando di appiccicarsi allo schienale e scivolando sotto.
«Non vuoi vederlo?»
«L'altra sera siamo andati a letto insieme e la mattina dopo me la sono data a gambe.» afferma con una mano davanti agli occhi.
«E per quale motivo?»
«Non lo so, a parte che è più piccolo di me... Ecco... »
La vedo abbassare lo sguardo prima che davanti a noi si piazzi Alec.
«Lara! Finalmente, ti ho chiamata ma non hai risposto... Dopo essere scappata da casa mia..»
«Oh ciao, Alec...»
Vorrei guardare la scena per aiutare la mia amica ma il mio telefono inizia a squillare. Lo estraggo dalla borsa e appena vedo il nome il mio cuore perde un battito.
Johnathan.
Diamine, ma che cosa vuole? E soprattutto perché ora.
Sono come ovattata, non sento né le voci di Lara e Alec né il restante delle persone del bar che parlano.
Premo con la mano tremolante la cornetta rossa sul display.
Mi alzo e prendo la borsa.
«Dove vai?» chiede Lara interrompendo la sua discussione con il ragazzo.
«Torno a casa, non sto molto bene.»
Torno a casa in macchina stringendo il volante mentre ripenso a quello che io e John siamo stati."Si può sapere che cavolo hai ?
Mi hai mollata con Alec da SOLA
S O L A
spero tu abbia una buona motivazione"Leggo i messaggi di Lara e mi sento perfino una cattiva amica. Cazzo, tutta colpa di Johnathan.
Mi butto a pancia in giù sul letto, metto le cuffie e faccio partire "Remember when". L'unica canzone capace di farmi sentire felice.
Per distrarmi decido di prendere il telefono e noto una notifica su Instagram.
@zacaryallen ha chiesto di seguirti
Sorrido allo schermo.Angolo autrice☀️🤍
ciao a tutti! Non so da quanto non aggiornavo ma sono stata sommersa dagli impegni scolastici e non ho avuto l'ispirazione per continuare.
Mi scuso per il capitolo corto, mi farò perdonare con il capitolo 12! ❤
xoxoUltima revisione: 19/03/2021
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YOU ARE MY PERSON
RomanceOPERA PROTETTA DA COPYRIGHT, OGNI FORMA DI PLAGIO, TOTALE O PARZIALE, SARÀ SEVERAMENTE PUNITO. Cover realizzata da me. Micol Kidman. Micol ha ventun anni, è diplomata in lingue, vive nella periferia di New York e lavora in un fast food di zona a...